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La dolcezza brutale di Black Sails preannuncia l’ultima tempesta

Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla 4×07 di Black Sails

Dolce, ma brutale. Cinico, e allo stesso tempo sensibile. Quando si parla di Black Sails, gli opposti si stringono inesorabilmente in una morsa fatale dall’alto impatto emotivo, lasciandoci di volta in volta senza parole. Questo è uno dei punti di forza più evidenti della serie tv prodotta dalla Starz, e giustifica da subito l’evoluzione delle nostre recensioni dedicate alla quarta stagione. Una settimana fa, infatti, avevamo evidenziato l’immane brutalità emersa dopo aver visto la 4×06 (se volete dare un’occhiata al pezzo, lo trovate qui) e, nell’arco di pochi giorni, ci troviamo invece a parlare di dolcezza. Un paradosso? No, affatto. Si può affermare banalmente che bene e male coesistano in un unico disegno, e si può approfondire oltre inglobando l’idea di brutalità in un concetto deviante di sensibilità. Siete confusi? Proviamo a spiegarci meglio.

Black Sails

La 4×07 di Black Sails rappresenta il classico esempio di quiete che anticipa la tempesta, l’ultima. I primi sei episodi non ci avevano lasciato il tempo di respirare e riflettere. Gli eventi si erano accavallati e le morti si erano rincorse in un vortice crudele di contrappassi inevitabili (soprattutto nella 4×05) e fantasmi del passato pronti a dire la propria sul futuro già segnato dei pirati di Nassau. Prima del rush finale, serviva un pausa. Ma non chiamatelo episodio interlocutorio: in Black Sails la costruzione dei personaggi è centrale quanto l’incalzare degli eventi. È stato così anche stavolta, e l’ennesima definizione dei nuovi schieramenti ci ha offerto lo spunto per associare il destino dei nostri protagonisti a quelli di un gatto che tornerà sempre sul luogo del delitto, fino a trovare la morte.

Così come il tenero felino del piccolo Richard Guthrie ha scoperto la brutalità della vita attraverso il più semplice degli impulsi (la fame), i pirati troveranno la distruzione del proprio sogno per mano dell’assenza di lucidità (ne avevamo parlato dopo la 4×02). Cosa rende irrazionale un uomo più di ogni altra cosa? L’amore, capace in un attimo di tramutarsi in odio. L’odio porta con sé una vendetta, e il bisogno di vendicarsi trascina inevitabilmente verso l’anarchia (incluso Rogers, alleatosi con un nemico giurato degli inglesi).

La conseguenza è fin troppo semplice: senza ordine, una nazione non sarà mai tale, e un popolo senza nazione sarà sempre destinato a perdersi dentro un uragano. Quando ci sono i sentimenti di mezzo, si smarrisce la retta via. L’hanno dimostrato in passato Vane (totalmente lucido solo nello scegliere di morire) e Teach, lo confermano Long John Silver (un secondo dopo aver scoperto che Madi fosse ancora in vita), il già citato Rogers e l’amata Eleanor (fino a trovare la morte), l’inspiegabile Billy e, più di chiunque altro al mondo, James Flint, l’uomo sensibile trasformato dagli intrecci della vita in un capitano famigerato.

Black Sails

La sensibilità è un’arma a doppio taglio, da maneggiare con cura. Ne sanno qualcosa le donne di Black Sails, molto più lungimiranti e vincenti degli uomini sognatori. Il microcosmo maschilista non è altro che una facciata buona solo per i libri di storia: chi comanda realmente è Max, oppure Marion Guthrie. In Black Sails vincerà sempre chi lascia da parte il cuore e mette sempre in primo piano un disegno più grande. Chi non prescinde mai dalle conseguenze, ma le plasma a proprio piacimento. Questo, in fondo, è l’unico ordine possibile che potrebbe trasformare Nassau in una repubblica in grado di convivere con gli imperi. Bisognerebbe eliminare il gatto, come dovrebbe fare Calico Jack e probabilmente non farà.

L’unica condizione per portare a termine l’accordo tra Max e la nonna di Eleanor, infatti, è far fuori Flint, l’anello di congiunzione tra le utopie del passato e le possibili sicurezze del futuro. Non succederà perché Calico Jack terrà sempre in vita la memoria di Vane, a prescindere da quello che affermato. Non ci riuscirà, siamo sicuri. E il gatto tornerà ancora sul luogo del delitto fino a non trovare più cibo, trasformando l’innata sensibilità degli uomini in causa perenne di morte e distruzione. Senza cinismo non c’è ordine. Senza ordine non c’è pace. Paradossi, brutali controsensi. La quiete prima della tempesta, l’ultima. I sentimenti, purtroppo, non sono sempre un bene.

Antonio Casu 

Un saluto agli amici di Black Sails Italy, Black Sails – Italian fans e Black Sails Italia Fans 

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