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Better Call Saul: nella 3×09 la deriva morale di Saul giunge al culmine

Ormai a un passo dal season finale, Better Call Saul continua nel suo percorso tutto interiore verso la scoperta del vero Saul Goodman. Le trame secondarie proseguono un po’ stancamente mentre l’occhio attento della telecamera indugia su ogni gesto e atteggiamento di Jimmy. È lui – ed è inevitabile che lo sia – il vero fulcro anche di questo episodio. Tanti gli spunti da analizzare a fronte di una trama canonicamente semplice e lineare.

Abbandonati gli intrecci legati al lavoro da produttore di spot pubblicitari, l’azione si concentra su una questione ancora aperta ma finora lasciata in sospeso. Ricordiamo bene la vicenda della casa di cura Sandpiper Crossing dagli episodi 1×07 – 1×08; Jimmy era riuscito a scoprire che la società faceva la cresta sui conti dei poveri anziani e aveva avviato una class-action. Dopo esserne stato escluso dalla HHM, aveva comunque mantenuto il 20% netto sul valore del risarcimento finale.

In questa 3×09 Jimmy sfrutta l’occasione, dunque, per avere aggiornamenti sul suo “investimento” a lungo termine. Si rivolge perciò a Irene, la simpatica e dolce nonnina che costituisce la “prima querelante”, ovvero “una sorta di deputato o di ambasciatore” di tutti i soggetti-accusatori coinvolti nell’azione legale. Jimmy sa bene che la questione sarebbe andata per le lunghe e di fronte all’offerta di patteggiamento (rifiutata) già avanzata dalla Sandpiper non può che trasalire. Avrebbe ricavato più di un milione di dollari.

La via che intraprende per ottenere quella cifra segna un’ennesima svolta in negativo nella sua parabola discendente.

La strategia è piuttosto ovvia: far sì che gli altri anziani membri della class-action inizino a vedere sotto una luce negativa la povera Irene. Così facendo Jimmy può indurla ad accettare l’accordo con la Sandpiper. Jimmy sfrutta la sensibilità dell’anziana, l’importanza che per lei hanno i rapporti umani, le amicizie costruite. La mette all’angolo, la isola, le fa subire un trattamento di indifferenza e odio. Tutto per ottenere quanto prima la sua parte di compenso.

Better Call Saul

Se finora, come avevamo sottolineato più volte, Jimmy aveva sempre rispettato una sua morale, per quanto perversa, ora le cose cambiano. In passato, fino allo scorso episodio, le vittime dei suoi inganni erano sempre state persone che in qualche modo avevano “meritato” tali ritorsioni. Pensiamo ai Kettleman nella prima stagione, colpevoli di un furto milionario; Chuck, per aver sottratto il cliente a Kim; il broker oggetto della truffa di Giselle e Viktor (2×01); e nella 3×08 i due proprietari del negozio musicale (che volevano tagliare fuori Jim) e l’intransigente e insensibile supervisore ai lavori socialmente utili.

Insomma, in tutte le circostanze Saul aveva potuto nascondersi dietro il giustizialismo morale di una vendetta “giusta”. Ora il mondo si ribalta.

Un’ulteriore, decisivo e irrevocabile passo è compiuto verso la perdizione finale di James McGill. L’ultima barriera, l’ultimo spauracchio che separava il protagonista di Better Call Saul dall’anarchia morale delle sue azioni è stato oltrepassato. Con quel meraviglioso citazionismo (tutt’altro che fine a se stesso!) che solo Vince Gilligan sa regalarci riusciamo a cogliere e a scandire i momenti salienti dell’ennesima conversione di Jim.

Il primo, importante indizio è quello inserito nella scena della sala Bingo. Mentre predispone ogni cosa alla manomissione della lotteria Jim tocca ripetutamente l’anello. E la telecamera non manca di soffermarsi sulla cosa. Il significato di quell’anello lo abbiamo ripetuto più volte perché in passato più volte Gilligan ci si è soffermato. Lo ha fatto in particolare nell’episodio conclusivo della prima stagione e nella premiere di questa season 3. Episodi determinanti nel segnalare i cambiamenti interiori del protagonista o per anticipare i futuri sviluppi.Better Call Saul

Quel gioiello rappresenta il pegno dell’amicizia con Marco, un rapporto fondato su truffe e raggiri. Rappresenta la finale accettazione della sua natura di Slippin’ Jimmy, truffatore dall’abilità incredibile.

