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7 cose che ho odiato di Lost

6. IL FINALE DI SERIE

Lo specifico immediatamente onde evitare fraintendimenti: a me il finale di Lost è piaciuto tantissimo. Ciò che non sopporto è, in primo luogo, il fatto che venga etichettato come un finale incomprensibile quando ha una risoluzione limpida e lineare (forse troppo!). Anzi, molte Serie Tv non garantiscono un lusso così grande di svelare l’arcano attraverso le parole di un personaggio, Christian Shepherd nella fattispecie, ma si congedano in maniera molto più criptica.

Un finale così comprensibile che, tuttavia, viene completamente travisato soltanto perchè gli autori hanno deciso di accompagnare ai titoli di coda le immagini di repertorio dell’aereo completamente distrutto. Ecco, allora, che si insinua l’assurda teoria secondo cui i personaggi sono tutti morti in occasione del disastro e l’Isola altro non è che il Purgatorio.

Capisco, invece, la delusione di quanti si sono scervellati per anni, avanzando teorie e cercando risposte, per poi ritrovarsi una spiegazione, tutto sommato, semplice (ma non banale). In sostanza Lindelof, Cuse e tutti gli altri hanno ragionato secondo il principio del rasoio di Occam, mentre i fan dopo sei stagioni, il rasoio avrebbero voluto utilizzarlo per sfregiare gli autori.

Ciò detto, per quanto io sia il primo a non lesinare critiche nei confronti di Lost, trovo stucchevole che il finale di questa Serie debba passare alla storia come qualcosa di sporco, corrotto, cancerogeno. In altre parole, ho amato il series finale, ma ho disprezzato tutto il caos che ne è scaturito.

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