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7 Serie Tv che hanno deluso le aspettative pur avendo un cast di altissimo livello

Quando stanno per uscire nuove serie, soprattutto se distribuite da colossi della qualità come HBO o Hulu e con cast d’eccellenza, si crea, dentro di noi, un’aspettativa emotiva, percettiva, muscolare travolgente. L’hype cresce e non vediamo l’ora che le prime puntate vadano in onda. Tutto possiamo pensare e sperare, fuorché di trovarci dinanzi a Serie Tv deludenti. Com’è possibile infatti che, con attori e attrici del calibro, di Jude Law, Nicole Kidman, Elisabeth Moss, Sam Neill o Robert Foster possano offrirci “atti del vedere”, come direbbe Wenders, così sconfortanti? Parliamo, inoltre, di Serie Tv ad alto budget dove il solo coinvolgimento di questi nomi porta i costi ben sopra le sei cifre. Space Force è ad esempio costata circa 15 milioni di dollari.

Ve ne sono altre, come Shining Girls che – tra una piattaforma di qualità come AppleTv+ e una figura come Elisabeth Moss, anche produttrice insieme a Leonardo Di Caprio – non saranno magari costate moltissimo, ma di certo avevano acceso il “sistema mirror” del nostro cervello, quello dell’empatia. Per poi spegnerlo.

Partiamo proprio da Shining Girls per parlare di Serie Tv deludenti, nonostante i grandi cast.

1. Shining Girls

Un vero peccato. Poteva essere un bel thriller, al centro della trama vengono posti temi cari ad Elisabeth Moss – protagonista femminile forte da Mad Men a The Handmaid’s Tale – come l’empowerment delle donne e il disvelamento del lato oscuro di se stesse. Un’occasione persa dove la complessità della trama, nella continua dislocazione tra spazio e tempo, diventa manieristica, una distopia costruita in laboratorio. Non sempre e non più le serie distopiche risultano a priori vincenti.

Shining Girls Serie Tv deludenti
Elisabeth Moss (1024×576)

Soprattutto è un peccato quando vediamo in scena, accanto a lei, un altro affascinante volto, dalla personalità definita come Wagner Moura, il Pablo Escobar di Narcos, qui nei panni del giornalista dai comportamenti disfuzionali Dan Velasquez. Bravissimo, anche lui. Completa il tris Jamie Bell, celebre nel ruolo di Billie Elliot, qui serial killer che viaggia nel tempo. Infine, la produzione di Leonardo Di Caprio sembrava essere un’ulteriore garanzia. Eppure, il crescendo di misteri, inquietudini, salti temporali finiscono paradossalmente con il rallentare la visione, stancando. Speriamo di rivederli, anche insieme, in altre serie più “illuminanti”.

2. Nine Perfect Strangers

Nine Perfect Strangers
Nicole Kidman (640×360)

Variety scrive che Nicole Kidman, qui riveste il ruolo di una ieratica e misteriosa guru del benessere, abbia ricevuto una fee di un milione di dollari a episodio, più o meno quanto Jennifer Anniston in The Morning Show. Con la differenza che Nine Perfect Stranger, andata in onda con una stagione su PrimeVideo nel 2021, rientri tra quelle Serie Tv deludenti, nonostante interpreti e trama coinvolgenti.

In un tempo in cui recarsi in rehab per qualche settimana di detox va di moda, pensare a un gruppo di sconosciuti – frustrati, ansiosi e in crisi professionale e/o familiare – che vanno in un luogo magico e distensivo, Tranquillum House, per depurare e ritrovare se stessi, è un incipit drammaturgico da trend. C’è anche una linea ironica, con personaggi stilizzati che creano curiosità e giocano brillanti interazioni, interpretati da Bobby Cannavale e Melissa McCarty, bravissima nel suo ruolo tragicomico.

Ci sono tutte le basi – inclusa la sfavillante, pacifica e lussuosa struttura del resort che ospita le vite travagliate dei ricchi americani – per creare uno psicodramma contemporaneo irriverente. Non ci aspettavamo certo un capolavoro alla Woody Allen, ma neanche un evolversi della storia così estenuante che, proprio nell’immobilismo espressivo di Nicole Kidman, nella lentezza del suo agire e dei primi piani, diventa, puntata dopo puntata, un concentrato noioso di stereotipi healty in salsa new age.

3. Homecoming 2

homecoming
Homecoming (640×319)

La prima stagione non c’entra. È stata bella, apprezzata dal pubblico e dalla critica, con una intensa Julia Roberts, protagonista e produttrice esecutiva. Alla regia Sam Esmail ideatore di Mr. Robot. Come non puntare su una scommessa già vinta in partenza? Così è stato, una vittoria originale, tra atmosfere intriganti, cambi di toni interpretativi e una narrazione dal climax ascendente. La seconda stagione delude. Janelle Monae è la nuova protagonista, Julia Roberts rimane produttrice. Ad affiancare la cantautrice e attrice americana, il Premio Oscar Chris Cooper e Joan Cusack, già vincitrice di un Emmy. Tuttavia la serie non regge, episodi troppo simili a se stessi e personaggi che non impattano. Uno di quei prosegui di Serie Tv deludenti e dimenticabili, che potevano benissimo non esistere. 

