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La fama di Archer in Italia non rende merito a una delle migliori serie animate di questo decennio

Il panorama seriale è pieno zeppo di serie animate per adulti, eppure, nessuna è come Archer. Creato da Adam Reed e andato in onda a partire dal 2009, questo piccolo gioiellino animato regala infatti un’esperienza unica nel suo genere, grazie a una ben studiata commistione di azione, spionaggio e una preponderante dose di umorismo dissacrante. Ingredienti che, amalgamati con maestria, ma soprattutto con una sana dose di follia, hanno permesso alla serie di continuare a sopravvivere nel corso degli anni, evolvendo con i tempi senza perdere la propria anima scriteriata. Quando parliamo di Archer ci viene infatti spontaneo considerarla come una di quelle serie che gli amanti del genere non possono non aver visto, scordandoci quasi che, invece, sono ancora molti a ignorare questo prodotto animato, soprattutto in Italia.

Se ancora non conoscete Archer e avete voglia di recuperare su Netflix una serie divertente e assolutamente scorretta, questo è il momento perfetto! La serie si è infatti conclusa da pochi mesi con la sua quattordicesima stagione.

Ma di cosa parla Archer?

Archer
Archer e la sua squadra

Siete a capo di uno stato o di una multinazionale e vi serve che qualcuno svolga per voi un lavoro ad alto rischio? Che indaghi o agisca fuori dai limiti della legge? Dovrete solo contattare l’ISIS. Beh, non quella ISIS, ma l’International Secret Intelligence Service, un’agenzia spionistica gestita dalla algida e venale Mallory Archer per la quale lavora anche il suo disfunzionale figlio Sterling Archer, che dà il titolo allo show. Il nostro Archer non è infatti il classico eroe da film d’azione, quanto invece un agente segreto narcisista, egomaniaco, dedito a qualsiasi tipo di vizio e dall’animo di un bambino mai cresciuto. Accanto a lui, un team di colleghi altrettanto eclettici, ognuno dotato di peculiarità tanto stravaganti quanto indispensabili per l’agenzia e il suo complesso ecosistema.


Tra essi spiccano senz’altro Lana Kane, una donna forte e indipendente, nota per la sua abilità nell’affrontare le situazioni di pericolo e per il suo rapporto altalenante con Sterling e Cyril Figgis, contabile insicuro e goffo, spesso vittima delle circostanze più strane ed eterno rivale di Sterling. Non mancano a rapporto poi Cheryl Tunt e Pam Poovey. La prima è la pazzoide segretaria dell’agenzia, una donna eccentrica e instabile, ninfomane e con una passione per la violenza. La seconda, invece, la volgare responsabile delle risorse umane dell’agenzia, dedita a piaceri di ogni tipo. Completano la squadra Krieger, uno scienziato pazzo a capo della ricerca scientifica e il sarcastico e sfortunato agente operativo Ray.

Una galleria di personaggi altrettanto memorabili, ognuno con le proprie eccentricità e motivazioni, che si legano in un intreccio avvincente di intrighi, tradimenti e risate.

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Il solo ed inimitabile Sterling Archer

Insomma, una commedia action con la licenza di calarsi nei contesti più disparati. Abbracciando spesso e volentieri la fantascienza a favore della comicità la serie oscilla dal demenziale a un politicamente scorretto che si accanisce su tutto e tutti. Un linguaggio volgare ed esplicito che sicuramente potrebbe infastidire i non avvezzi, ma che contribuisce fortemente a caratterizzare i personaggi e che porta la serie a uscire dagli schemi grazie a una scrittura affilata e intelligente, con dialoghi brillanti e situazioni assurde che fanno ridere a crepapelle il pubblico. Ogni episodio costituisce un’opera a sé stante. Una situazione surreale di umorismo e satira che più che stupire lo spettatore punta a far interagire in modi sempre diversi i personaggi, con una serie di gag ricorrenti e di running joke.

Le battute sono rapide, scorrette, ma anche fortemente citazioniste. Esse sono inoltre eseguite con una naturalezza che le rende irresistibili anche a chi non è abituato a questo tipo di umorismo.
Un’eleganza che si ritrova anche nel peculiare stile del character design di ambientazioni e personaggi, che pur vivendo nell’epoca contemporanea, riecheggiano un’affascinante estetica anni ’50 e ’60, visibile dai costumi alle capigliature dei personaggi passando per le location. Uno stile inconfondibile e classicheggiante, caratterizzato da spessi bordi scuri che si rifanno al mondo dei fumetti.

Immagini che prendono vita e che vengono animate perfettamente restituendo nelle scene più concitate, disegni sempre perfetti e coerenti.

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Ma allora perché in Italia si parla ancora troppo poco di Archer?

Quando nel nostro paese si pensano a serie d’animazione per adulti, il pensiero corre inesorabile a prodotti come I Simpson, I Griffin, Futurama, American Dad e via dicendo, se non addirittura ad alcuni anime. Questo perché la nostra mente ci ricorda a quelle che tradizionalmente sono da sempre state le serie diffuse su canali televisivi come Italia 1. Solo di recente gli italiani hanno iniziato a scoprire che esistono tante alternative: Netflix stessa offre un ampio ventaglio di proposte a tema, soprattutto a livello di original. Come non citare, a proposito, BoJack Horseman, Disincanto, Big Mouth e così via.

La piattaforma infatti, tende tuttora a pubblicizzare davvero poco serie animate di terzi presenti sul proprio catalogo. Perfino gli appassionati spesso ignorano quando le nuove stagioni dello show approdano sulla piattaforma, e Archer, con le quattordici stagioni, non fa eccezione. Ed è un vero peccato che ancora in tanti la ignorino.

D’altra parte, seppur con stagioni più riuscite rispetto ad altre, Archer ha continuato per tutta la sua storia a regalare tantissimo divertimento. Lo ha fatto proponendo idee sempre nuove e storyline sempre più assurde e complesse che ribaltano le carte in tavola e creano nuove dinamiche. Archer non ha infatti mai temuto di abbracciare il cambiamento, spostandosi da un’ambientazione all’altra senza perdere mai la sua essenza unica.

Ogni stagione un nuovo capitolo di una saga, con nuove sfide da affrontare e nuovi mondi da esplorare, ma con la stessa inconfondibile irriverenza.

Peculiare è stata infatti la scelta di introdurre delle stagioni onirico-antologiche approfittando di un risvolto di trama nella storia principale. A partire dalla settima stagione, la serie per qualche tempo ha adottato un formato antologico, con ogni stagione che presenta un’ambientazione e un’atmosfera diverse. Ad esempio, l’ottava stagione (Dreamland) è ambientata negli anni ’40 e segue il team mentre gestisce un’agenzia di investigazioni private a Los Angeles. Una scelta che non è stata completamente apprezzata da tutti i fan della serie, ma che ha portato poi a un ritorno con il botto dopo la parentesi.

Con i suoi personaggi iconici, le trame intriganti, lo stile unico e l’umorismo al vetriolo, Archer si è distinta come una delle serie animate più innovative e avvincenti del suo tempo. Una serie che, ora che si è conclusa, ci mancherà davvero tanto. Uno show che consigliamo a chiunque voglia divertirsi con una serie di certo scorretta e volgare, ma anche molto intelligente e che omaggia al meglio tanto il genere della commedia quanto quello dell’action e dello spionaggio.

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