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Criminal Minds: nella mente dell’assassino

Cosa si prova ad addentrarsi nella mente di un criminale? I profiler americani della Serie Tv Criminal Minds lo fanno in ogni episodio, da ormai ben undici stagioni.

Il drama ideato da Jeff Davis (Teen Wolf) e Erica Messer è comparso sugli schermi della CBS nel lontano 2005, ed è ancora in programmazione, con la dodicesima stagione che vedremo in autunno. Uno dei nuovi volti della squadra sarà l’affascinante Adam Rodriguez, già visto nei panni di Eric Delko in CSI-Miami e Bobby Talercio in Ugly Betty. In Italia la serie è trasmessa in prima visione sul canale satellitare Fox Crime e in chiaro da Rai 2.

Già dai titoli di testa si intuisce lo scenario della serie: agli attori del cast principale è affiancata la foto segnaletica di alcuni dei serial killer statunitensi più famosi, da Charles Manson a Richard Ramirez, passando per David Berkowitz, Theodore Kaczynski e John Wayne Gacy. Ogni episodio è auto conclusivo, e tutti i casi sono stati scritti con l’aiuto di un ex agente dell’FBI, ispiratosi al ricco archivio compilato in oltre trent’anni dai profiler americani.

Era il 1991 quando la figura del profiler fece capolino irrompendo nella tranquillità domestica dei telespettatori: Jodie Foster nei panni di Clarice Starling chiede aiuto ad un pericoloso killer cannibale, nonché ex psichiatra e criminologo, per catturale un sadico che scuoia le ragazzine. Anthony Hopkins nel ruolo di Hannibal “The Cannibal” Lecter è uno dei primi personaggi che ha usato la profilazione criminale come un’arma a doppio taglio.

Lo strumento comportamentale e investigativo usato dalle squadre di agenti in Law & Order: Criminal Intent, Profiler – Intuizioni mortali e in Criminal Minds, solo per citare la maggiori serie del momento, è una branca della criminologia atta a determinare un profilo psicologico in grado di anticipale le mosse dei killer. Così facendo però, spesso si viene risucchiati da un vortice di violenza psicologica dal quale anche gli agenti più addestrati arrancano per liberarsi.

In Criminal Minds, l’Unità di Analisi Comportamentale (BAU, Behavioral Analysis Unit) è una squadra speciale di psico-criminologi dell’FBI incaricati di elaborare un profilo psicologico e comportamentale degli assassini seriali, chiamati S.I. (Soggetto Ignoto, nell’originale Unsub, da Unknown Subject). Gli esperti di profili criminali sono principalmente psicologi, psichiatri e criminologi. La sede centrale della BAU si trova semisepolta nel terreno all’accademia dell’FBI di Quantico, in Virginia.

La struttura dell’episodio è abbastanza costante, con l’incipit in cui la polizia locale fa richiesta di aiuto al BAU, e la squadra parte con il loro jet privato, in cui i protagonisti cominciano a stilare un primo identikit. Questa sezione dell’FBI non si occupa di tutti i casi d’omicidio, ma solo di quelli più intricati e, specialmente, di quelli seriali. Per fermare un serial killer spesso è necessario anticiparlo e capire quale sarà la sua prossima vittima, qui entrano in gioco i profiler e le loro particolari capacità di immedesimazione nella mente criminale.

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All’inizio e alla fine di ogni episodio, fuori campo ma anche a volte durante i dialoghi, c‘è sempre una citazione di un personaggio famoso riguardante il caso di cui si occupano.

Sul campo gli agenti si dividono il lavoro: J.J. si occupa di parlare con gli agenti di polizia, con le famiglie delle vittime e con i mass media; Morgan si immedesima nell’assassino, cercando di capire il perché del suo comportamento, aiutato da Garcia e la sua rete informatica a Quantico; Gideon e Reid, gli “intellettuali”, si occupano della ricerca dei dettagli, spesso in parallelo con altri casi del passato.

Dato l’enorme egocentrismo dei Soggetti Ignoti che amano far parlare di sé attraverso i mass media, gli agenti del BAU riescono a stilare un profilo completo ed arrestarli. La conclusione è spesso caratterizzata dal loro aereo in volo, che rientra a Quantico e dalla voce di uno di loro, pronunciante l’aforisma della conclusione.

