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Prison Break 5×07 – Due uomini a confronto

La cosa più bella di Prison Break è sempre stata il suo essere totalmente imprevedibile riguardo a colpi di scena, presentazioni e risoluzioni dei problemi.

Un altro ingrediente che ho sempre amato di questa ricetta è il ‘riuscire ad entrare nell’ottica di Prison Break‘.

Per coloro che sono fan da una vita, che aspettavano questo revival come aspettano ogni boccata d’ossigeno, c’è una specie di modalità in cui si può entrare quando si guarda l’ennesimo episodio. Mi piace chiamarla ‘modalità Michael’, anche se è un po’ presuntuoso darsi questo titolo. Insomma..tutto questo per arrivare alla soddisfazione nello azzeccare qualche passaggio e, quindi, tutto questo per arrivare al ritorno di Sucre.

Fin dalla prima puntata avevamo previsto il suo aiuto con la nave per fuggire dallo Yemen o dalle zone limitrofe e così è stato. Il ‘previously on‘ ce lo aveva confermato e vederlo è stato solo un modo per farci illudere di aver capito come stavano andando le cose. La verità è che siamo ancora in alto mare. 

‘E’ proprio questo il bello degli eroi della Grecia. Prima o poi soffrono, non sono superuomini. Possono soffrire, possono morire.’

Partiamo da Mike Scofield, dal suo disegno e dal suo significato. E’ evidente che la sua filosofia per l’amore di questi eroi sia una sorta di profezia a cui condurre Sara. Sua madre deve agire per suo padre perchè per quante vite abbia, egli può soffrire e può morire.

In questa puntata di Prison Break è quasi evidente la connessione tra Mike Senior e Mike Junior (anche se non bisogna chiamarlo così), il legame che tutta la famiglia Scofield dimostra di avere anche dopo anni di distanza.

Sara si guarda la mano con l’anello e nell’inquadratura successiva si vede la mano di Michael tatuata con gli occhi. La stessa mano che poi si vede insanguinata per l’omicidio commesso da Jacob. L’anello della nonna, simbolo di bugie e di sentimenti falsati, viene ceduto senza nessun rancore da Sara e usato come merce di scambio (dal valore esagerato, quindi fasullo) da parte di Michael sulla nave.

In un altro momento il piccolo Mike viene preso nel tentativo di recupero il suo elicottero e Michael si sveglia di soprassalto. Come a voler mostrare nuovamente il legame tra i tre, Sara è pronta a stargli accanto.

Il legame tra Michael, Sara e il piccolo Mike non è l’unica forma di famiglia, soprattutto in questa puntata di Prison Break.

“Hai ancora tantissime cose da dirmi, no? Devi dirmi perchè sono il tuo asso nella manica. Ricordi? Sei parecchio importante per me. Non puoi morirmi proprio ora, Michael, dai. Ti ho chiamato Michael.. la prima volta che ho sentito il tuo vero nome, anche se ho sempre pensato che..beh per me è come se fossimo fratelli da quando ci siamo conosciuti, sai? Però da quando c’è Linc per la prima volta mi sono sentito un estraneo. Cioè tipo come se avessi perso una parte della mia famiglia o qualcosa del genere. Perciò capisci Michael, non puoi morire. Ti prego.”

Whip si confida con un incosciente Michael e al suo posto risponde il fratello maggiore di Lincoln confermandogli ciò che voleva sentirsi dire: “ormai sei uno di famiglia”.

Allo stesso modo famiglia significa libertà.

Ed è proprio la libertà ciò che Michael voleva donare a Ja. Libertà dalle mura, dalla prigione, dalla droga, da una dipendenza ad un mondo che non gli apparterrà più. ‘Sei un uomo libero Ja’. 

La libertà non ha prezzo. Non lo aveva ai tempi in cui Poseidone contattò Scofield e non lo avrà nel momento in cui un membro decide tirarsi indietro dalla fuga. Probabilmente rivedremo Ja, perchè nessuna storia in Prison Break finisce senza una vera e propria spiegazione. Per ora, però, la libertà è una spiegazione sufficiente. 

“Ti devo la vita, mi hai restituito il mondo.”

Il momento della verità viene visto da due prospettive diverse: gli occhi di un padre che ha appena ritrovato suo figlio e gli occhi di un uomo che conferma di aver da sempre rinunciato all’amore.

Jacob è Poseidone.

Come Sara forse molti di noi erano caduti vittima delle sue scuse e del suo viso innocente. Michael è la chiave per fare luce su tutto. E’ l’unica soluzione all’eterno problema di un mondo troppo corruttibile per permettere la salvezza a chi pretende solo di amare ed essere amato.

 

“Cos’hai fatto tu Sara. […] Cosa farai dipende solo da te”

Poseidone è troppo furbo per farsi ingannare da una coppia che, troppo presa dal voler sistemare le cose, non riesce a fare fronte unito. Michael non potrà andare da nessuna parte senza avere gli occhi del mondo puntati addosso. Non potrà fuggire allo scontro finale e alla resa dei conti con il suo “ex capo”.

Le conseguenze delle azioni tornano sempre. Aver aperto quella porta a Fox River scatenò degli eventi non indifferenti nella vita di Sara e di tutti i nostri protagonisti. Accettare l’accordo con Jacob privò Michael di amore, famiglia, identità e quasi personalità.

Proprio per questo motivo Poseidone ha ragione. “Cosa farei dipende solo da te”. Perché? Perché sarai proprio tu a pagarne le conseguenze.

Detta e fatta anche questa puntata di Prison Break. Siamo così giunti al -2 prima di dover nuovamente salutare (forse a tempo indeterminato) questo show.

Le cose da chiarire sono molte. Con chi parlava Poseidone al telefono? Con chi parlava Michael nella scorsa puntata? Entrambi hanno uno o più assi nella manica, ma ancora non ci è dato sapere chi giocherà l’ultima carta.

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