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Fargo ribadisce le sue regole anche nel secondo episodio

Caos come anagramma del caso. Scelte sbagliate. Irruenza della provvidenza. Malvagità di certi equivoci. Fargo è ripartita rispettando i dettami delle sue regole. Il primo episodio (qui la recensione), come di consueto, è servito a innescare l’inarrestabile girandola degli eventi. Una escalation di follia derivata dalla blanda consapevolezza nell’attimo di una scelta.

The Principle of Restricted Choice” invece ci fa capire l’amara conseguenza di esse. Dalle minacce si passa ai fatti e la storia inizia a prendere strade molto pericolose. Ray, oppresso dall’immagine di Maurice, cerca risposte e conferme attraverso l’unica cosa che sembra donargli un minimo di dignità: la bella Nikki.

La sua giovane fidanzata imputa però la colpa alla sua primordiale natura. Lei è una mina vagante e sembra esserne perfettamente consapevole. La sua espressione che combina accettazione e ricerca di equilibrio sfocia sempre nell’approvazione di Ray, quest’ultimo decisamente assuefatto.

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D’altro canto, quando i sensi di colpa non sopperiscono ad un’etica discutibile, è impossibile non crogiolarsi nella malefatta.

Ray è senza dubbio un individuo grossolano, ma buono fondamentalmente, e questo nuovo modo di vedere le cose gli è inedito. Nikki invece, forte di un’esperienza pluriennale nel mascherare le sue malefatte, sembra trovarsi completamente a proprio agio. L’indisponenza di Ray prende forma e diventa certezza quando accetta le bugie rifilategli dalla sua burattinaia. Secondo le quali il suo “Chi” bloccato è l’unico ostacolo verso la piena consapevolezza di se stesso. Ed è simbolicamente legato al francobollo custodito da Emmitt.

E mentre i due amanti pianificano il “necessario” furto, Gloria scava nel passato per decifrare il presente. L’ormai ex capo della Polizia, dai metodi poco ortodossi e antiquati, si rifugia sempre nel vecchio perché nella sua psiche teme il nuovo. Ed è proprio rovistando tra gli scheletri del defunto patrigno che viene a galla un indecifrabile risvolto. Come nel caso dell’ex marito, che risulta non essere la persona dipinta dalla sua mente, il suo patrigno potrebbe celarsi dietro una falsa identità. Entrambi gli uomini della sua vita indossano maschere.

Solo la morte può portare alla luce vecchie verità, e soltanto scoprirle può stuzzicare una primordiale sete recondita.

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L’oscurità inizia a prendere il sopravvento in questo nuovo episodio di Fargo.

Oscurità che è perfettamente a suo agio nella desolata e fredda Minnesota, che funge da perfetta serra di coltura. In particolare per i loschi traffici di V.M.Varga. Presenza negativa e asfissiante, il cui aspetto trasandato e malconcio tradisce una perfetta macchinosità operativa. Ed è proprio questa maschera che spinge Emmitt e il fedele Sy ad ingaggiare l’inadeguato avvocato Irvin. Il quale è persino incapace di cercare un nome su Google, cosa che stava paradossalmente per salvarlo. Ma le regole di Fargo sono molto rigide e le scorciatoie non esistono. Ragion per cui individui del calibro di V.M. possono destreggiarsi senza ostacoli. Uno scenario in cui un uomo senza identità può braccare la vita di chi vive sotto le luci della ribalta.

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Fargo deve far valere le proprie regole perché, nel suo universo, ogni compromesso comporta una reazione incontrollabile fino alla caotica affermazione della natura umana.

E ciò sfocia nel culmine del conflitto tra i fratelli Stussy. Emmitt, reduce dall’umiliazione di V.M., vede nell’assoluzione di Ray la via per l’ambito ricongiungimento tra i due. Ma l’ennesimo equivoco, e l’ennesima scelta sbagliata (mandare Nikki a trafugare il prezioso francobollo), destabilizzano quell’unico momento di armonia fraterna.

È guerra in Minnesota! Fargo prepara le carte per la prossima mano!

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Sensazionale l’ultima scena in cui Sy e Ray danno il via a quello che si preannuncia essere un altro bollente conflitto di questa stagione.

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