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3. “Io ti ho salvato la vita, Jesse. Tu salverai la mia?”
breaking bad 3

Un finale che fa da palco scenico di una splendida sfida psicologica e di potere, dal teso esito tutt’altro che velato. Un esito completamente espresso che svela senza esitazioni ruoli e colpevoli, ma irrisolvibile a causa della stasi generata da Walter. Una stasi scomoda ma che lo rende momentaneamente intoccabile, e gli concede tempo supplementare a quello che era ormai misurabile col contagocce con l’avvento dell’operato di Gale ed il piano di Gus di usarlo come rimpiazzo.
Jesse, in aiuto a Walter, scopre l’indirizzo di Gale. Lo fornisce a Walter invitandolo però a cambiare idea, a risparmiargli la vita.
Walter è pronto, varca la soglia di casa, con la velocità di un passo che non potrà mai evitare il futuro prossimo imbocca il vialetto, prima di venire intercettato dall’auto sulla quale è costretto a salire e che lo condurrà in lavanderia per essere giustiziato da Mike, sotto le direttive di un Gus ormai sfiancato dalle iniziative a lui sconvenienti di Jesse e lo stesso Walter.
Il tempismo beffardo ha costituito la leggera ma stravolgente variabile che ha debilitato il piano, il granello di sabbia sulla lente che, nel tentativo di essere rimosso, la graffia ulteriormente.
Walter riesce ad avere l’attenzione di Mike nel promettere di fargli avere Jesse, e riesce a telefonarlo.
Sembriamo vicini al momento in cui la devianza raggiunge il nefasto carattere dell’indecente mancanza di empatia e disarmante naturalezza nel sacrificare il prossimo.
Ma è ancora presto: Walter, in un fugace istante, riesce ad avvertire Jesse di essere in pericolo e lo invita ad andare personalmente ad eliminare “la regina“, Gale.
Mike gli sradica il cellulare di mano e chiede spiegazioni: Walter rivela di essere ancora un tassello intoccabile del mosaico imperiale di Gus, data la morte ormai prossima di Gale.
Walter ha preso la regina, ed annuncia scacco al Re.
Jesse raggiunge l’appartamento ed uccide Gale, per il bene di un uomo a cui si attacca come figura paterna mancata, ma che parallelamente è solo una delle tante sublimazioni di una sfera emotiva apparsa sempre drammaticamente labile e carente.
Con un colpo di pistola, Jesse spara alla sua stessa etica.
Quella etica a cui è attaccato in maniera istintuale, innata e tanto ingenua quanto buona, quella che si contrappone all’etica di Walter nell’astenersi dal fare del male ai membri della propria famiglia in ogni decisione presa per il compimento della sua ascesa, un attaccamento etico vissuto in maniera più snaturata, come dogma appreso e forzato.

La nemesi è svelata e funge da reagente, andando a risvegliare un latente processo di cristallizzazione che scarnifica il buon padre di famiglia dalle represse ambizioni, e genera il tiranno.
Voto: 7-

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