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Marseille ci ha visto molto lungo

Di solito, quando devo recensire una serie Tv, tengo a portata di mano un fido taccuino nel quale elencare i pro e i contro di quello che sto guardando, per dare un giudizio quanto più analitico possibile allo Show.
L’ho fatto anche durante la visione di Marseille, e devo ammettere che l’ago della bilancia di minuto in minuto si è parecchio, parecchio, ppparecchio spostato verso destra (ebbene sì: i contro, a destra metto i contro).

Per fare un paragone, i motivi per cui avrei tanto desiderato che una qualche creatura stile The Ring uscisse dal monitor a cavarmi gli occhi potrebbero essere interpretati da Giuliano Ferrara in braccio a Ser Gregor Clegane a bordo di un Panzer della seconda guerra mondiale. Quelli per cui vale la pena guardarla somigliano alla piuma di Forrest Gump. E in questo caso sto arrotondando per eccesso!

MA CHE COS’È MARSEILLE?

Dato il sottotitolo mi chiederete, ma che cos’è Marseille?

Vi potrei dire che Marseille è un political drama, un fedele spaccato della realtà, una grandissima prova autorale, un thriller al cardiopalma da vedere tutto d’un fiato in una lunga emozionante notte.
Ma potrei anche dire di aver visto un drago alla finestra mentre bevevo il mio caffè stamattina, e sarei molto più attendibile.

In realtà Marseille è una serie Tv che ci ha visto lungo, anche troppo. Racconta le vicissitudini di un vecchio lupo di mare della politica (piccolo Dejavu), immerso in giochi di potere e torbide relazioni professionali e personali (medio Dejavu), con uno stretto legame con una giovane e rampante giornalista d’inchiesta (grosso Dejavu), interpretato da un mito del cinema del proprio paese (ENORME Dejavu).

Depardieu in Marseille

E pensate se vi dicessi che nella sigla ci sono scorci della città “protagonista” della Serie.

Anche gli autori che l’hanno scritta devono vederci molto lungo. Fin dai tempi della scuola, quando prendevano sempre lo stesso, identico voto del loro compagno di banco secchione.

Robert Taro (Gérard Depardieu) è il sindaco di Marsiglia da oltre vent’anni. Ed è un ragazzaccio. Lo vediamo subito mentre si fa una bella pista allo stadio durante una partita dell’OM, giusto per far capire che in questa serie verranno toccati argomenti davvero trasgressivi come la droga, l’omosessualità e la break dance.

È un tipo molto particolare, con un pallino per il calcio e l’innato talento nell’inserire riferimenti o battutine a sfondo sessuale in qualsiasi discorso si trovi ad affrontare. In pratica, mancano solo le barzellette su Rosy Bindi e poi saremmo di fronte a un altro Dejavu di proporzioni bibliche.

Dopo due decenni di controllo sul territorio sembra intenzionato a passare il testimone al proprio delfino, Lucas Barres, un orfano che, a quanto raccontato da lui stesso, è stato salvato, protetto, cresciuto e nutrito dal buon vecchio Taro.
Ovviamente, dopo nemmeno un’ora di trama Bruto ha già tradito e accoltellato (metaforicamente) il suo mentore.

Sul personaggio di Angelino, ehm, Lucas, gli sceneggiatori hanno dato il meglio di sé, partorendo un grottesco ibrido dalle fattezze inquietanti, ottenuto mescolando sapientemente il DNA di Filippo Facci con quello di Owen Wilson in Zoolander. Il risultato è un irritante biondino dal viso perennemente sfigurato dalla Magnum.

Lucas Barres Marseille

Il centro del contendere tra i due è la rivalutazione del porto cittadino, imperniata sul progetto di un casinò, fortemente voluta dal sindaco, votata ed approvata anche grazie a Barres al consiglio comunale e successivamente naufragata in un incontro che non è che si sia capito molto bene a cosa serviva la votazione prima se alla fine decidono questi.

Ma sorvoliamo.

LA GRANDE BELLEZZA DI MARSEILLE

Tra dialoghi raccapriccianti e doppiaggi altrettanto rivedibili, il duello politico tra i due si farà sempre più serrato, fino all’epilogo.

La bellezza di Marseille, oltre a quella di vederci lungo, è di farci a nostra volta vedere chiaro. Non crea confusione fin dal principio, cercando di battere il record mondiale di porte aperte in un solo quarto d’ora. Accadono giusto quelle due cosucce che servono a mettere un pochettino di peperoncino alla trama.

In ordine sparso:

  • La diatriba per il porto di cui sopra
  • Misteriosi esami medici
  • Un losco individuo che scatta foto della gente e la fa uccidere
  • Julia, la figlia giornalista di Robert Taro, e la sua inchiesta sulle periferie degradate
  • I risvolti criminali delle periferie di cui sopra
  • Ex fidanzati o presunti tali che ci provano con la dolce Julia
  • Gente a caso che ci prova con la dolce Julia
  • L’amica bisex della dolce Julia dalla turbolenta attività erotica che sembra provarci anche con la dolce Julia
  • Amici di famiglia che ci provano con la dolce Julia
  • La dolce Julia che ci prova con la dolce Julia
  • Vecchi scheletri nell’armadio inviati come attachment in email minatorie al sindaco
  • Triangoli, quadrangoli, pentangoli amorosi
  • Giudici rapiti, tenuti sotto sorveglianza da scagnozzi dal muso duro per evitare che partecipino ad assemblee decisive per le sorti della municipalità e poi eliminati a votazione ultimata, con gran perdita di tempo per tutti.

Per i bruciori all’ultimo tratto intestinale, domattina, ringraziate il creatore Dan Franck.

L’AMOUR DE MARSEILLE

Marseille però non è solo politica e malaffare, ma anche amore. Una lezione di corteggiamento, capace di regalare perle alla Casanova, con tecniche di approccio fantasiose e degne di entrare nel Playbook di Barney Stinson. Eccone alcune:

IL PRENDI TEMPO

“Ho voglia” Mano sulla coscia

“No”

“Non ho capito” Mano che sale

“Ho detto che io no”

“In che senso?” Mano che sbottona i Jeans

“Che non ho voglia”

“Puoi essere più chiara?” Mano che si infila nelle mutande

LO SMEMORATO E LA VAGA

“Siamo ancora insieme?”

“Siamo stati 5 anni insieme, e comunque non stavamo insieme”

“Mi hai mai amato?”

“Certo che ti ho amato, come un fratello!”

“Allora perché sei venuta a letto con me quella volta?”

“Dai, andiamo” Segue pacca sulla spalla.

LO STRONZO DAL SOFISTICATO GUSTO ESTETICO

“Quelle scarpe con questa gonna? Ahi ahi ahi, di solito sei vestita meglio”

“Tua madre stasera è molto Sexy”

La dolce Julia Taro in Marseille

Di tutto un po’ insomma, ad un occhio sprovveduto sembrerebbe che qualcuno a corto di idee abbia raccattato spunti qua e là da altre produzioni di successo per imbastire una Serie Tv.

Quasi come le scene che si svolgono nei quartieri malfamati, dove la gente deve passare dei “controlli” per entrare in certe zone, gli estranei devono essere accompagnati, le riprese sono serratissime e molto ravvicinate mentre tutti quanti stanno senz’ pensieri

Sia chiaro, sul fatto di carpire dalle altre Serie Tv parlo per assurdo.

Per farlo, e per farlo molto bene, bisognava vederci molto lungo.

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