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La realtà è opinabile, e Black Mirror lo sa benissimo

Al termine dell’episodio ho esordito con un’imprecazione: sono allibita.
Una puntata totalmente fuori di testa. Un’inception folle da lasciare a bocca aperta.
Non so cosa io abbia appena visto, cosa io abbia appena vissuto con Cooper ma è stato assolutamente pazzesco.
Spingersi oltre i limiti del sensibile è un gesto azzardato, giocare con la realtà è pericoloso. Discostarsi dal materiale è da matti. Mettere in discussione tutto ciò che si ha davanti è folle.
Come si fa a distinguere ciò che è vero e ciò che non lo è? Noi siamo ciò che siamo grazie unicamente al nostro cervello, alle percezioni che quest’ultimo ci fa avvertire. Noi siamo ciò che siamo grazie ai sensi. Come si fa a scindere la realtà se ciò che vediamo, sentiamo, se ciò che ci tocca esattamente sulla nostra pelle è realmente sulla nostra pelle?
In un mondo come questo governato dalla tecnologia, sono tantissime le cose che non sappiamo. Anche le cose che crediamo di sapere in realtà sono solo congetture da noi accettate come consolazione. Indagare oltre i limiti di ciò che ci appare è un’operazione talmente difficile ed ignota da essere quasi impossibile.
L’esperienza del protagonista ha qualcosa di toccante.
Partire per creare ricordi, mollare tutto per superare la paura di dimenticare e poi cadere nell’oblio perchè, invece, si è andati incontro a ciò da cui si è scappati.
Un episodio a schema circolare. La fine che si rifà all’inizio.
Tutti noi abbiamo paure recondite, nascoste in minuscoli spazi della nostra mente -di cui magari non sappiamo nulla.
Cosa accadrebbe se fossimo messi faccia a faccia con ciò che ci spaventa di più al mondo? E’ evidente che il timore più grande di Cooper fosse quello di perdere tutti i ricordi e così è stato. Anche se in realtà non era vero. Anche se in realtà è tutto stato frutto della sua immaginazione.

Questo episodio mi ha ricordato tantissimo lo special natalizio della seconda stagione. Quando tutto ciò che noi crediamo che sia in realtà non è. O anche l’episodio de “L’orso bianco”: quando la realtà non è realtà perchè è come vivere all’interno del Truman Show.
Quando ero piccola, e giocavo a The Sims, mi facevo i migliori viaggioni mentali ipotizzando il fatto che magari anche la nostra vita sarebbe potuta essere un gioco di ruolo. So che è folle ed anche un po’ stupido ma fondamentalmente: chi ci dice che ciò che ci circonda sia realmente ciò che noi crediamo che sia?
L’esperienza di Cooper è durata 4 secondi: era predestinato, evidentemente, a fare quella fine.
La nostra esperienza è durata 50 minuti, dai quali non ci riprendermo più.
Ho terminato l’episodio con la pelle d’oca e un “Porca miseria” molto più enfatizzato e scurrile che non replicherò qui per iscritto.
E, oggi, porterò l’ombra di questo episodio addosso riflettendo su ciò che è stato e se è stato realmente.