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Se 5 FILM degli anni Duemila diventassero Serie Tv

Non vi capita mai di andare al cinema a vedere la nuova fatica del vostro regista preferito o semplicemente il film che vi suggeriva il vostro blog di fiducia e, a visione terminata, pensare che le due ore del film non fossero bastevoli per la storia rappresentata?

Mi spiego. Ci sono dei personaggi che meritano di essere scoperti poco a poco, la cui psiche andrebbe sviscerata come conviene, un po’ perché sono divertenti, interessanti, affascinanti, un po’ perché conoscere un personaggio significa conoscere l’Uomo e non esiste universo più sconosciuto all’uomo dell’uomo stesso. Che poi non è mica solo questa, la questione. Profondità e filosofeggiamenti a parte, il punto è che a volte, al cinema, ci raccontano delle storie così intricate e seducenti da mandarci fuori di testa e non è giusto lasciarle lì, irrisolte, perché in due ore di proiezione non si poteva fare di meglio. Il cinema è padre delle serie tv e, in qualche modo, manterrà sempre l’autorità e la saggezza meravigliosa di un genitore, ma la serialità ha una cosa in più: il tempo. E così, se solo i nostri film preferiti potessero diventare serie tv, non avremmo più il problema dei finali sbrigativi, buttati lì in qualche modo perché “stava finendo il tempo” o del tale personaggio che era meraviglioso, ma è comparso così poco. Inauguriamo così questa nuova rubrica, SE … FOSSERO UNA SERIE TV.

Divideremo questa rubrica in blocchi temporali.

In ordine sparso, iniziamo con i film del 2000-2010. Quindi, ecco a voi

Se 5 FILM degli anni Duemila diventassero Serie Tv

the beach.pngThe Beach, di Danny Boyle, 2000- ve lo ricordate, ragazzi? Si tratta di quel filmone in cui Leonardo Di Caprio interpreta Richard, un turista americano che si trova in un ostello di Bangkok quando riceve dal vicino di stanza una mappa. Quest’ultimo, infatti, prima di togliersi la vita, consegna al giovane il modo per giungere in questo luogo esotico nel quale pare regnare, tra gli abitanti,  un’armonia suprema. Peccato che, poco a poco, l’isola diventa un’ossessione, una mania, una dipendenza. Nessuno può recarsi sulla terra ferma se non su permesso di Sal (Tilda Swinton), la donna che comanda la comunità, e solo per ragioni di approvvigionamento sanitario o alimentare. Da lì, il tentativo di fuga. Questa, in soldoni, la storia. Se avete visto il film, non servirà io spenda parole per convincervi di quanto spaccherebbe una serie ambientata proprio sull’isola, in quella folle comunità di avventurieri. Nulla a che spartire con Lost, eccettuata l’ambientazione. La comunità residente sull’isola ha più a che vedere con una setta che con altro. Ne verrebbe fuori una figata  meraviglia.

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