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Jesse Pinkman, la negligenza non siede sul trono

Correre, sbraitare, fallire e rialzarsi per conquistare quell’estasi maldestra trasudata dal raggiungimento di un obbiettivo, quella gioia tanto appagante quanto effimera. Isolarsi dal mondo per scalare una montagna e sentire poi la mancanza di quel che si è lasciato. L’eterna maledizione dell’uomo, il persistente fardello dell’erede al trono mai incoronato Jesse Pinkman.

Pinkman

Giovane, avvenente, disordinato, scapestrato e per niente talentuoso. Jesse Pinkman è decisamente lontano dall’identikit del bravo ragazzo. Eppure c’è un mondo sommerso e sconfinato pronto ad accoglierlo come un prodigio della natura. Il fortuito (secondo) incontro con il professor Walter White è il biglietto d’ingresso per quel mondo, per quella gloria tanto bramata. La strada è un palcoscenico tosto e violento che può farti cadere nell’inferno attraverso il paradiso perché la ricchezza a portata di mano è bilaterale. Fama, soldi e prestigio sono le diaboliche muse ispiratrici di questi artisti del male che vogliono sfruttare il pericolo dell’ignoto del mondo criminale pur di far fronte alle loro debolezze. Perché fondamentalmente uno spacciatore è colui che spera ancora nella vita eterna nel pericoloso ambiente criminale, e Jesse Pinkman è senza dubbio tra essi. Uno studente disastroso, pecora nera di una famiglia tutta d’un pezzo. Uno che ha la rinnegazione nel sangue e che non teme le tremende ripercussioni delle sue azioni.

Pinkman

 

Quel ragazzo indisciplinato e inutile merita l’attenzione della DEA? Ma soprattutto: egli può radunare quelle ingenti somme di denaro viste al telegiornale? Domande che una mente illuminata come quella del sig.White non può tralasciare. Oscuri quesiti che spingeranno il subdolo professore ad arruolare per le sue losche trame uno sconfitto Pinkman. La suggestione generata dall’agire nell’ombra di un insospettabile spingerà il giovane cuoco ad accettare e la sua incoscienza inizia a condizionargli la vita. La mirabolante epopea di Jesse comincia dalle menzogne di Walter White che lo userà come mezzo per ottenere i suoi scopi. Entrambi agiranno nell’incoscienza, nell’improvvisazione e talvolta rischiando tutto. E se da una parte vediamo un evoluzione (o involuzione) di WW sino a diventare il perfido Heisenberg dall’altra assistiamo al progressivo scioglimento delle convinzioni del rinnegato Pinkman. Colui che sembrava nato per sguazzare in quello squallido mondo comincia a ripudiare la sua natura compiendo passi importanti verso la maturazione definitiva. Come un bambino orfano del padre cercherà costantemente appoggio e conforto tra i tentacoli del suo mentore, generando un sentimento intriso di amore e odio. Un bilaterale compromesso tra testa, cuore e tasca che permette un avvicendarsi di emozioni contrastanti e opprimenti. Una vita intera a rincorrere l’apice della catena alimentare per poi scoprire che la gioia più pura è racchiusa nelle piccole cose lasciate all’impietosità del tempo. Un amara conseguenza per colui che corre all’impazzata senza mai fermarsi a vedere cosa ha lasciato: un sorriso di un bambino, un abbraccio paterno, un amore sbocciato e un amico su cui contare non sono compatibili con una vita da Re della droga. Salire sul podio più ambito comporta il totale asservimento alla causa e la rinuncia di tutte quelle cose che danno ricchezza senza doverle pagare.

Pinkman

Breaking Bad è il viaggio di Jesse Pinkman sulla strada della redenzione.

L’unico modo per salvare un anima deviata è quello di fargli scoprire quello che sta cercando. Lo sfarzo e i soldi non possono sovrastare la paura della morte e cedono il passo ad un ansia terribile e soffocante. Jesse vive costantemente con il timore che la porta che si è spalancato possa chiudersi con il suo sangue. Lo stesso sangue che sembra compiacere e appagare il suo socio Walter White. Ed è il mero egoismo di quest’ultimo a permettere che Jesse possa viaggiare fin nelle profondità piu oscure della sua coscienza per cercare la vera essenza di se stesso.

Fondamentalmente, e paradossalmente, Jesse è la dimostrazione che un demone può diventare un angelo purchè attraversi l’intero inferno e le sue mille sofferenze.

Non si concluderà bene questa improbabile partnership perché il suo talento diverrà la sua condanna e gli addii supereranno sempre gli arrivi. Chiunque nella vita di Pinkman si prende la briga di andarsene senza salutare. I genitori lo lasciano in balia di se stesso, Jane morirà strozzata dal suo vizio, Mike perirà per saziare la fame di Heisenberg, Andrea verrà martirizzata per una malevola causa. Prezzi non necessari da pagare ma frutto di una scelleratezza meschina che governa lo scorrere degli eventi in Breaking Bad, dove si parla di reazioni collaterali. E quando il dolore oscura totalmente il suo cuore Pinkman inizierà a sfociare nella pazzia più pura che lo obbligherà a legarsi ad un pericoloso sicario, a sottostare a logoranti regole, a frequentare corsi per tossici anonimi schifandosi degli oscuri scopi di WW e a innaffiare di soldi un quartiere noncurante delle pesanti conseguenze.

Pinkman

Jesse Pinkman è decisamente idoneo alla definzione di ragazzo tormentato ed è sicuramente l’emblema dell’uomo vittima degli errori di una scelta triste e di un destino avverso.

Destino che riserverà al giovane Jesse un escalation di dolore fino al raggiungimento dell’apice dell’inumanità derivata dal ricatto e dalla prigionia. L’ennesimo sopruso di una vita passata a chiudere conti e ad aprirne altri. Un esistenza macchiata dall’incombente presenza di Walter White e del suo lascito di morte. Una malattia che non ha logorato solo il malvagio professore ma anche coloro che ruotavano attorno la sua orbita. Tutti hanno pagato le conseguenze della paura di Walter. Jesse soprattutto.

Pinkman eleva il suo ruolo e la sua cucina sino a livelli mai visti in maniera inversamente proporzionale all’amore che prova per se stesso.

Un sentimento verso di sè che va scemando pian piano e che culminerà in un pianto misto ad una risata. Emblema della doppia faccia maligna dell’effimero successo di un criminale. Una metafora chiara derivata dall’attitudine dell’uomo di elevare se stesso una volta evaso dallo squallore.

Ridere e piangere, sudore e lacrime, gioia e rabbia, amore e odio, maledizione e redenzione. La vita di Jesse Pinkman è un altalena che oscilla tra la luce e l’ombra, emblema della doppiezza dell’uomo. Perché la maledizione è la salvezza per lui hanno lo stesso nome: Walter White.

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