Il secondo preziosissimo indizio arriva a raggiro compiuto. Jim irrompe nel suo studio legale per festeggiare con Kim ed ecco che in mano ha una Zafiro Añejo, una rara (quanto fittizia) tequila ottenuta dall’agave blue. La memoria del fan di Breaking Bad non può non tornare all’avvelenamento dei pezzi grossi del Cartello. Ma chi proviene dall’attenta e amorevole visione di Better Call Saul forse ricorderà che questa bottiglia appare nel primo episodio (anche qui un episodio d’apertura) della seconda stagione. In quell’occasione incontriamo per la prima volta Giselle e Viktor, i due alter-ego di Kim e Jim impegnati nella truffa ai danni di un tronfio broker.

Rispetto a quell’episodio tutto è cambiato, rimane solo l’inganno come deprimente costante.

Non c’è più il senso morale dell’azione (dare una lezione “a chi se lo merita”), non c’è più l’intimità con Kim. L’anello e la tequila segnalano la solitudine del truffatore, ribadiscono la strada senza ritorno intrapresa da Saul, sanciscono la sua finale rovina. E noi spettatori rimaniamo spiazzati, sconvolti, interdetti. Se anche noi, finora, immedesimandoci in Jimmy avevamo quasi abbracciato quella sua morale flessibile e giustizialista ora non possiamo che tacere. Jim salta il fossato, induce una tenera nonnina a fare quello che vuole a costo di distruggerla nei suoi affetti. Nelle poche certezze (le amiche) che una persona anziana spera di avere. Le toglie tutto. E lo fa per mero tornaconto.

Guardando quei suoi occhi commossi non sappiamo più se credere in lui. Non comprendiamo più se finge o è realmente scosso dal suo stesso comportamento. Sappiamo dalla 3×07 quanto Jimmy sia abile nel simulare commozione e tristezza (dialogo con l’assicuratrice). Sappiamo, dallo stesso episodio, quanto sia effettivamente capace di provare emozioni sincere (mentre siede sconsolato sul marciapiede). Ora, però, non siamo più in grado di discernere i due momenti. Finzione e realtà si sono fuse in un amalgama confusa e incerta. Saul Goodman è sempre più l’incoerente figura di uomo che ha perso ogni bussola morale. E vaga alla ricerca di un’affermazione personale del tutto venale.

“Fall”, il titolo di questo episodio di Better Call Saul non può che riferirsi alla caduta di Jim nel gorgo sempre più nero delle sue truffe.

Ma nello stesso tempo è facilmente trasponibile alla situazione di Chuck, escluso da Howard dalla pratica dell’avvocatura a fronte della sua condizione irrisolta; come pure di Nacho, rinnegato dall’onesto padre a causa del suo impiego al soldo dei Salamanca. Inevitabilmente una “caduta” è quella di Kim del tutto incapace di gestire i suoi impegni. La fretta costante che accompagna la sua vita, come avevamo già anticipato nella precedente recensione, è espressione di un’insofferenza interiore.

Di un’incapacità ormai evidente di assecondare la condotta di Jim. Su di lei grava il peso dell’intero studio legale. Non ha tempo né voglia di star dietro ai raggiri del compagno e quella tequila che era stata in passato premio del feeling tra Giselle e Viktor ora diviene tristo emblema della lontananza (morale e materiale) da Saul.

Il montaggio durante l’incidente con l’improvviso passaggio di frame simula la soggettiva del colpo di sonno. Una sequenza che non risulta certo nuova ai fan di Better Call Saul: nella 3×07 la stessa Kim si era addormentata in macchina per poi sobbalzare a causa dello squillo della sveglia. Anche in quell’occasione un salto di frame aveva riprodotto con estremo realismo il passaggio dal sonno al traumatico risveglio.Better Call Saul

L’immagine conclusiva con una Kim in confusione e tutta la documentazione all’aria rende al meglio il suo disorientamento psicologico. La fine è vicinissima e Kim, ne siamo certi, prenderà una decisione risolutiva.

Qualche spunto accessorio in calce a questa recensione della 3×09 di Better Call Saul. L’abito indossato da Jim (giacca di lino monopetto color crema) è un richiamo all’episodio 1×05. In quell’occasione adotta per la prima volta lo stile Matlock per accaparrarsi la fiducia degli anziani clienti (assidui spettatori della Serie Tv omonima).

Nella scena al centro commerciale possiamo notare il nome di un negozio: Krazy 8. Chi è passato dalla visione di Breaking Bad forse ricorderà l’omonimo personaggio (1×01 – 1×02), uno spacciatore già apparso anche in Better Call Saul (2×04, 3×06). Dalle prime puntate di BB sappiamo che un luogo per lo spaccio di Tuco era il centro commerciale. Facile immaginare che Krazy-8 abbia maturato il suo soprannome dal luogo in cui avveniva lo scambio della merce.

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