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Black Mirror è una di quelle serie fatte appositamente per la gente pigra: essendo antologica, gli episodi sono svincolati fra loro e l’unico filo conduttore è la forte influenza che la tecnologia ha sulle vite degli esseri umani, portando a situazioni distorte e a volte terribili. Secondo me amare questa serie è come quell’amore adolescenziale non corrisposto appieno: l’abbiamo provato tutti no? Quell’amore dolente, deprimente e avvilente. Eppure, nonostante queste emozioni negative, quando ci siamo stati dentro è stato quasi impossibile venirne fuori. Ecco, anche Black Mirror può annullarti, avvilirti e deprimerti, però non vedi l’ora che partano gli episodi della terza stagione. Ecco il perchè:

1x3#1. INQUIETANTE. L’aggettivo risulta abusato, me ne rendo conto, ma caratterizza nella sua generalità la serie. Pensiamoci: non è inquietante la voglia di ricordare tutto e farsi impiantare in testa un chip dove immagazzinare tutto quello che si è vissuto fino a danneggiare il proprio presente e il proprio futuro? O non è inquietante farsi mandare a casa la copia del proprio caro defunto per superare il trauma dell’abbandono?

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