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Riverdale: misteri e milkshake in una città dai colori neonpop

La prima puntata di Riverdale inizia con una descrizione della cittadina un po’ alla Desperate Housewives.

Scossa dalla recente morte del giovane Jason Blossom, la comunità si stringe attorno alla sua gemella Cheryl Blossom, capitana delle cheerleader e queen bitch liceale alla Gossip Girl. Archie ci viene presentato come il classico ragazzo americano, cresciuto a plasmon e anabolizzanti, che scopre la sua passione per la musica ma deve fare i conti anche con la sua ascesa nel campo dello sport, in particolare nel football.

Per non deludere il padre, confesserà la sua nuova passione soltanto alla sua amica Betty Cooper (Lili Reinhart): tipica ragazza acqua e sapone, pacata e studentessa modello in perenne conflitto con la madre. Ma udite udite, arriva la rich girl from New York, la terza protagonista: Veronica Lodge (Camila Mendes). Cresciuta in una famiglia più che benestante, si ritrova catapultata a Riverdale con la madre, per uno scandalo del padre. Vuole passare da persona carina e super socievole nei confronti di Betty, ma scatenerà il panico nella vita dei due ragazzi. Inoltre le sue sopracciglia non sono sempre conciate bene.

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Ancor prima che gli stessi personaggi se ne accorgano, un triangolo (scontato) amoroso è alle porte.

Ma il fatto che Betty e Veronica diventino subito amiche, complica un po’ le cose. Per non parlare del gioco (seriamente?!) della bottiglia che guarda caso vede coinvolti Archie e Veronica. Prima fai l’amicona “ma sì, andiamo al ballo tutti e insieme” e poi appena ti si propone un camerino al buio, salti alle labbra di Archie?! Per non parlare di quest’ultimo che ci mette il carico da novanta.

Segue poi la scena di una trito e ritrito “Ma no, io non ti amo. Sei troppo per me!” (really?) tra Archie e la povera e tonta Betty.
Nel frattempo spunta fuori l’ex (e come mai?!) migliore amico di Archie, Jughead Jones (Cole Sprouse), intento a scrivere un romanzo sugli eventi dell’estate (Dan Humphrey dei poveri) e la fine della sua amicizia con Archie.

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Insomma nel primo episodio ci vengono presentati i personaggi superficialmente e, a mio avviso, due sono gli aspetti sorprendenti.

1) la tresca amorosa di Archie con la professoressa di musica (aaaah, ecco spiegata la passione) miss Grundy. Concezione di “adescamento di minore” vi suona familiare? Perché la scena con cui i due iniziano la relazione va proprio così “Archie, what are you doing here?” “Building something” “Wanna a ride?” e suona tutto tremendamente malissimo. Oltretutto gli occhiali a cuoricino erano necessari? Capisco la visione divina del ginger six packs, ma un po’ di decenza.

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2) la scoperta del corpo senza vita di Jason… con un foro di proiettile in testa. Ed ecco svelato l’impiccio finale, il nodo che porterà a galla l’intera rete di doppie-vite dei cittadini di Riverdale.

Al momento la narrazione dinamica ed il finale a cliffhanger sono i fattori che spingono a continuare la visione. Se siete amanti del teen drama potrebbe benissimo essere la vostra nuova serie preferita. In caso contrario potreste trovarlo parecchio noioso. La regia non è eccelsa, ma accettabile per il genere. La fotografia accentua i contesti della narrazione passando da colori brillanti per le situazioni ordinarie a una scala cromatica più spenta nelle situazioni drammatiche.

Per adesso la serie sembra promettere bene, non sarà la nuova Gossip Girl, ma l’impegno c’è. Sopratutto sulle somiglianze che potrebbero far pensare ad una mancanza di originalità, ma che in realtà sono rielaborate al millimetro per una citazione più che una scopiazzatura.

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