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Stitchers: la controversa Serie Tv andata in onda su Rai4

Mescolate fantascienza, teen drama, mistero e un pizzico di scifi ed otterrete Stitchers!

Stitchers

Questa Serie Tv ha attirato la mia attenzione qualche mese fa, quando la davano sul canale Rai4. Finita poi nel dimenticatoio, l’ho “riscoperta” pochi giorni fa alla vista del trailer della terza stagione.

Le mie reazioni sono state due: come ha fatto ad arrivare alla terza stagione? Perchè non ho ancora visto la seconda? Penserete che sono pazza, ma il problema è che Serie Tv come Stitchers hanno quel non so cosa che ti spinge a guardarle pure se sono imbarazzanti.

Ma prima, lasciate che vi illustri la trama di questo show, per farvi capire meglio la situazione. La protagonista è Kirsten (Emma Ishta), una giovane donna reclutata da un’agenzia governativa segreta per “entrare” nella mente delle persone da poco decedute e recuperare i loro ricordi. Il tutto per risolvere i misteri/omicidi che sarebbero finiti nella tomba con loro. Insieme alla ragazza lavorano: Cameron (Kyle Harris), un brillante neuroscienziato, Linus (Ritesh Rajan) un ingegnere bioelettrico e tecnico delle comunicazioni e Camille (Allison Scagliotti), una dotata studentessa d’informatica e coinquilina di Kirsten. A capo del programma c’è Maggie (Salli Richardson-Whitfield): l’esperta di operazioni sotto copertura, nonché madre di Cameron.

Detta così, può sembrare quasi una bella Serie Tv dai risvolti interessanti.

Stitchers è composta da due stagioni, rispettivamente da 10 e 11 episodi, mentre una terza è in lavorazione.

Stitchers

Purtroppo, le pecche cominciano a saltar fuori dal momento in cui si guarda la suddetta Serie Tv. A partire dalla protagonista: la studentessa ha quella che chiamano “displasia temporale“, malattia che le impedisce di rendersi conto del passare del tempo. Ora, neanche io mi accorgo del tempo che passa quando guardo Serie Tv, però chiamarla malattia mi sembra un po’ esagerato. In poche parole, è un pretesto per darle un “potere“. E lasciamo correre.

La faccenda si fa più bizzarra, quando questa specie di agenzia governativa segreta si interessa a lei. E per che cosa? Per entrare nella memoria dei cadaveri che tengono al fresco nel surgelatore. E non è finita qui: per connettersi alla loro mente, deve entrare in una vasca e collegarsi a vari fili, per darci quel tocco un po di scifi alla Fringe. Per non farsi mancare niente poi, fanno indossare una tutina aderente che lascia poco all’immaginazione. Davvero necessaria, sicuramente a fini puramente scientifici. C’è anche un altro elemento che mi ha fatto sbellicare dal ridere: il PIN d’emergenza.

Ebbene si, la ragazza non può semplicemente entrare nelle coscienze altrui senza alcun pericolo. Perciò, in caso di emergenza, dovrà digitare un pin per tornare nella realtà. Un PIN. Fa già ridere così, non aggiungo altro.

Però se alla fin fine, si passa sopra tutti questi particolari (agghiaccianti) strambi, si può godere di uno show senza troppe pretese, pensato per un pubblico giovane.

Stitchers

Eppure, dopo avervi elencato alcuni degli orrori che ho visto, questa Serie mi ha intrattenuto, non soltanto per il lato trash, ma per non so quale arcano motivo: forse l’idea di entrare nelle menti altrui, tralasciando il come, forse per la sua aria “leggera”, o la voglia di masochismo, chi lo sa. Non si possono sempre vedere degli show di alta qualità, ogni tanto bisogna mettere i piedi per terra (in questo caso, mi ci sono proprio seppellita sotto terra). Non potevamo neanche aspettarci chissà che, visto che in America va in onda su ABC Family (che ha partorito Serie quali Pretty Little Liars e Shadowhunters). Ci sono poi molti cliché, la recitazione è piatta (per essere clementi), le trame non sono di chissà quale spessore e altrettanto i dialoghi.

Eppure negli States gode di un discreto seguito. Infatti è arrivata alla terza stagione, in onda il prossimo 5 Giugno. Si nasconde un controverso rapporto tra qualità dello show ed ascolti, al quale non riesco a dare una spiegazione razionale. Un po’ come il successo di PLL.

Insomma, lascio a voi l’ardua sentenza: promossa o bocciata? 

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