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Prison Break e il prezzo dell’evasione

Questa nuova puntata di Prison Break si apre con l’effetto farfalla preannunciato da Michael alla fine della precedente.

La gomma da masticare donata da Whid è il pagamento per quel ragazzino che porterà quel messaggio. Ormai siamo abituati al fatto che in Prison Break nulla sia lasciato al caso. Una pizza, nel mondo di Michael, ha lo stesso valore di mille dollari. Un tatuaggio permette di scrivere un messaggio, ma lascia posto a varie interpretazioni per chi ha il potere di saperle leggere. 

L’effetto farfalla che genererà la tempesta dallo Yemen a New York è partito.

Il signore delle gomme da masticare il signore delle Tic Tac sono uniti sono da qualche aeroplanino di carta, da un passo del Corano e dalle intuizioni che da esso possono derivare.

E Giuseppe disse al prigioniero ‘ricordami presso il tuo Signore’. Satana fece sì che dimenticasse di ricordarlo al suo signore. Giuseppe restò quindi in prigione per altri anni.

Tralasciando la disposizione a ruota delle parole che rappresenta il centro di Sana’a, anche la frase non è casuale. Come può immediatamente non riflettere la situazione che sta vivendo Michael? Satana in persona, per noi Poseidone, ha fatto in modo che Scofield venisse dimenticato e che di lui rimanesse solo un altro nome. Kaniel Outis.

L’officina, i passaporti, i modelli, le foto, i travestimenti… i dubbi di C-Note, di Sara, di Kellerman, di Whid e di Sheba diventano automaticamente anche i nostri dubbi.

Chi diavolo stiamo facendo evadere? 

Michael è sempre Michael o è diventato davvero Kaniel Outis? L’evasione è per un padre che non vede l’ora di riabbracciare suo figlio e sua moglie in mezzo ad una tempesta o è un nemico di qualsiasi cosa civile?

Tu potevi anche chiamarti Ramon Cadena durante l’evasione in Colombia, o com’è Asaf..com’è che si chiamava? Quello che è, quello in Egitto. Eri ancora te stesso. E adesso è uguale. Senti, ti facciamo passare per Kaniel Outis, pericoloso terrorista internazionale. Ma è solo un nome, una fedina penale, è solo un modo per farti finire in galera. Giusto? Insomma quello che voglio chiederti è: ti è successo qualcosa quando eri in isolamento? Ti sei convinto di essere davvero Kaniel Outis? Ora vuoi far uscire Ramal per davvero?

Noi fan veterani di Prison Break lo sappiamo bene. Non serviva che Michael rispondesse a quelle domande. Non serviva perchè le sue gesta avrebbero poi parlato per lui.

Il salvataggio di Whid durante l’inquisizione di Abu Ramal, gli svariati tentativi di contattare Sara di cui veniamo informati, la convinzione di non voler liberare degli assassini, il lavoro fatto tutti quegli anni a quanto pare per salvare la sua famiglia… Michael Scofield è tutto questo. E non se l’è dimenticato. 

Quello che è certo, per ora, è che la visione di T-Bag è la più azzeccata di tutte.

‘Ci sta trascinando in una delle sue vero?’ 

Nelle precedenti puntate di Prison Break Michael aveva affermato di non voler utilizzare la carta ‘famiglia’ per il suo gioco. Alla fine è stato costretto, nell’esatto momento in cui gli altri piani sono falliti. E’ vero che se nessuno si salva da solo allora nemmeno Scofield può farlo, soprattutto dentro ad una prigione in una città sull’orlo del collasso.

Il coinvolgimento delle persone amate comporta un peso da sopportare. Il peso è ovviamente quello dei cadaveri che si lasciano lungo la strada, quello di Sheba quasi violentata, quello di un commesso di un negozio di telefoni colpevole solo di aver dato qualche risposta a Sara. Il prezzo da pagare è essere considerato un terrorista, un traditore, un bugiardo. Il peso è essere considerato Kaniel Outis.

Quindi se il gioco di Poseidone è in qualche modo collegato a Kellerman, se questa misteriosa organizzazione ha giocato con la vita di Michael servendosene fino a partita ultimata, allora forse abbiamo anche la risposta alla libertà di Sara.

Se la ‘vedova’ Scofield condurrà il nemico direttamente nella tana del lupo, chi ne risentirà se non la famiglia stessa?

Al termine della puntata sembra tutto sul punto di cadere. Sara è definitivamente incastrata, T-Bag è rientrato a pieno nei giochi e tutti sappiamo che non è un bene. Il signor Jacob Ness convince sempre meno la moglie che non può far altro che nascondergli mezza verità. La fuga dalla prigione di Ogygia è fallita e Michael si lascia andare ad un messaggio di addio (un altro) che riesce a strappare un nodo alla gola a chiunque.

E allora? In cosa possiamo riporre la speranza? Quali indizi ci vengono lasciati per sperare in un almeno parziale lieto fine?

 

Prima fra tutto l’immagine qui sopra. Michael guarda il tatuaggio sulla sua mano, come in cerca di un ultimo appiglio, una chiave segreta come fu la pillolina nera a Fox River nascosta sotto pelle.

Poi la posizione con cui si appresta a registrare il video. E’ da notare come Michael scivoli contro il muro e si guardi intorno come se si volesse assicurare che qualcuno fosse lì ad osservarlo e/o ascoltarlo. Una maggiore intimità per un messaggio del genere l’avrebbe avuta senza dubbio rintanandosi nell’angolo opposto della cella d’isolamento, o chiudendo la finestrella sul corridoio.

Ultimo, ma non meno importante, l’abbandono di Sid nel piano di fuga e l’immediata resa sul tetto. Come molti altri fans di Prison Break hanno notato, quello non è un comportamento da Scofield. Egli non abbandonerebbe nessuno nelle mani di assassini, tanto meno un compagno a cui ha giurato fedeltà e libertà. In qualche modo si suppone che Michael avesse previsto il fallimento del suo piano, così da attivare quello successivo.

“Sara, ti metterò in pericolo dicendolo ma forse non avrà importanza perchè sarò morto e ti lasceranno in pace. Ma ti amo. Vedi, ti amavo, non ho mai smesso di amarti. Tutta questa finzione l’ho fatta per te. Sara, se..se dovessi davvero morire non lasciare che scrivano Kaniel Outis sulla lapide, perchè non sono mai stato quella persona. Fai scrivere il mio vero nome, quello dell’uomo che sono sempre stato. Michael Scofield.” prison break

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