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#VenerdìVintage – 20 momenti in cui Lost ci ha fatto piangere

2. Un eterno ritorno
Il disastro ha visto dividersi l’aereo di linea Oceanic 815 in due parti, prima che queste atterrassero rovinosamente sull’isola. “La coda” non è ancora stata ritrovata.
Le opinioni sono contrastanti: per molti è finita in mare, per altri è andata in frantumi, per qualcuno è atterrata in una differente zona dell’isola. Questi ultimi sono chiaramente la minoranza e, per giunta, nemmeno ampiamente convinta dell’idea alla quale in maniera speranzosa sono aggrappati. Non è così per Rose.
La sua convinzione è cristallina, sincera, e la espone in maniera serafica. Dispone di una sicurezza ed una calma che non genera inquietudine, bensì infonde altrettanta sicurezza.
Suo marito Bernard è in bagno, nella coda dell’aereo, quando questo si spezza. Ma Rose sa che è ancora vivo, e che lo rivedrà.
Ognuno di noi, sentendo Rose rassicurare chi si illude di doverla rincuorare per la sua perdita, si fida ciecamente della sua sensazione. Non da spiegazioni che differiscono dal semplice “E’ così, lo so già. Lo sento.”, e lo fa sempre sorridendo. Ci sentiamo quasi in dovere di abbandonare la sua causa, perché sostanzialmente non esiste una causa. C’è soltanto da aspettare che Rose dimostri di aver ragione.
Poi accade davvero: alle spalle di un Charlie immerso nella sua musica, si scorge Jin con delle persone a suo seguito.
Il gruppo ritrova la coda, e la scena in cui nuovi personaggi approdano alla spiaggia per presentarsi ai protagonisti, accompagna il ricongiungimento di Bernard e Rose con una naturalezza commovente.
In quell’istante, la commozione di Rose è emblematica della defettibilità dell’uomo, della sua insicurezza.
Da quel momento, i due non dovranno più separarsi.

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