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Normal People va rivista, rielaborata, quindi apprezzata

Quando ho visto per la prima volta Normal People (puoi trovarla qui su RaiPlay), ormai 4 anni fa, non avevo colto tutto il suo potenziale. L’avevo trovata noiosa ed ero particolarmente disinteressata alle vicende di Connell e Marianne. Avendo letto anche il libro, non riuscivo in nessun modo a immedesimarmi nei panni dei protagonisti. In realtà, non mi ero resa conto che questa serie tv andasse vista in un momento specifico. Se riesci a guardarla in quell’esatto istante della tua vita, riesci a renderti conto di quanto ne avessi davvero bisogno. Normal People è un viaggio nelle emozioni, quelle represse e difficili da accettare.

È un confronto difficile con noi stessi, è quella storia d’amore per cui abbiamo sofferto, è la lotta contro quei pensieri che non ci danno tregua neanche un secondo. Non si tratta della solita teen-drama, ma di una serie cruda che va dritta al punto, anche se inizialmente facciamo fatica a capire quale sia. Ci aspettiamo una risoluzione, un lieto fine oppure una morale. Alla fine, però, ci rendiamo conto che se aspettiamo l’happy ending non potremo far altro che rimanere profondamente delusi.

Perché Connell e Marianne di Normal People formano una delle coppie più vere di sempre

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Marianne e Connell in Normal People

Nell’era delle teen drama siamo sempre più abituati a vedere coppie irrealistiche. Proprio come un lavaggio del cervello, siamo incoscienti del fatto che quei modelli di relazioni che siamo abituati ormai a vedere, sono del tutto fuorvianti, a tratti irraggiungibili. Connell e Marianne in Normal People sono confusi. A tratti si vogliono, poi si evitano, ma non si odiano, mai. Sono due anime gentili, non li vediamo quasi mai arrabbiati, non fanno scenate spropositate, non li vediamo fare gesti eclatanti con una colonna sonora emozionante. Fanno il minimo indispensabile, eppure costruiscono un rapporto raro, che per quanto imperfetto, è semplicemente autentico (qui trovi un nostro approfondimento in merito).

Connell è popolare, eppure non è il tipico ragazzo popolare delle serie tv. Quasi tutta l’importanza che gli diamo, è quella che ci tramanda Marianne. È timido, a tratti impacciato. Confuso. Ci rivediamo nei suoi pensieri, soffriamo le sue ansie, condividiamo le sue paure. D’altra parte abbiamo Marianne. Pagheremmo per entrare un istante nella sua testa e confrontarci con le sue emozioni. Prima la giudichiamo, poi non possiamo che constatare che siamo più simili a lei di quanto vorremmo ammettere. Dentro il suo cervello c’è una lotta di pensieri, contrastanti, giusti o sbagliati poco importanza, sappiamo, vediamo e siamo consci di quanto questi la tormentino. Marianne è un personaggio incredibilmente interessante, a differenza di tanti altri personaggi femminili del mondo seriale, è talmente vera che ci sembra di conoscerla. Vorremmo darle consigli, ascoltarla e aiutarla.

L’amore vero è bello, ma fa anche male

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Marianne e Connell in una delle scene più toccanti

La peculiarità di Normal People, ciò che la rende così diversa dalle altre serie del medesimo genere, è la sua capacità di prendere temi stereotipati e renderli semplicemente reali. Pensiamo solo alla trama base. Connell è il più popolare della scuola, intrattiene una relazione segreta con la sfigata della scuola. Se ci fosse stata presentata una serie tv con queste premesse su Netflix (pensiamo a Maxton Hall) avremmo sicuramente finito per dire “ok questi alla fine si innamoreranno”. Peccato (anzi, menomale) che ciò che succede in Normal People è tutt’altro che scontato. Connell e Marianne si amano, dal primo istante, non hanno bisogno di tempo per capirlo, ma solo di maturare per ammetterlo. Si prendono e si lasciano per cose non dette, per malintesi, per l’incapacità di affrontare dialoghi di adulti.

