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Narcos: la serie imperdibile targata Netflix!

Ho aspettato il 22 Ottobre come un bambino aspetta il giorno di Natale. L’arrivo di Netflix in Italia è stato per ogni fan seriale un regalo forse irrinunciabile, anche in considerazione dei costi contenuti e della possibilità di vederlo in tanti modi diversi. Ammetto di aver sperato di trovarci più titoli importanti (anche “datati”), ma non posso dire di essere rimasto veramente deluso, perché ne ho scoperti alcuni davvero interessanti. Il primo titolo con il quale ho voluto “testare” Netflix è stato Narcos. La serie basata sulla storia di Pablo Escobar era già sulla bocca di tutti quelli che hanno parlato in questi mesi di Netflix e del suo arrivo in Italia. E non potevo non iniziare dal “buon” Pablo e da una produzione originale per giudicare il nuovo arrivato. E devo ammettere che il nuovo colosso statunitense ha fatto nuovamente centro dopo avermi letteralmente folgorato con House of Cards e Frank Underwood.

narcos

Parto subito da una considerazione: in Narcos, tutto funziona alla grande! Il regista José Padilha ha voluto fare una serie diversa, proponendo una serie che strizza si l’occhio all’azione, ma con una vena documentaristica che la rende ancor più veritiera! La linea guida della storia, narrata dalla voce dell’agente della DEA Steve Murphy (magistralmente interpretato da Boyd Holbrook), si integra alla perfezione con immagini reali dell’epoca e con veri servizi del TG. Quest’opera sopraffina di montaggio, con la quale i filmati risultano assolutamente veritieri, è un’altra mossa azzeccata del regista, che ha voluto creare un binomio perfetto tra realtà e scena, tra immagini d’epoca e film.

E poi c’è il linguaggio. Vero colpo di genio di Padilha! I dialoghi tra i Narcos sono totalmente in spagnolo, scelta appropriata in quanto dà il giusto ritmo alle scene, cosa che né l’inglese, né qualsiasi doppiaggio avrebbe dato. E Narcos ha una sua identità ben precisa anche grazie a questo elemento, che lo contraddistingue da altre produzioni di genere. Le discussioni animate, i dialoghi tra i narcotrafficanti, ascoltati in lingua originale danno una sensazione diversa allo spettatore, come se stesse lì in quel preciso istante, e non dietro una scatola seduto comodamente sul divano. E questo è nettamente un punto cardine della riuscita di questa serie.

Wagner Moura, 39enne attore brasiliano, sembra Pablo Escobar in persona. Moura è ingrassato notevolmente, si è fatto crescere i capelli e i baffi, ha imparato lo spagnolo e si è calato nella parte del boss della cocaina alla grandissima! Padilha lo aveva già diretto nei due episodi di “Tropa de Elite” ed è andato sul sicuro scegliendolo per recitare il ruolo di protagonista del suo Narcos. L’attore brasiliano realizza un’interpretazione davvero notevole, sia quando si tratta di mostrare il lato più spietato di Escobar, sia nell’interpretare le sue debolezze, i suoi vizi, il suo ego smisurato. E’ un elemento importante della storia. Noi non vediamo solo l’Escobar spietato, cinico e in lotta contro il mondo intero, ma vediamo anche Pablo nella sua intimità. L’amore smisurato per la moglie (nonostante i continui tradimenti), la venerazione per la madre, l’attaccamento ai figli. Pablo è anche questo, un uomo qualunque che si alza la mattina, ciondola in vestaglia e canotta in attesa di un caffè con una faccia da bello addormentato. Il problema è quando poi decide di vestirsi.

Gran lavoro anche degli altri attori, con i due agenti della DEA Pedro Pascal (alias Javier Pena) e il già citato Holbrook (Steve Murphy) una spanna sopra tutti, ma senza dimenticare l’ottimo Generale Carrillo, il Presidente GaviriaGustavo, cugino e braccio destro di Pablo.

Funziona benissimo anche la Storia. Fin dall’inizio ci troviamo di fronte un Pablo Escobar già boss e Narcos, in grado di comprare o minacciare chiunque provi a mettersi sulla sua strada. Non è ancora il “padrone” della Colombia, ma lo diventerà presto, allargando il suo commercio di armi e merce rubata alla cocaina. E sarà l’inizio del suo Impero. Un Impero con un giro d’affari di 60 milioni di dollari AL GIORNO! Ma ogni Impero ha il suo capo, il suo leader e, a volte, il suo dittatore. Una volta ricevuta la porta in faccia per entrare in politica (con l’obiettivo di diventare il Presidente della Colombia), Pablo impazzisce e ammazza chiunque gli si pari davanti, scatenando una guerra con la Polizia e con i politici. Tra il 1979 e il 1984 si contano 3245 omicidi in Colombia, oltre 1000 dei quali sono agenti di Polizia.

Ora non possiamo fare altro che aspettare la 2° e ultima stagione di Narcos (la storia reale non può prevederne una 3°) con ansia e trepidazione, perchè le sensazioni che Narcos ti lascia dentro quando finisci di vedere l’ultimo episodio, sono di tristezza e di senso di vuoto. E di aver visto una Grande Serie! Grazie Netflix!!!

Paolo Martina