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Il valore aggiunto dei grandi attori nelle Serie Tv

Sono anni ormai che assistiamo a Serie Tv di grandissima qualità, prodotti che ormai non hanno niente da invidiare ai capolavori del cinema (sempre più rari negli ultimi anni). Si è sempre giustamente sottolineato che il fattore che maggiormente influenza la ottima riuscita di un prodotto televisivo è la grandezza della trama: con una storia ben definita, argomentata ed incastrata, è difficile che il prodotto non sia un successo.
Maestra in tal senso è Breaking Bad, una storia che dal principio sapeva dove voleva andare a parare. Eppure, ci sono storie che incrementano il proprio valore a causa delle straordinarie prestazioni fornite dagli attori: sono loro a mettere in atto la trama, e loro è la capacità di trasmettere qualcosa. Entriamo nello specifico.

Per comprendere al meglio una cosa che potrebbe sembrare scontata, sarà necessario fornire degli esempi. In particolare, mi soffermerò su 3 grandi Serie Tv che hanno fatto la storia grazie ai suoi protagonisti: Breaking Bad, True Detective e Fargo; rispettivamente, gli attori in questione sono Bryan Cranston (Walter White), Matthew McConaughey (Rustin Cohle) e Billy Bob Thornton (Lorne Malvo). La domanda di base deve essere: queste Serie Tv (Breaking Bad, True Detective e Fargo) sarebbero state le stesse senza di loro?

Bryan Cranston ha vinto ogni genere di riconoscimento possibile per Breaking Bad: non è difficile capire il motivo. Molte scene della serie senza la sua impressionante partecipazione emotiva e professionale non avrebbero mai trasmesso ciò di cui abbiamo effettivamente goduto. Inoltre, è impossibile non sottolineare come l’attore sia entrato nei panni del personaggio, accompagnando gradualmente la sua evoluzione negativa e fuori controllo; infatti, nelle prime puntate leggevamo negli occhi di Cranston la paura del suo Walter nell’effettuare qualsiasi scelta; col passare del tempo, il suo sguardo, il tono della sua voce e la sua postura sono fortemente cambiate: lo sguardo è diventato deciso e carico di odio, la voce più rabbiosa e intensa, e la postura meno prostrata in avanti e più dritta. La ciliegina sulla torta, però, è ben altra: è la capacità di unire questi due diversi Walter White, in una moderna interpretazione del Doctor Jekyll e Mr. Hyde che rischia di rimanere negli annali della storia della Serie Tv e, in generale, della cinematografia.

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Ecco una scena significativa: “I am the one who knocks”.

Fra gli attori citati, spicca anche il nome di Matthew McConaughey. Si potrebbe dire, senza timore di smentita, che l’interpretazione fornita nella prima stagione di True Detective sia allo stesso livello, se non superiore, di quella che gli è valsa l’Oscar come migliore attore protagonista in Dallas Buyers Club.

Il personaggio interpretato è complesso, avvolto in un pessimismo cosmico e depresso per quello che è il mondo che lo circonda: la voce dell’attore è infatti sempre bassa ma decisa, quasi trascinata; i suoi sguardi sono alternativamente allucinati e sarcastici; la sua postura trasmette calma e pacatezza. Eppure, sotto effetto della cocaina, Rustin Cohle fuoriesce da tutti gli schemi appena descritti, attraverso una impressionante prestazione psico-fisica di McConaughey: mi riferisco al lungo piano sequenza di cui è protagonista e che può essere registrato come uno dei più alti momenti di televisione e cinema degli ultimi anni.

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Questa la scena citata: piano sequenza.

Ultimo, ma non per demerito, è il riferimento a Billy Bob Thornton nella prima stagione di Fargo: anche questa è stata una grande Serie Tv, come la precedente caratterizzata dalla presenza di attori capaci e ad ogni modo decisivi. Ma l’antagonista, Lorne Malvo, ha dato qualcosa in più grazie a Thornton: il quid necessario per rendere una buona Serie Tv un ottimo prodotto è stato fornito dalla inquietante freddezza e ironia di Malvo, capace di sorridere mentre uccide una persona o di camminare tranquillamente dopo aver fatto una strage con un mitra.

Questo atteggiamento di calma apparente conferito da Thornton è proprio la chiave che volevano i fratelli Coen per la loro dark comedy: non devi sentirti al sicuro in una situazione che può simpaticamente portare i protagonisti della scena alla morte.

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Una scena terrificante: l’ascensore.

Questo discorso vale anche per Serie Tv meno belle, che hanno avuto però nelle interpretazioni degli attori un’ancora di salvezza.

Al contrario, ci sono storie talmente belle e coinvolgenti che le interpretazioni degli attori passano in secondo piano, anche se ottime o accettabili (si pensi a Lost: un buon livello medio di capacità attoriali, ma la differenza la fa l’integrazione della storia con i personaggi, chiunque essi siano). Questa riflessione inoltre mi spinge ad un’ulteriore osservazione: se possibile (per capacità o per voglia), guardate e godete dell’interpretazione dell’attore nella sua lingua originale, perché per quanto bravi i doppiatori o attenti i traduttori, il tono e la voce di chi recita vive un momento diverso da quella di chi doppia. E se sentirete i brividi lungo la schiena, allora gli attori avranno trionfato e voi vi sarete emozionati, rallegrati o spaventati con loro.