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Will McAvoy, l’Enrico Mentana di The Newsroom

Il personaggio di Will McAvoy, protagonista di “The Newsroom”, è un anchorman intelligente ed estroso, molto simile al famoso giornalista italiano!

Avete mai riflettuto su quanto sia importante il ruolo dell’informazione in uno Stato (almeno sulla carta) civile? Essa è tutto: è la base della presa di coscienza della popolazione, è la differenza tra la trasparenza e il torbido, è il mezzo ideale per poter contare su un elettorato competente e costituisce le fondamenta della cultura di massa.

Certo, spesso e volentieri si vedono o si leggono cose abominevoli e strumentalizzate che ti fanno perdere fiducia in chi ti governa, nei giornalisti stessi o più in generale nella razza umana, tuttavia il suo ruolo rimane comunque fondamentale ed è proprio da qui che potrebbe (e dovrebbe) partire quella che Will McAvoy chiama “missione civilizzatrice”.

Come dite? Chi è questo Will? E’ il protagonista di “The Newsroom” (serie TV dell’HBO prodotta dal 2012 al 2014), un anchorman alla Enrico Mentana (qui lo abbiamo immaginato alla conquista del Trono di Spade) impegnato a dirigere e condurre il telegiornale “News Night” di ACN, un fittizio canale via cavo statunitense. La storia narrata da questo gioiellino televisivo è interessantissima, divertente e formativa: attraverso le sbroccate, i pasticci, le esclusive, i faccia a faccia e gli sforzi di questo Giornalista (la prima lettera è maiuscola, non a caso) e della sua redazione vi sentirete via via più inseriti nel Mondo e nel suo vorticoso giro di fatti.

Hall of Series proverà a raccontarvi le vicende del protagonista interpretato dal mitico Jeff Daniels nel tentativo di stimolarvi a guardare la creatura di Aaron Sorkin e, se non l’avete ancora fatto, ad aprire gli occhi liberandovi dei panni dello “struzzo” e facendo vostri quelli del “cittadino informato“. Non ve ne pentirete.

ALERT: nelle righe successive risiedono un certo numero di esemplari selvatici di SPOILER. Agite con cautela.

Will McAvoy

Dopo una mirabile carriera nel mondo del diritto e una parentesi addirittura alla Casa Bianca addirittura agli ordini di Bush Senior, Will McAvoy, ragazzone del Nebraska con uno sguardo in grado di dar fuoco a un intero campo di granturco, sceglie di provare l’avventura nel campo dell’informazione televisiva…e anche qua riesce a cavarsela più che bene!

Nonostante nutra delle non troppo celate simpatie repubblicane, abbia un carattere piuttosto irascibile e tratti la sua equipe con dosi omeopatiche di rispetto, la sua carriera spicca immediatamente il volo a partire dal suo tribolatissimo esordio datato 11 Settembre 2001, dove vista l’indisponibilità da parte della stragrande maggioranza del personale si ritrova costretto a impossessarsi per la prima volta in vita sua del bancone, sfidare una telecamera e tentare di accompagnare gli americani nel giorno più difficile della loro storia, riuscendoci alla grande.

Will è serio ed empatico, professionale e accomodante, preciso e conviviale nell’accogliervi in questo salotto fittizio che comunica con tutti gli altri della nazione mettendoli al corrente di quello che accade entro e oltre i loro confini: in principio va tutto benissimo e infatti McAvoy si guadagna immediatamente la stima del vecchio Charlie Skinner, presidente della divisione news, poi però col passare degli anni l’entusiasmo e l’etica del conduttore si spengono in favore dello sviluppo della peggiore tra le parafilie giornalistiche, l’amore per la quantità.

Non conta più ciò che è importante dire, ma quello che crea maggiore scalpore nel pubblico ed ecco che fioccano argomenti populisti, aride interviste a star del cinema e pericolosissimi silenzi in presenza di notizie fondamentali che, se divulgate, farebbero finalmente funzionare le atrofizzate sinapsi del pubblico. L’importante è raggiungere il maggior numero di ascolti e aumentare ulteriormente il proprio faraonico stipendio: Will McAvoy è ormai diventato “la più grande puttana della televisione americana (cit).

Will McAvoy e Mackenzie McHale

Come spesso accade nelle vite degli uomini, è una donna a cambiare quella di Will McAvoy e il suo nome è Mackenzie McHale, ex giornalista d’assalto divenuta in seguito produttrice esecutiva di News Night. Ah già, è anche la sua ex fidanzata storica.

L’idealismo, il senso morale e la grinta trainante di questo sergente di ferro danno una scossa all’anchorman, che di colpo si sveglia dal suo lungo sonno e ritorna a fare DAVVERO il suo lavoro: attacca i suoi “amici” repubblicani, parla di tematiche socialmente cruciali come il razzismo, dà voce a chi normalmente non si sogna nemmeno di averne una, rimedia esclusive pazzesche grazie alle sue fonti e contribuisce a fare della sua nuova e giovanissima redazione un eccellente gruppo di lavoro composto da amici e professionisti seri, volenterosi di sacrificare tutte le loro energie in nome della Dea informazione.

L’ex procuratore mantiene qualche spigolo caratteriale, ma diventa anche un leader grandioso capace di dare l’esempio, consigliare e soprattutto proteggere i suoi colleghi, motivandoli di continuo e valorizzandone il lavoro anche solo con una delle sue classiche metafore da uomo di successo che non si è scordato di provenire dalla campagna.

Charlie e Mackenzie guardano con rispetto e amore il loro Don Chisciotte, perfettamente cosciente di seguire una via che porterà l’audience a sud, ma che renderà utilissima la sua già citata missione civilizzatrice: il popolo potrà finalmente avere una base solida da cui partire per sviluppare le sue idee e le sue opinioni, che non necessariamente dovranno essere le medesime di quelle suggerite dal biondo seduto dietro al bancone, però saranno sicuramente più corpose rispetto a prima.

Nonostante le difficoltà, i cambi dirigenziali, i reciproci dispetti, un’enorme gaffe che rischierà di far chiudere l’intera emittente e la morte improvvisa di Skinner, l’amore tra Mack e Will rifiorirà e si dimostrerà più forte che mai, suggerendo che questa sacra missione non si fermerà mai e grazie ad essa almeno un pezzettino di questo gnocco minerale che ruota attorno al sole, finalmente, cambierà.

Will McAvoy

Io non so dirvi se McAvoy e Mentana siano uguali, se abbiano le stesse idee politiche o se cambieranno davvero la vita dei loro spettatori, però mi sento di poter dire che l’energia e lo sforzo che mettono nello svolgere al meglio il proprio mestiere senza privarlo del profondo significato sociale che dovrebbe avere, sono assimilabili.

Attenzione però, non devono essere loro a far tutto il lavoro.

La tendenza della maggioranza dei bipedi è quella di occuparsi solamente del proprio giardino, dando per scontato che qualsiasi cosa si veda in televisione sia falsa, che chi ci governa è un ladro, che le cose qui vadano male mentre altrove vanno benissimo e soprattutto che informarsi implichi soffrire: non c’è niente di più sbagliato!

Se si hanno vari fattori possibili, anche di origine politica, ideologica o culturale diversa, si possono basare le proprie conclusioni e di conseguenza la nostra visione del Mondo in maniera più calibrata e precisa, cosa che su larga scala potrebbe cambiare radicalmente un’epoca che sembra proiettarsi a folle velocità contro il muro (sigh) dell’ignoranza e della divisione.

Guardate Newsroom, ascoltate Will McAvoy. Vi servirà.

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