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La seconda stagione di BoJack Horseman si divide fra riflessioni e risate

La seconda stagione di BoJack Horseman riprende da dove ci aveva lasciati: BoJack è finalmente riuscito ad ottenere la parte che ha sognato per anni, diventando Secretariat nell’omonimo film che racconta la storia della vita di colui che è sempre stato il suo idolo. Ovviamente, non tutto è così semplice: attraverso gli stessi toni ironici e sarcastici della prima stagione, i nostri protagonisti indagheranno il significato di tristezza, apparente felicità e dell’avere uno scopo nella vita.

Come era già evidente dalla prima stagione, BoJack Horseman non è la classica serie animata che cerca di sfondare lo schermo attraverso il demenziale o la volgarità; seppure occasionalmente presenti, questi elementi non sono altro che un contorno comunque finalizzato a qualcosa di concretamente percepibile: un messaggio. Al proposito, il pilot della seconda stagione sembrerebbe, almeno in merito al protagonista, dare alcune risposte in particolare alla domanda “Possiamo cambiare o siamo destinati a rimanere quello che siamo?”.

bojack horseman

Infatti nella prima puntata vediamo BoJack intento ad avere un atteggiamento positivo verso la vita (seguendo le indicazioni di un app sullo smartphone), a volte inadeguato, visto che deve girare scene del film in cui il suo personaggio è triste. Ben presto però, dopo una tremenda conversazione con la madre (che gli dirà che lui non potrà mai essere felice, visto che è nato con la bruttezza interiore), BoJack si renderà conto che è inutile seguire delle strade che non sono state fatte per lui, ottenendo e scoprendo un’arma a doppio taglio: da un lato riesce ad interpretare Secretariat al meglio, ma dall’altro inizia a temere che non ci sia speranza di cambiamenti nella sua vita.

Del resto, persino il sogno della sua vita viene rovinato dal suo sfuggente modo di essere e, in generale, di vivere: infatti, venendo meno al suo contratto non presentandosi al lavoro, BoJack viene rimpiazzato dalla sua figura digitale creata al computer, che reciterà al suo posto anche le scene già girate.  Nessuno lo sa, addirittura si parla di Oscar, ma BoJack Horseman non è nel film in cui è protagonista: l’importanza dell’apparenza e il tema della superficialità riemergono con forza dunque in queste puntate, conferendo tuttavia un tono più cupo e meno ironico di quello ammirato nella prima stagione.

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Ma perchè BoJack ha mandato tutto all’aria, per la rabbia e disperazione di Princess Caroline? Potremmo definire il suo l’inseguimento di un’idea, Charlotte, senza che abbia fatto i conti con la realtà: infatti, BoJack credeva che raggiungere la sua vecchia conoscenza nel New Mexico avrebbe cambiato la sua vita; per un po’ effettivamente lo fa, ma poi rovina tutto costringendo la cerbiatta a cacciarlo. Anche Diane era innamorata dell’idea di salvare vite innocenti, ma quando si è resa conto di cosa significasse, ha dovuto mollare; tematica ricorrente in questa stagione è il credere di desiderare qualcosa, semplicemente perchè non si sa come essa sia veramente.

Inoltre, le 12 puntate di questa seconda stagione portano ad un livello successivo la depressione di BoJack Horseman, persino rispetto a quello che abbiamo visto nella prima stagione.

Infatti, la sua incapacità di relazionarsi con la vita emerge in ogni aspetto dei suoi rapporti sociali: abbiamo citato il caso lavorativo, ma si pensi anche alla catastrofica fine della relazione con Wanda, l’unica che lo apprezzava per quello che era nel presente, e non per quello che era stato negli anni ’90 con Horsin’ Around. La depressione di BoJack riflette e fa riflettere tutti coloro che si fermano anche solo un secondo a pensare alla vita: “Diventa più facile. Ogni giorno un po’ più facile. Ma devi farlo ogni giorno, è questa la parte difficile” è la frase che conclude la stagione, lasciando barlumi di speranza ma anche tristi riflessioni.

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La seconda stagione di BoJack Horseman perde un po’ del brio ammirato nella prima, risultando più riflessiva sui problemi della vita, visto che la depressione del protagonista è crescente; non mancano tuttavia le gag che la rendono imperdibile anche per chi voglia semplicemente svagarsi, visto che la serie mantiene forte il proprio cavallo di battaglia: ironia e riflessione unite per un unico obiettivo, raccontare qualcosa in più sulla vita.