Poi però, come dice Venditti, certi amori fanno giri immensi e poi ritornano. Anche se purtroppo a un certo punto le loro strade devono dividersi. I due giovani provano in tutti i modi a farla funzionare ma non sacrificando la loro vita. Non rinunciando ad esperienze nuove e evitando di passare attraverso le difficoltà legate alla salute mentale. Connell e Marianne si aiutano a vicenda, anche se non se ne rendono conto. Sono il punto di riferimento l’uno per l’altra, si separano ma nel momento del bisogno sono presenti per supportarsi. Ciò che li lega, aldilà dell’amore atipico e realistico, vi è una profonda amicizia e il rispetto, che aumenta con il passare degli anni (qui analizziamo il fenomeno dei teen drama).

Normal People non è una serie per tutti

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Una delle scene più intime di Normal People

Come dicevo a inizio articolo, la prima volta che ho visto la serie non sono riuscita a farmi coinvolgere. E se dovessi parlare alla me del passato le direi “sei fortunata, ritenta più avanti“. Lasciarsi coinvolgere profondamente da Normal People vuol dire sapere di cosa si sta parlando. Vedere la serie in un momento delicato della nostra vita può fare male, ma vi assicuro che sarà come parlare con una amica che non ha paura di dirvi le cose come stanno. Visionare le puntate è un po’ come un pugno allo stomaco doloroso ma necessario, perché i temi affrontati sono forti e rappresentati i maniera realistica. Connell, grazie a una interpretazione eccezionale di Paul Mescal (visto anche nell’incredibile Aftersun), riesce a trasmetterci tutte le emozioni forti che si provano prima, dopo e durante un attacco di panico. Chi ne soffre, avrà sicuramente sofferto insieme a lui.

La morte dell’amico lo mette di fronte a una sorta di revisione della sua vita e della sua identità. Si chiede se ha sbagliato qualcosa, se la vita che sta svolgendo è all’altezza delle aspettative. Sue o degli altri ancora non l’ha capito. Compie un passo importante affidandosi alla terapia, vuole stare meglio e vuole essere una persona migliore. Ad aiutarlo in questo percorso c’è ovviamente Marianne, che non lo lascia solo neanche di notte. Spegnere i pensieri prima di dormire è forse una delle cose più difficili, e vederlo finalmente chiudere gli occhi ci dà sollievo. Tutti noi, in quei momenti, dovremmo avere una Marianne al nostro fianco (qui trovi un approfondimento sulle serie teen drama che hanno segnato il genere).

Normal People ci spinge a guardare senza curiosità

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Paul Mescal e Daisy Edgar-Jones

Nell’era del sesso nelle serie tv, Normal People è riuscita a distinguersi anche sotto questo punto di vista. Da Bridgerton (qui trovi la nostra recensione) a Maxton Hall, siamo ormai abitati a scene di sesso o perfettamente stereotipate in cui la colonna sonora rende tutto perfetto, oppure a livello di cringe estremi. Il punto qual è? Che sono totalmente irrealistiche. Ovviamente, è proprio questa base di fantasia che ci spinge a guardare produzioni che ci fanno sognare ad occhi aperti, ma ancora una volta confermo che guardare Normal People non sarà mai fine al mero intrattenimento.

Le scene intime tra Connell e Marianne sono semplicemente meravigliose, a volte difficili da guardare ma non perché imbarazzanti, ma perché autentiche. A tratti ci pare di essere spettatori di un momento così intimo che vorremmo lasciar loro privacy. Normal People riesce a trasmettere tutte quelle emozioni contrastanti e viscerali che proviamo e non vogliamo manifestare. Perché oggi è sempre più difficile essere trasparenti, le emozioni spaventano, allontanano. Anche i protagonisti ne saranno spaventati per troppo tempo, e inevitabilmente ci chiediamo se un finale alternativo sarebbe mai potuto esistere. La verità è che anche in questa domanda e nell’epilogo della serie c’è così tanta verità che non ci sentiamo tristi. Perché la vita è fatta di scelte, a volte si può rimediare, altre è troppo tardi, per altre ancora si può solo andare avanti con la consapevolezza di aver vissuto davvero.

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