Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » News » Atypical: la serie TV targata Netflix che parla di autismo

Atypical: la serie TV targata Netflix che parla di autismo

Netflix ha dichiarato apertamente di voler portare contenuti originali a coprire il 50% del suo catalogo, e non sta affatto perdendo tempo. La piattaforma streaming più famosa e diffusa al mondo ha recentemente annunciato l’uscita di un nuovo show: Atypical.

Questa mini serie di 8 episodi tratterà un argomento molto delicato e assai attuale: lo spettro dell’autismo.
Il protagonista, un diciottenne chiamato Sam, è infatti affetto da autismo e questa comedy, o meglio dramedy, cercherà di raccontare al meglio le avventure di questo giovane uomo, intento a scoprire se stesso.
Un diciottenne come tanti, insomma, in continua ricerca di amore e indipendenza, in un percorso esilarante ma anche doloroso, che costringerà tutta la sua famiglia a interrogarsi su cosa significhi crescere, cambiare, innamorarsi e sopratutto sulla sottile differenza che intercorre tra l’essere ordinari e straordinari.

Netflix

Il talentuoso Keir Gilchrist interpreterà Sam e sarà circondato da un cast d’eccezione, sarà infatti Jennifer Jason Leigh, che abbiamo apprezzato in The Hateful Eight al cinema e in Revenge sul piccolo schermo, a vestire i panni di Elsa, la madre di Sam. Mentre Michael Rapaport (già visto in Prison Break al fianco di Wentworth Miller e Dominic Purcell, dove interpretava Donald “Don” Self) sarà il padre, Doug.

Purtroppo non è ancora stata rilasciata una data di uscita, ma la premiere è già pronta ed e stata diretta da nientemeno che Seth Gordon.
Un altro grande nome è quello della creatrice: Robia Rashid, che noi tutti conosciamo per il suo contributo, in qualità di produttrice, dato alla leggendaria (non a caso) serie How I Met Your Mother.

Così Netflix ancora una volta ci propone un grande lavoro: una serie TV con un cast stellare, una trama stuzzicante che affronta argomenti di enorme spessore e dei creatori da far girare la testa. Resteremo delusi? Io non credo proprio ma l’ultima parola sarà del pubblico.