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Com’è davvero essere Benjamin Linus

Benjamin Linus è senza ombra di dubbio uno dei personaggi più controversi di Lost. Il suo essere sfuggente, le bugie, l’abilità di manipolare sono tutte caratteristiche che lo hanno reso per molte puntate il vero villain della serie di J.J. Abrams e Lindelof. Eppure, l’impostazione di Lost ci impedisce di dare giudizi assoluti sui personaggi: ognuno ha le sue ragioni, ognuno vive attraverso le molle che fanno scattare le corrispondenti reazioni. Ben non fa eccezione in questo senso, e anzi, soprattutto nella sesta stagione, vive una trasformazione che gli permetterà di svilupparsi come personaggio positivo nel finale. Ma quindi, com’è davvero essere Benjamin Linus?

benjamin linus

Punto di partenza necessario per la comprensione di alcune dinamiche del suo modo di agire è sicuramente il rapporto (o meglio, il non rapporto) con il padre. Roger Linus è un uomo instabile, a tratti violento e psicologicamente danneggiato; la nascita di Ben, infatti, è corrisposta alla morte di sua moglie, che non è riuscita a sopravvivere al parto. Da quel momento, Roger ha sempre fatto pesare al figlio la sua stessa esistenza, ricordandogli, ogni volta che il bambino, ragazzo e poi uomo compiva gli anni, che quello non era un giorno da festeggiare, visto che in quella data era morta la moglie.

Questo disprezzo di Roger ha di fatto forgiato il Benjamin Linus che abbiamo conosciuto: Ben è sempre stato sottovalutato, messo da parte, sottostimato.

La sua prima vendetta è stata uccidere il padre durante la purga, ma quell’evento è stato il primo di una lunga serie di cambiamenti che lo hanno reso diabolico e frustrato.

benjamin linus

L’idea della frustrazione in realtà è molto più presente in Ben di quanto si possa pensare, ed è un aspetto che comprendiamo soltanto man mano che passano le stagioni. Ben è frustrato perchè, come detto, nessuno (in primis il padre) aveva mai creduto in lui; è frustrato perchè ama segretamente Juliet, ma non è in grado di esprimere questo suo sentimento e ne consegue un comportamento esattamente contrario.

Il livello di frustrazione, tuttavia, raggiunge l’apice in due momenti in particolare: quando viene a conoscenza della presunta eccezionalità di John Locke, individuato dagli Altri come il loro prossimo vero leader; quando scopre che per tutta la sua vita ha servito colui che voleva il male dell’Isola, credendo invece di farne il bene.

Benjamin Linus ha sempre creduto di compiere il volere di Jacob, ma in realtà l’unico che si sia mai degnato di considerarlo (non per affetto, ma per i suoi scopi) è stato l’Uomo in Nero. Scoprire che Jacob non avesse nulla da dire su di lui è stata la prova definitiva del disinteressamento di costui nei suoi confronti.

La sesta stagione, che si basa sulle conseguenze di questa scoperta, vede infatti un Ben che non sa mai cosa fare, confuso, a volte spaventato e incredibilmente silenzioso. Le bugie che gli rimangono da dire non hanno più il peso di prima, perchè Ben ha perso la fiducia verso l’idea che aveva dell’Isola e, conseguentemente, in se stesso.

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A proposito delle bugie, perchè Ben mente sempre? Perchè alla base di qualsiasi suo piano di manipolazione c’è sempre almeno una bugia? La risposta è semplice: mentire è la cosa che gli riesce meglio. La bugia come automatismo comportamentale gli ha fatto fare tanta strada, il cinismo con cui ha accompagnato queste bugie lo ha reso leader indiscusso; i danni fatti agli altri sono stati vantaggi per se stesso: può, dal suo punto di vista, essere biasimata questa condotta?

Ultimo tassello, indispensabile per la ricostruzione psicologica di Benjamin Linus, è relativo alla figlia adottiva Alex; la scelta di lasciarla morire è il primo vero passo verso il cambiamento, attraverso il pentimento. Dopo averla salvata da morte certa da neonata, ne firma la condanna a morte perchè convinto che le regole stabilite da Widmore gli impedissero di farla morire; il suo errore costa la vita della figlia. Non riesce a convivere con questo fardello, è evidente, e il peso del senso di colpa lo porta lentamente a cambiare, come è evidente dal discorso che fa a Illana nella sesta stagione (episodio 7):

“Ho visto mia figlia, Alex, morire davanti ai miei occhi, ed è stata colpa mia. Avevo la possibilità di salvarla, ma ho scelto l’isola! Tutto in nome di Jacob, ho sacrificato tutto per lui! E a lui non importava neanche. Sì, l’ho pugnalato. Ero arrabbiato e confuso. Ero terrorizzato dall’idea che stavo per perdere l’unica cosa che ha mai avuto importanza per me: il mio potere! Ma ciò che davvero importava…l’avevo già persa. Mi dispiace che ho ucciso Jacob, e non mi aspetto che tu mi perdoni, perchè…io non riesco a perdonare me stesso”.

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