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La critica più comune a Da Vinci’s Demons riguarda la sua più totale inattendibilità storica: niente di più vero, ma se volete conoscere la biografia del genio fiorentino consiglierei qualche buon libro di storia, o magari una gita al Louvres.

Tra queste 28 puntate, distribuite su tre stagioni, la serie ideata da Goyer vi racconterà il percorso di un uomo in costante tensione tra il divino e il terreno, il bene e il male, la cui chiave di volta per comprenderlo sta proprio nel suo essere perfettamente in equilibrio tra gli estremi: in poche parole Starz ha trasmesso sul piccolo schermo la trasposizione cinematografica del concetto stesso di Uomo Vitruviano. La serie non ci racconta chi era il Da Vinci, ma ciò che il genio stesso ci avrebbe voluto raccontare…

Da Vinci's Demons
Da Vinci’s Demons

Una storia che inizia in una stanza: il Turco ha tra le sue mani un mistero, ma, ben lungi dal rivelarci il segreto, la scena stacca velocemente e ci trasferisce nella classica situazione da postumi del giorno dopo, peccato che il sodomita sia Galeazzo Maria Sforza e la location sia il Ducato di Milano: corruzione, liberalità, omicidio, sangue. E poi Leonardo. Un arrogante bastardo fin troppo consapevole delle proprie capacità, e in un qualche modo fiero di tutte quelle sue psicosi che lo rendono inadatto alla società in cui è calato: un emarginato, un alieno, un nerd a suo modo, un escluso che ha provato davvero a farsi accettare, in particolare dal quel padre che si rifiuta di riconoscerlo, ma adesso il Leonardo ventiquattrenne ha imparato a godere di se stesso, immergendosi nella sua natura profonda e disturbata fatta di disegni, passioni, armi, violenze, oppio, dolore, traumi, debolezze e gioia goliardica.

Da Vinci's Demons
Da Vinci’s Demons

Leonardo è quello sbagliato, e nel suo essere sbagliato trova la perfezione. È questo il potere della nostra nuova letteratura: lo sbagliato diventa eroe. E non è Leonardo l’unico sbagliato, ma a modo loro ciascun personaggio della serie ha in sé qualcosa di profondamente fallibile, a partire dalla crew che circonda l’eretico pensatore: Vanessa, una delusione tra le monache che preferisce di gran lunga farsi ritrarre nuda dal pittore, e che mostrerà la sua forza nel diventare la più importante donna di Firenze, Nico (alias il giovane Niccolò Macchiavelli) che da ragazzino impacciato diventerà il mentore senza troppi scrupoli del crudele Cesare Borgia, e Zoroastro, molto più che semplice spalla, sarà lui il cuore e l’ancora che accompagnerà il Da Vinci fino ai confini della terra.

da Vinci's Demons
Da Vinci’s Demons

Ma fin dal primo episodio sarà la sensuale Lucrezia, la favorita di Lorenzo De Medici, a catturare la nostra più vivida fantasia, lei che, dolce demone sotto sembianze angeliche, raggiungerà la più profonda catarsi immolando se stessa a quel bene più grande che tutti credono di perseguire, ma che in fin dei conti solo lei, avvolta dal mantello del peccato, marchiata da una metaforica lettera scarlatta, concretamente raggiungerà.

In questa battaglia tra luce e oscurità, un’infinita sfumatura di grigi ci cattura nei suoi sviluppi più imprevedibili: ed ecco Lorenzo de Medici, ben lontano da quel mecenate da libri di scuola, e sua moglie, Clarice Orsini, che in se stessa racchiude quella perseveranza tutta femminile a non arrendersi mai, non davanti ai tradimenti del marito, né alla ribellione di Firenze, tanto meno alla guerra, alle congiure, ai lutti, in lei l’immagine della donna, madre e moglie viene presentata sotto tutte le possibili sfaccettature, quanto mai reali, in cui ciascuna di noi non può fare a meno di immedesimarsi.

da Vinci's Demons
Da Vinci’s Demons

Ed infine il lato oscuro, mai del tutto biasimabile, né tanto meno perdonabile: Papa Sisto spaccato in due ci mostrerà quanto l’estremo porta sempre alla distruzione, alla devastazione della guerra, della corruzione , del male; Carlo, un redivivo Jago shakespeariano, tra i più abietti e meschini personaggi creati dall’universo Starz che farà della menzogna e del tradimento il suo abito quotidiano, mai vittima, ma solo carnefice consapevole, imperdonabile nella sua lucida malvagità. Infine il conte Riario è il doppio di Da Vinci, quel mostro fuori dal controllo, il mr. Hyde vittima di se stesso, di un distorto senso di giustizia, di quei traumi medesimi che segneranno lo stesso LeonardoIn ultima analisi protagonista e antagonista si rispecchieranno, guarderanno ciascuno nell’abisso dell’altro precipitando inesorabilmente tra le braccia del proprio destino.

Perpetuamente in cerca di qualcosa di irraggiungibile, una madre, un padre, una casa o una patria, o una qualche forma di accettazione sociale, Leonardo racchiude in sé il concetto stesso di umanità sempre insoddisfatta, e così come l’Uomo Vitruviano esiste in quanto in equilibrio tra il cielo e la terra, allo stesso modo
il nostro protagonista sopravvive al centro di quel tiro alla fune combattuto tra i Figli di Mitra, misterioso culto paraisoterico che lo seduce e abbaglia giocando sulle sue debolezze, e il Labirinto, setta diabolica avvolta dal mistero. Fantasy e storico si mischiano, accompagnandoci in una realtà alla Assansin’s Creed dove il conte Vlad III impalerà in terra italiana i turchi guidati dal Saladino in cerca di conquiste e vendette, e le macchine da guerra di Da Vinci distruggeranno navi e città, con o meno il consenso del proto-ingegnere.

Da Vinci's Demons
Da Vinci’s Demons

Da Vinci’s Demons rappresenta una realtà in cui carneficine, omicidi e violenza si amalgamano perfettamente ad un’analisi psicologica multiforme e imprevedibile, a quelle fugaci gioie della carne e dello spirito, alle crisi interiori cui tutti noi esseri sbagliati siamo condannati. Trascinati in un vortice in cui bene e male non sono più le uniche risposte.