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Scandal – Il thriller politico come non lo avete mai visto

Attenzione: il testo contiene spoiler per chi non ha ancora visto fino alla quinta stagione di Scandal.

In generale, scrivere è difficile. Scrivere a proposito di qualcosa che si ama lo è ancora di più. Scrivere e condividere le motivazioni di un tale coinvolgimento è forse la dinamica più complessa in assoluto, perché significa immergersi a capofitto nel vorticoso abisso di emozioni che ci riguarda personalmente. A complicare ulteriormente la situazione è anche il desiderio di chi scrive di riuscire a trasmettere, senza fraintendimenti, quei particolari sentimenti che prova, alla persona che sceglie di leggere. Questa piccola premessa spiega il motivo per cui, per me, scrivere oggi riguardo a Scandal è complicato. Contrarre in poche battute il mio piacere nel guardare una Serie Tv del genere è difficile, ma un tentativo voglio farlo. Perché sia per me il ricordo di come è nata una passione e per voi, spero, una piacevole lettura.

Scandal è un piccolo capolavoro che spesso tende a essere accantonato, ingiustamente, nel sempre più ampio mondo di Shondaland. La Serie è classificabile, seguendo il vasto spettro dei generi televisivi, nella categoria del thriller politico. In verità, i riferimenti a particolari situazioni politiche sono così realistici da integrare la finzione in una realtà del tutto possibile. Sorto dalla mente geniale di Shonda Rhimes, Scandal vanta la collaborazione di Judy Smith (anche produttore esecutivo della Serie), una nota risolutrice di problemi alle persone di spicco della nazione. A lei si ispira il personaggio femminile principale, Olivia Pope.

Scandal è una piccola perla nell’ampio panorama della serialità televisiva perché è stato pensato e costruito secondo una logica del tutto innovativa. Una logica in grado di stravolgere completamente il genere, inserendo tratti originali e inaspettati. I caratteri tipici del thriller politico vengono qui sconvolti per dare spazio alle storie dei personaggi, alle loro vite, alle loro evoluzioni, positive o negative che siano, inserite in un contesto avvolto da intrighi e scandali politici non indifferenti.

Scandal è prima di tutto la storia di una donna forte e determinata che, durante la campagna politica per l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti, si innamora della persona sbagliata (del futuro Presidente degli Stati Uniti per il quale lavora e che, come se non bastasse, è pure sposato). A complicare ulteriormente la trama è il fatto che questo amore è pure ricambiato. Due persone innamorate e destinate quindi, che hanno scelto il momento sbagliato per farlo. Tra loro ci sono poi troppe cose non dette. Un broglio elettorale di cui solo lei e altre poche persone sono a conoscenza.

No, sintetizzare Scandal in questo modo sarebbe riduttivo. Non si tratta solo della storia infelice di due amanti che si appartengono, ma che non possono stare insieme.

Olivia Pope non si compromette moralmente, truccando le elezioni, solo perché, banalmente, è innamorata. C’è di più. Molto di più. Per Olivia Pope l’ascesa politica per cui combatte rappresenta infatti il cambiamento. Rappresenta la possibilità di fare la differenza. Per la prima volta a difendere l’integrità della Casa Bianca, e quindi il Presidente degli Stati Uniti, è una donna e pure di colore. Olivia Pope è una stratega formidabile, una forza della natura; è una donna intelligente, caparbia e volitiva, che non si ferma di fronte a nulla. Curiosa delle persone, che cerca di comprendere senza giudicare. Con una invidiabile propensione alla dialettica, Olivia riesce a zittire avvocati e giornalisti, riscattando e salvando tutti quelli che lavorano per lei.

Ciò nonostante, Olivia Pope è una donna tutt’altro che perfetta e sono proprio i suoi difetti a renderla, agli occhi dello spettatore, umana. Shonda infatti sceglie di cucire su Kerry Washington un personaggio a tutto tondo, complesso e passionale. Un personaggio dotato di un apparato emotivo assai studiato, che non ci viene rivelato subito, ma poco a poco con il procedere degli episodi. Un personaggio con un passato compromesso di cui non va fiera e che invece cerca di dimenticare. Un passato che Olivia Pope cerca di cancellare creando l’Olivia Pope and Associates (gli OPA) con l’unico scopo di riscattare se stessa e chi, come lei, dalla vita ha ricevuto più delusioni che altro. In verità, il pensiero del broglio elettorale, di cui si è resa complice quel giorno, non l’abbandona mai e, al contrario, tende a ripercuotersi continuamente nelle sue scelte e nella sua vita presente.

Intrappolata nel suo passato quindi, è come se Olivia si fosse preoccupata soltanto di salvare la sua reputazione, rinunciando all’amore della sua vita (all’oscuro di tutto) e creando per sé l’illusione di un nuovo inizio. Tuttavia, a un certo punto la verità torna a galla: la verità su Defiance, il broglio elettorale. Quello è il momento in cui Olivia comprende e sembra tornare a combattere per ottenere ciò che le appartiene: il one minute, quel minuscolo istante di felicità e spensieratezza condiviso con Fitz, il vero amore.

