Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Gomorra » Gomorra è Rivoluzione, Rivoluzione è Genny Savastano

Gomorra è Rivoluzione, Rivoluzione è Genny Savastano

Terzo appuntamento con i personaggi di Gomorra: come abbiamo già detto, l’occhio di Hos si ferma a focalizzare uno per uno i personaggi della serie, perché è vero che si è detto di tutto.. ma non tutto! Ogni settimana, infatti, assoceremo ad un personaggio un sostantivo, e proveremo ad analizzarlo attraverso l’uso del termine scelto. Nelle puntate precedenti abbiamo parlato di famiglia con Don Pietro e di amore con Donna Imma, per completare la santissima trinità oggi prendiamo in esame Genny Savastano.
Rivoluzione: Movimento organizzato e violento col quale si instaura un nuovo ordine sociale o politico.

Movimento, organizzato e violento. Genny Savastano è tutto questo, o meglio Gennaro è principalmente un ribelle.
La figura del ribelle si traduce nella locuzione latina “hic et nunc” – Qui e Adesso – in quanto il ribelle non riconosce nel suo tempo né passato né futuro: nel cammino di Genny non c’è traccia di riflessione. Non c’è tempo di pensare, ma solo il desiderio e la forza di fare. Fare qualsiasi cosa per dimostrare il proprio potere e instaurare un nuovo ordine di comando.
Unigenito della famiglia più potente di Scampia, il giovane ci viene presentato come nu uagliuncell viziato ed ubriaco di ricchezza. Incapace di concepire e partorire alcun tipo di azione; ripete a stento le parole dei più forti, debole di carattere e flebile di pensiero, si lascia influenzare da tutti, diventa burattino nelle mani di chi lo indottrina per i suoi scopi: Ciro più di tutti, che considera un fratello ma lo tradirà come Caino fece con Abele.

La forza di Gomorra, sta nello straordinario percorso personale di ogni personaggio. Uno per uno i protagonisti si trasformano e si rivoluzionano. Genny attua la sua trasformazione in modo radicale, per niente sottile o graduale come nel caso della madre. Il viaggio in Honduras è un viaggio metafisico; l’abbandono del nido lo costringerà ad imparare a volare da solo e lontano dallo sguardo della mamma leonessa, e dei cani sciolti, si incattivisce e torna da Re. La rivoluzione è finalmente compiuta, ma ogni vittoria porta con sé le cicatrici della battaglia.
La battaglia di Savastano Junior non ci viene mai mostrata, ma ne percepiamo la violenza, ne sentiamo il dolore e la paura.
“Quand stav li in Honduras, stav int’a na capann, e insiem a me ci stav n’americano chi parlava parlava, parlava pecchè teneva paura. E intant’ e sord tuoj nunn arrivavan. ‘Na sera gli honduregni me mettetter’ nu macete n’man e gridavan’: “Accirel’! Accirel’!” Je pregav’, pregav’ ca corcrun’ me venev’ a salva’, ca tu me veniv’ a salva’! Ma nient’… E loro continuavan’ a grida’ “Accirel’! O accirimm’ nuje a te! E allora l’aggia fatt’: aggia abbiat’ a taglia’ primm’ a cap’, po ‘e bracc, po ‘e man’! L’aggia fatt’ piezz’ piezz’! Mo capisc’?!”
Quello che è tornato a casa non è Genny; Genny è morto in quella capanna in Honduras.
Guardatelo adesso! Guardatelo tutti.. temetelo tutti. Gennaro è diventato ‘om e ora vuole quello che gli spetta, anzi, vuole di più. Il desiderio di rivalsa lo acceca, così come la cocaina con gli amici. Decidere di mettere in scena la guerra più grande di tutte, in un tutti contro tutti ai limiti della follia.
E’ un ribelle, non gli importa del futuro. Qui e adesso s’adda cagnà sistema, e tutti i cani che aspettavano di festeggiare sul cadavere del leone devono morire. E moriranno, uno dopo l’altro, ma prima avranno paura. Gennaro attua la più comune delle strategie: quella del terrore.
Scappare non serve a niente, l’ira del principe delle vele di Scampia è grande, gli hanno ucciso la madre ed hanno messo in cattiva luce il nuovo clan con il temuto Conte. L’ultimo episodio è l’apice della rivoluzione Savastano, sequenze splatter, ansia, e tensione. Manca perfino la musica – sempre presente nella serie- proprio perché l’unica cosa che le nostre orecchie devono sentire sono gli spari.
Analizzare questo personaggio fornisce davvero numerosi spunti di riflessione, puntata dopo puntata cogliamo sempre qualcosa di nuovo.
Dalla serenata con Alessio per conquistare Noemi, alle scene nel club in cui Genny si mostra sicuro e dominante. I dialoghi nella grande tavola imperiale con la famiglia, dove percepiamo una grande arroganza nel presentarsi come capo e padrone di niente che gli appartiene, ancora. Il rapporto con l’amico Ciro, quasi un fratello maggiore, che da subito capiamo non essere semplicemente affettuoso. E dopo quello che sarà il viaggio, il cambiamento sia fisico che comportamentale; è dimagrito, è cattivo, ha i capelli rasati ai lati come i selvaggi guerrieri di quelle terre tanto ostiche quanto lontane che lo hanno plasmato per sempre. Riappare e si presenta con un colpo di pistola – in cui muore il cane fedele della madre- un saluto che ha il sapore amaro di un presagio di quello che sarà.
Gli uomini scelti dal padre soccombono uno dopo l’altro, ma chi riesce a salvarsi porta addosso il sangue e la rabbia dei compagni ed i cani sciolti arrabbiati sono pericolosi, si radunano in branco e iniziano a cacciare. Vecchia e nuova generazione di comando camorristico si faranno la guerra, ed il nemico comune è pronto ad abbuffarsi come uno sciacallo che sorvola un campo di battaglia.
Cala il sipario, torna la musica:
“…Nuje vulimme ‘na speranza ‘pi campà ‘riman…”
Finisce così l’ultimo episodio che getta la basi per quella che sarà una seconda stagione sanguinolenta, almeno nelle prima parte. Non escludiamo sorprese e colpi di scena, ma soprattutto grazie agli amici di Gomorralaserie.it sappiamo, per certo, che la rivoluzione di Genny sarà in divenire costante. Infatti ci garantiscono un nuovo cambiamento nella scrittura del personaggio.

Insomma, non vediamo l’ora di scoprire di più su Genny! Ma l’attesa sta per concludersi.

Nel frattempo: stay Hos, stay senz pensieri!