Pezzo dopo pezzo, caso dopo caso, anche gli agenti di Criminal Minds si rivelano attraverso il gioco perverso della profilazione criminale. Quando sei costretto ad entrare nel lato oscuro della mente umana, devi aggrapparti agli affetti più sinceri per poterne uscire indenne. E non sempre basta, come abbiamo imparato dai trascorsi di Gideon & com.

La squadra originale era composta da personalità eccentriche che confluivano in una sorta di macro famiglia multiculturale. Tra i principali, cito:

Jason Gideon (interpretato da Mandy Patinkin) era il profiler più anziano, una sorta di padre putativo degli agenti più giovani. Dopo una brutta esperienza dovuta ad un’intuizione sbagliata che aveva provocato la morte di sei ostaggi, si era ritirato a vita privata. Il suo ritorno attivo sul campo ha dato nuova linfa vitale al gruppo.

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Jason Gideon

David Rossi (interpretato da Joe Mantegna) è subentrato all’agente Gideon nella terza stagione. Di origini italiane, è stato uno dei fondatori negli anni ’60 dell’Unità di Analisi Comportamentale con scopi principalmente rivolti all’insegnamento di materie come criminologia applicata e avviò il primo progetto di ricerca sulla personalità criminale. Solare ed estroverso, è la persona a cui tutta la squadra si rivolge quando ha bisogno di un consiglio spassionato.

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David Rossi

Di supporto nella supervisione vi è Aaron Hotchner (interpretato da Thomas Gibson), ex membro degli SWAT e brillante avvocato. Un uomo diligente e tutto d’un pezzo, che ha subito una grossa perdita per mano di un serial killer (gli ha ucciso la moglie Haley), gettandolo nell’oblio della disperazione. Il Mietitore è stato il caso che lo ha segnato di più in tutta la carriera.

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Hotch

Derek Morgan (interpretato da Shemar Moore), aitante uomo di colore, ha un passato oscuro fatto di micro criminalità e violenze subite da ragazzino. Rappresenta il braccio armato della squadra, sempre in primo piano e pronto a gettarsi nella mischia pur di salvare la vittima designata. Ha un rapporto speciale con la sua “bambolina”, Penelope Garcia.

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Derek Morgan

Esperta di informatica e abilissimo hacker, il suo lavoro lo svolge dalla stanza dei monitor. Look stravagante e personaggio squisitamente civettuolo, Garcia (interpretata da Kirsten Vangsness) ha con Morgan, il suo “zuccherino” una complicità umana che li rendono la coppia perfetta.

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Penny Garcia

Il protetto di Gideon è l’agente speciale Spencer Reid (interpretato da Matthew Gray Gubler), un genio poco più che ventenne, con un Q.I. di 187 e memoria eidetica. Onnisciente e timidissimo, è fondamentale per l’accuratezza con cui individua i dettagli del caso, gli basta un colpo d’occhio per intuire particolari insignificanti agli occhi degli altri agenti. Gioca spesso a scacchi con l’anziano agente, che considera una sorta di figura paterna, finendo per perdere tutte le volte.

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Spencer Reid

L’unica non profiler della squadra è Jennifer “J.J.” Jareau (interpretata da A. J. Cook), esperta in comunicazioni e mass media. È l’intermediario tra gli agenti che chiedono consiglio al BAU e portavoce con la stampa. Amica fidata del cucciolo Reid, ha avuto incarichi sotto copertura in Medio Oriente che l’hanno allontanata momentaneamente dalla squadra di Quantico.

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J.J.

L’enorme successo avuto da questa particolare e accuratissima Serie Tv ha portato alla nascita di due spin off. Criminal Minds: Suspect Behavior è stato introdotto come backdoor pilot all’interno della quinta stagione, con a capo della nuova squadra Forest Whitaker. Purtroppo non ha ottenuto i risultati sperati ed è stata cancellata dopo una sola stagione di tredici episodi.

Invece Criminal Minds: Beyond Borders con Gary Sinise sembra essere più fortunata. Il backdoor pilot introdotto nella decima stagione ha riscosso un buon successo e la serie è stata confermata per una seconda stagione.

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Vicende umane strazianti, casi intricati e citazioni d’autore hanno fatto sì che Criminal Minds riscuotesse negli anni folte schiere di seguaci affezionati. Tutti abbiamo un lato oscuro e delle pulsioni represse, vederle risolversi dietro lo schermo è una sorta di catarsi mediatica di cui, sempre più spesso, abbiamo estremo bisogno.

 

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