Le dinamiche iniziali cambiano, perché a questo punto è proprio Fitz che, scoperta la verità sul broglio elettorale, la rifiuta, innescando in lei un atteggiamento autodistruttivo che la porta, negli episodi (ma anche nelle stagioni) a venire, a chiudersi emotivamente instaurando relazioni occasionali e superficiali. Qualcosa in lei si incrina irreparabilmente. Lei, che riesce in ogni occasione ad aggiustare le persone e a risolvere le situazioni, si trova per la prima volta disarmata, rotta, spezzata e non riesce in alcun modo a venirne fuori. Paradossalmente, Olivia è incapace a sistemare se stessa e ciò che la riguarda, soffocata invece da quel passato che riemerge costantemente nella sua vita senza darle pace. Incapace inoltre di accettare qualsiasi sorta di aiuto da quello staff, da quella famiglia (gli OPA), che si è costruita con tanta dedizione al 1970 di K. Street.

Ad aggravare e complicare ulteriormente la vita di Olivia è la comparsa inaspettata del padre, Rowan “Eli” Pope, Comando del B613, un’organizzazione segreta di spionaggio.

La relazione padre-figlia che si instaura in questa Serie è un crescendo di colpi di scena. Un legame per niente sano che si trasforma presto in un gioco di potere e controllo da entrambe le parti. Ben lontano dall’essere un padre amorevole, Rowan usa gli uomini per esercitare il controllo sulla figlia. Rowan manipola la vita amorosa della figlia per le proprie esigenze personali. In verità, quello che sembra essere un banale desiderio di indebolire Olivia, ferendo le persone a lei care, si scopre essere il tentativo di un padre di plasmare la figlia a propria immagine e somiglianza. Emerge quindi la logica perversa di un padre che abusa emotivamente della figlia per incoraggiarla a combattere e a volere sempre di più. Non importa se a rimetterci è il loro rapporto. E così accade.

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Si scopre stanca Olivia, non vuole più combattere. Rinuncia alla sua battaglia personale e sceglie di andare avanti senza voltarsi indietro. Un’altra volta. A riportarla alla realtà è poi un rapimento. Un rapimento ordito da Andrew Nichols, il braccio destro di Fitz che, schieratosi con il partito avversario, cerca un escamotage per manovrarlo a livello politico. E lo trova. Andrew colpisce dritto al cuore del Presidente. Rapisce Olivia Pope. Un rapimento che scuote totalmente la nostra protagonista, che si ritrova a dover escogitare una fuga, in un luogo privo di uscita. Questo è anche il momento in cui la nostra eroina si espone maggiormente, facendo emergere ogni sfaccettatura della sua complessa personalità: la sua determinazione, ma anche momenti di debolezza e spaesamento.

Finalmente libera, Olivia deve tornare nella sua casa; deve tornare alla sua vita, ma nulla è più come prima. Ora non si fida più di nessuno, nemmeno di Fitz, che per salvarla si è trovato costretto a tradire le sue aspettative esattamente come lei ha tradito le sue con la verità su Defiance.

Due persone che si amano troppo, ma che vorrebbero amarsi meno, perché molto semplicemente sarebbe tutto più facile.

Perché anche quando hanno la possibilità di stare insieme, si accorgono che non è il momento adatto per farlo. Non ora. C’è un percorso da fare. Da soli. un percorso che va fatto su se stessi. Perché bisogna abbattere i propri muri del passato per poter vivere serenamente il presente e programmare il futuro.

Un insegnamento incredibile, a mio avviso, per chi riesce a coglierlo. Perché per tornare a vivere pienamente bisogna affrontare il passato. Non bisogna voltarsi dall’altra parte e illudersi di poter vivere una nuova vita. Il passato non si cancella; è sempre lì pronto a tornare. Quindi, o lo si affronta, accettandolo e provando a conviverci, oppure è altissimo il rischio di essere travolti dalla sua portata, rimanendo bloccati in una “non vita” che non ci permette di andare avanti e progredire.

Scandal è anche la storia degli OPA. All’apparenza, un ufficio come un altro che si occupa di risolvere scandali. In profondità, delle persone che nella loro vita hanno avuto bisogno di aiuto e che hanno avuto la forza e il coraggio di rialzarsi. Sono una famiglia. Per scelta. Gladiatori in doppiopetto che si aggiustano a vicenda. Perché è questo che fa una famiglia.

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In definitiva, no. Un articolo è decisamente troppo poco per parlare di ogni motivazione per amare questa serie televisiva. Rischierei soltanto di sintetizzare banalmente ciò che amo. E non è corretto. Credetemi, questo è niente in confronto a quello che la Serie affronta davvero e spero quindi di avere l’occasione di scriverci ancora. Vedremo.

Nel mentre scusatemi, ma vado a fare il rewatch!

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