4. Marseille 

Marseille (640×360)

B Series made in France, primo prodotto europeo di Netflix, andata in onda tra il 2016 e il 2018, due stagioni, poi il collasso e la fine decretata. Pensiamo a Gérard Depardieu, affiancato da Benoît Magime, premiato a Cannes come miglior attore maschile in “La Pianista” (2001) Pensiamo a un political drama francese con il tocco soap che può renderlo scorrevole e piacevole. Nulla di tutto ciò. Seppur con alte aspettative, la serie – esattamente come la città in cui è ambientata, Marsiglia, vivace e multiculturale realtà europea – rappresenta un punto d’approdo, solo un volano per l’ingresso del colosso dello streaming nel mercato europeo. 

5. The Third Day

The Third Day (640×336)

Metti insieme HBO e Jude Law e sorge un immediato appetito seriale, anche cinematografico, se pensiamo che Jude Law proveniva dal The Young Pope di Paolo Sorentino. 

Creata da Dennis Kelly (Utopia) e Felix Barrett con la produzione di Plan B Entertainment di Brad Pitt, si presenta come una miniserie affascinante in tre parti: Estate, Autunno, Inverno. Ancora più singolare per la sua articolazione, in cui di fatto le stagioni sono due – Estate e Inverno – andate in onda tra ottobre e novembre 2020, in piena pandemia, mentre Autunno è stato – come definito dai creatori – un “grande evento teatrale” trasmesso in altro momento e contesto, in streaming su Facebook e Sky Arte. La trama è misteriosa e intrigante. In Estate protagonista è Jude Law e in Inverno Naomi Harris (Skyfall, Moonlight). La progettazione è complessa e ci tiene legati alla storia che ruota attorno a un’inquietante isola, Osea Island. 

Non possiamo dire che The Third Day sia tra le Serie Tv deludenti per eccellenza, perché alcune aspettative di visione sono ben corrisposte, i simbolismi pagano-religiosi, l’atmosfera thriller. Tuttavia non rivediamo il Jude Law di Sorrentino, qui più costruito, artefatto, e anche la presenza di Emily Watson e Paddy Considine non riescono a dare al dramma quella spinta in più, lo slancio enigmatico e sorprendente che avrebbe potuto prendere.

6. Alcatraz

Alcatraz (640×433)

Alcatraz, a distanza di anni, è ancora un rimpianto. Prodotta dal Guru della serialità degli anni 2000, J.J. Abrams, poteva essere un capolavoro thirller, sci-fi, di inquietante memoria. Poteva rimanere scritto nella storia come Shutter Island. Nella storia vi rimane, in effetti, ma come rimpianto. Solo una stagione, trasmessa nel 2012, e poi la chiusura, irrisolta, spiacevole, dettata dal calo degli ascolti. Eppure appaiono attori di grande notorietà e bravura. Parliamo di Sam Neill, icona cinematografica degli anni ’90 (basti citare Jurassic Park e L’uomo che sussurrava ai cavalli) ma anche seriale (Peaky Blinders); Jorge Garcia, amato per Lost, Robert Foster (Jackie Brown e Mulholland Drive) ma anche Jason Butler Harner che abbiamo visto un po’ ovunque, da Law & Order a Fringe, da Homeland a The Blacklist, da Ozark a The Walking Dead. 

Alcatraz è la dimostrazione che – nonostante i nomi forti – in presenza di una sceneggiatura senza scintillio e nel momento storico sbagliato, una serie dall’alto potenziale può crollare.

Chiudiamo con Space Force, l’apogeo delle Serie Tv deludenti.

7. Space Force

Space Force (644×475)

Un altro progetto che inciampa in una sceneggiatura poco pungente, aliena, estranea. Siamo nell’epoca Trump con la sua delirante idea di fondare un braccio armato dedicato alla difesa e alla conquista dello spazio. L’occasione per costruire una satira di impatto per Netflix è più che accattivante. Inoltre tornano – dopo The Office, la prima nella classifica delle 10 migliori sitcom della storia secondo IMDb – gli amatissimi Steve Carrell e Greg Daniels (oltre a The Office, parliamo del Saturday Night Live e de I Simpson).

Un budget e un cast davvero spaziali: John Malkovich, Ben Schwartz, Noah Emmerich, Lisa Kudrow e lo stesso Carrell.  Netflix non bada a spese neanche rispetto a scenografie e set realistici, al numero di comparse, all’emulazione dettagliata delle basi militari. La trama però non coinvolge, ancor più tecnica e difficile da cogliere per il pubblico europeo che non segue puntualmente la politica americana.  Un alternarsi di situazioni confusive che non riescono né a far ridere né a commuovere. Una delusione direttamente proporzionale al budget investito e a un parterre di interpreti mainstream che non ce la fa.