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Serie paranormali: chi si ricorda di Medium?

Dopo essermi concentrata su serie tv dove i protagonisti sono dei cervelloni che sono riusciti sia a farmi ridere per le loro stranezze o a risolvere casi complicati semplicemente utilizzando le loro capacità deduttive, mi piace trovare rifugio in quelle altre dove invece la razionalità viene lasciata un po’ in disparte e dove si tiene conto di quella credenza che sostiene che oltre a  tutto ciò che si può toccare, esista anche qualcosa di indefinibile per la mente umana. Non mi riferisco a serie tv a carattere religioso, che credo non esistano, e personalmente mi diverto a sentire di apparizioni mariane e cose simili, ma di quelle ne parla già  La strada dei miracoli su Rete 4 e spero che nessun autore prenda in considerazione soggetti simili!

Sto parlando di serie tv come la sdolcinatissima Ghost Whisperer o, meglio perché è la mia preferita, di Medium.

Quest’ultima la danno ancora spesso in replica su Rai 4 ed io ricordo di averla vista per la prima volta una decina d’anni fa, con tutta la mia famiglia. Medium è andata in onda fra il 2005 e il 2011 e segue le vicende di una donna, sposata e con figlie, che mette a disposizione della giustizia le sue doti paranormali. Allison DuBuois, interpretata da Patricia Arquette, attrice famosissima (Una vita al massimo, Ed Wood, Stigmate), è una casalinga di Phoenix, in Arizona, sposata con tre bambine. La sua vita sembra scorrere normalmente fra le innumerevoli incombenze domestiche, finché non si ritrova a lavorare per l’ufficio del procuratore Manuel Devalos in qualità di consulente. Allison non è un’esperta qualunque: lei dice di essere una sensitiva e da quando era ragazza ha la capacità di vedere e sentire i morti, che la cercano specialmente se non hanno ben chiara la loro condizione di neo-defunti. La sua abilità le permette di risolvere casi di omicidio, di vedere nel sogno crimini prima che si realizzino e, a volte, addirittura di alterare la sua natura, perdendo l’uso dell’udito o della parola.

Nella sua famiglia Allison non è l’unica ad avere queste capacità: seppure in modo molto attenuato, anche il fratello Michael “sente” ciò che non si può toccare. Veterano della guerra in Iraq, è chiamato dai suoi commilitoni Lucky perché li ha salvati in occasione di varie esplosioni. Le tre figlie di Allison, Ariel, Bridget e Marie, dimostrano durante le sette stagioni di avere le stesse abilità della madre. Il padre Joe, per quanto reso partecipe dalla moglie, non sempre sembra capire quanto gli stia succedendo intorno e non sempre sembra propenso ad accettare la situazione familiare piuttosto particolare. Nonostante ciò si prende carico della famiglia e si dimostra un padre ed un compagno amorevole.

castOltre al procuratore Devalos, un altro importante personaggio è quello del detective Lee Scanlon, che secondo me ricalca la figura più razionale all’interno della coppia lavorativa: cerca le prove, le incastra fra loro, interroga i sospettati. Spesso sembra quasi non credere alle affermazioni della collega, ma altrettanto spesso sembra che aspetti da lei un’affermazione delle sue tesi investigative.

Se dovessi cercare una nota di demerito all’interno della serie credo sarebbe questa: tutti i colpevoli vengono giustiziati. Ora, chi legge potrà anche essere d’accordo con questa rigidissima punizione, specialmente se nella puntata si parla di crimini particolarmente efferati, ma io invece ritengo che la pena di morte non sia mai consona. Ricordiamo sempre che Medium è un prodotto americano: negli USA la pena di morte è ancora allegramente sdoganata.

le due duboisConcludendo, la storia di Allison DuBuois non è fittizia: esiste davvero una sedicente medium di quarantaquattro anni di Phoenix che porta questo nome e a cui Medium si ispira, tant’è che la stessa ha lavorato come consulente per la serie. Qualunque sia la vostra opinione in merito alla faccenda dei sensitivi, mi sento di consigliarvela, non solo per le storie raccontate ma per il modo in cui sono raccontate, che tralascia alla grande le sdolcinatezze che ultimamente ritroviamo un po’ ovunque in tutti i generi e che spesso ci rovinano lo spettacolo.