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Homeland ci regala la puntata più bella della stagione

Attenzione: questa recensione contiene spoiler per chiunque non abbia visto la 6×05 ‘Casus Belli’ di Homeland.

OH

MY

GOD!

Cosa ho visto?

homeland

Cosa

ho

appena

VISTOOO?!

Non voglio sbilanciarmi, ma proprio per niente, ma questa è stata a mio parere, la puntata più bella della sesta stagione finora. Ma esageriamo: è stata una delle puntate più belle dalla terza stagione ad ora!

Una puntata degna dell’Homeland delle prime stagioni. C’eravamo lasciati a riflettere su cosa sarebbe potuto succedere dopo l’esplosione della bomba, ed ora, la domanda cambia di nuovo, cambia di continuo, come Homeland. In ogni episodio ha facce diverse, ogni sfumatura viene esaltata, diventa soggetto ed improvvisamente si trasforma in qualcosa di marginale che dipende da altro, come una catena creata per legare tra loro ogni evento.

Ora la domanda è: cosa accadrà a Peter Quinn?

Ma come sempre, andiamo per ordine.

La frase della puntata è:

BOOM!

Il monologo del conduttore (un moderno Joe di Medium) del programma televisivo Real. Truth apre la puntata e in un escalation di tensione e rabbia pronuncia questa parola. Un po’ come a voler riassumere quello che Homeland è stato in questa sesta stagione (qui potete trovare la recensione della scorsa puntata)

La puntata sembrava aver preso una direzione già ben definita, ci si aspettava una forte reazione dopo l’esplosione e così è stato, ci si aspettava un’accusa a Carrie da parte dell’FBI e così è stato, ed in tutto ciò, Quinn dimostra quanto spaventoso e leale possa essere in situazioni di emergenza.
Quinn sale di livello e Carrie, per la prima volta in questa stagione, non è protagonista dell’episodio, ma è la sola che riesce a dissipare la paura e a riprendersi la sua famiglia.

homeland

Il fattore che colpisce di più è la calma di Carrie, la stessa calma che nella prima stagione le ha permesso di tenere nascosto il suo disturbo. Personalmente mi sarei aspettata una reazione più incontrollabile, ed invece risolve la situazione, non si fa prendere dal panico e gestisce il caos, come era abituata a fare. A pensarci però, le avvisaglie di un suo rinnovamento le abbiamo avute, a partire dalla decisione di consigliare la Presidente eletta di nascosto fino ad arrivare alla conversazione con Dar Adal che ha esaltato le sue qualità politiche.

Dopo l’attacco a New York la Presidente eletta viene portata in un luogo sicuro, lontano da potenziali rischi, Saul viene fatto tornare in patria ed espone i suoi sospetti all’uomo più antipatico di sempre, un Dar Adal versione gentile che porta in regalo alla Presidente un telefono cellulare in grado di chiamare lo staff della Casa Bianca, che poi neanche funziona, come ho già detto nella scorsa recensione… un genio!

Homeland

Carrie intanto scopre che la registrazione che ha fatto scagionare Sekou non proviene dalla sua fonte all’interno dell’NSA, ogni indizio, anche quello più piccolo porta all’idea di una cospirazione.
Ma prima ancora che Carrie possa iniziare ad indagare, viene presa di mira, e con lei, anche la sua famiglia, costretta ad essere prigioniera in casa propria.
La reazione di Peter è legittima, non solo per il suo disturbo post traumatico, ma è stata un’evidente risposta ad un attacco esterno, stava proteggendo Franny e quello che ha fatto è stato per legittima difesa, una spiegazione che comprenderanno in pochi, compreso il capo della squadra di sfondamento che non ha provato neanche a mettersi in contatto con Peter prima di entrare in casa e rischiare una strage.
Ma Peter è un soldato addestrato, anche se ora le sua azioni possono sembrare scomposte e irrazionali, quello che fa è semplicemente una conseguenza di quello che è stato in passato. In una situazione di completa sanità mentale avrebbe forse evitato di sparare al manifestante (che io però chiamerei in maniera diretta idiota, ha meritato quello che gli è accaduto, almeno adesso ci penserà due volte prima di tirare pietre alle finestre delle case altrui), ma chi può dirlo con certezza? Era una situazione di pericolo che ha messo a rischio la vita di Franny, ed il suo comportamento non è stato assurdo.

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Assurdo non è stato neanche il tentativo di Carrie di calmare Quinn. Quello che ha detto è stata l’ennesima conferma di quanto lui è importante e di quanto adesso faccia parte della famiglia. Vederlo con Franny ha innescato qualcosa.

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Ha fatto sì che lasciasse sua figlia con lui, ha fatto sì che non avesse alcuna paura a lasciarla con lui, perché sa di potersi fidare, sa che qualunque cosa succeda lui la proteggerà, a qualunque costo.

Ed è quello che ha fatto, esagerando, ma è quello che ormai non sa controllare, i suoi gesti, la sua mente, adesso è tutto poco gestibile, ma ha compiuto la sua missione, ha protetto Franny, la figlia della donna che ama.

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Carrie, come quasi sempre nella sua vita, si ritrova sola, nello spirito e fisicamente, in una casa distrutta, senza Franny e senza Peter, a raccogliere le ultime cose da portare via. E come tutte le volte in cui si ritrova sola, scopre qualcosa di fondamentale. Le prove di cui Quinn parlava, sono tutte lì. Le prove che il suo vicino la spia, le prove che la bomba sul furgone di Sekou è stata messa da lui.
Quinn aveva ragione, ed è tempo di scoprire cosa sta realmente succedendo…

e come ormai è tradizione, vi lascio con loro…

homeland

homeland

prima o poi… prima o poi…

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