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Sherlock Holmes prende strade imprevedibili

L’ultima puntata di Sherlock, Le sei Thatcher, ci ha lasciato a bocca aperta: è vero, probabilmente non è stata una delle migliori puntate e, considerate le aspettative, potrebbe essere considerata un po’ al di sotto.

Tuttavia ha posto delle basi impressionanti per dei cambiamenti inaspettati e, ma questo solo il tempo lo dirà, forse necessari.

Ma quelli ad essere rimasti ancora più a bocca aperta (e fra loro c’è il sottoscritto) sono i lettori di Conan Doyle: può Sherlock Holmes andare da uno psicologo? Cosa comporteranno tutti gli eventi a cui abbiamo assistito?

Ovviamente, attenti: spoiler alert!

Tutti quelli che hanno una minima conoscenza delle avventure dell’investigatore più famoso di sempre non sono rimasti spaesati quando Sherlock ha simulato la sua morte; o quando è stato messo in evidenza questo rapporto di odio e ammirazione fra lui e Moriarty; non sono rimasti sorpresi neanche dal fatto che John Watson sia interessato alle donne molto più di Sherlock, e che dunque sposarsi con Mary era una probabile conseguenza di questa attitudine.

Quando però si è cominciato ad intuire il background di Mary come ex agente segreto, ovviamente le carte in tavola sono cambiate: nulla di tutto ciò è narrato da Conan Doyle, e questo è dunque un merito degli sceneggiatori di Sherlock, visto che la linfa di novità portata da questo filone narrativo ha funzionato benissimo.

Uso il passato perché, come si è visto nell’ultima puntata, Mary è morta: questo evento rappresenta la rottura del voto, della promessa fatta da Holmes di proteggere lei, Watson e la loro bambina.

sherlock

Questo tragico avvenimento rappresenta una rottura sotto tutti i punti di vista: infatti, apparentemente Watson non vuole più sentire parlare di Sherlock Holmes.

Il povero John è giustamente turbato, scosso e arrabbiato per la perdita della moglie, ma è probabile che lucidamente possa capire che Mary aveva condotto una vita il cui passato difficilmente l’ avrebbe lasciata in pace per sempre.

Le colpe di Sherlock sono quelle che, tutto sommato, ravvisiamo nelle rappresentazioni cinematografiche di Guy Ritchie (con Robert Downey Jr. e Jude Law), cioè il coinvolgere il dottore e la moglie nelle sue indagini, con degli inevitabili effetti collaterali.

In realtà nella Serie Tv la questione è alquanto più complessa, visto che Mary Watson non era chi diceva di essere, e solo poco prima della sua morte scopriamo informazioni più precise al suo riguardo.

Come detto, Conan Doyle non aveva mai pensato di rendere – dal punto di vista di Watson – Holmes indirettamente colpevole della morte della moglie (che, tra l’altro, non avviene mai nei racconti): siamo dunque in un territorio inesplorato che, tuttavia, non ha molti sbocchi.

Holmes e Watson sono fatti per stare insieme, si completano sia come personaggi che come interpretazioni di Cumberbatch e Freeman, che sfiorano in alcune scene il limite della perfezione.

Perciò, proprio per preparare le basi de “L’ultima avventura“, il riappacificamento tra i due è la cosa più probabile.

sherlock holmes

Veniamo però all’aspetto più spinoso che ci viene lasciato da Le sei Thatcher, non dal punto di vista della trama, ma da quello dei segnali che delineano la fisionomia di un personaggio.

Arrivati alla quarta stagione, credevamo ormai di aver capito tutto di Sherlock Holmes: sociopatico, intelligentissimo, privo di empatia e, automaticamente, ontologicamente solo.

Tuttavia, quando Mary muore e il suo unico amico John decide di non parlargli più, lo troviamo a confidarsi con una psicologa, a cui rivela che per la prima volta ha bisogno di aprirsi. Anche qui, persino più del caso precedente, siamo in un territorio inesplorato: lo Sherlock Holmes di Conan Doyle non ha dubbi, il sentimento più alto che ha provato è il rispetto verso qualcun’altro e senza dubbio non avrebbe mai bisogno di una strizza-cervelli.

Dunque, dove ci porterà questa cosa? È stato un semplice espediente narrativo per far comprendere il momento di difficoltà del personaggio? Ma Sherlock Holmes in difficoltà va dallo psicologo?

Oppure si tratta di una svolta nell’economia della storia e, conseguentemente, di come l’investigatore muoverà i suoi prossimi passi?

Il senso di colpa, di cui lo credevamo incapace, è testimoniato anche dalla richiesta fatta alla signora Hudson: «Quando le sembro troppo arrogante, mi dica semplicemente “Norbury”» (il nome dell’assassina di Mary).

Sherlock Holmes

Siamo dunque di fronte a strade nuove per il nostro Sherlock Holmes e inevitabilmente le prossime due puntate diventano più criptiche di quanto si potesse mai immaginare.

Una cosa però è certa: saranno ancora Sherlock e John, per l’ultima (?) volta all’assalto della criminalità, come era stato fin dall’inizio.