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Ho guardato un episodio a caso di Twin Peaks

Se si vuole scrivere di Serie Tv bisogna avere nel proprio “curriculum seriale” alcuni prodotti fondamentali, uno di questi è sicuramente Twin Peaks. Per cui avevo intenzione quanto meno di avvicinarmici, per assaporarne l’esperienza. Dovevo scegliere un episodio a caso, non sapendo se mi avrebbe preso o no, ho scelto il pilot della stagione trasmessa nel 2017. Non avendo visto le due stagioni volevo scoprirla come se fosse una Serie Tv del tutto nuova.

È scontato che ogni cosa scritta in questo articolo prescinde dalla conoscenza del prodotto nella sua interezza e, dunque, è frutto di una conoscenza parziale e non vuole esprimere un giudizioso assoluto, ma solo un’impressione che si basa sulla visione di questo singolo episodio. Sarà capitato anche a voi di  accendere la tv senza avere in mente di guardare qualcosa di specifico e di trovarvi davanti a un episodio casuale di una Serie. Ecco, prendetela più o meno così: non me ne voglia Lynch, il cui prodotto si basa indubbiamente su un sistema artistico e intellettuale che abbisogna di una visione quantomeno sistematica. Questo pezzo vuole essere solo il “diario” di un’esperienza casuale, non un giudizio su un’opera nella sua totalità. Iniziamo:

What did you expect?

Mi tocca citare lo slogan pubblicitario di una bevanda per iniziare, la prima cosa che bisogna chiedersi quando ci si è confrontati con una Serie Tv fino a quel momento sconosciuta è: cosa ti aspettavi?

La mia ipotesi preventiva era legata al retaggio che Twin Peaks si trascina da 25 anni, un insieme di affascinanti misteri. L’elemento che sentivo di prevedere era la chiave moderna che sarebbe stata utilizzata per raccontarli, calando tutto in un contesto perfetto. Un mix di modernità e classicità.

Twin Peaks

Mi aspettavo un qualcosa di moderno che funzionasse anche per chi non ha mai visto le prime due stagioni e qualcosa di classico, estremamente evocativo riguardo al passato. Ebbene così è.

Capelli cotonati, spalline e colori accesi, ma sbiaditi

twin peaks

La regia è ottima, intesa come movimenti di macchina, ma questo è ovvio perché stiamo parlando di David Lynch. Come se parlassimo di un affresco di Michelangelo, aggiungere parole è superfluo.

Non mi ha convinto il voler rappresentare in stile anni ’90, ma in un contesto moderno, specificando pure che le vicende passate sono lontane di ben 25 anni.

Capelli cotonati, vestiti passati di moda e colori accesi, ma sbiaditi perché così voleva la fotografia dei prodotti televisivi di 25 anni fa. Preferivo una rivisitazione del contesto in chiave moderna.

Guarda qui, poi qui e ancora qui. Aspetta che arrivo… niente ci vediamo domani

Twin Peaks

I primi 15 minuti di episodio sono un delirio di situazioni sconnesse. Una buona metà di episodio si articola con luoghi e personaggi diversi intenti a presentare il contesto di ogni singola vicenda, ma essendo solo l’inizio tutto è lasciato in sospeso.

Dopo questa parte di introduzione l’episodio inizia a partire e a presentare un primo vero mistero: in un appartamento viene trovata una testa di una donna vicina al corpo di un uomo, composte come un tutt’uno. Rilievi, impronte, indagini. Molto bene.

Ovviamente, come vuole la regola non scritta della Serie Tv, appena la vicenda inizia a carburare finisce l’episodio.

Awkward (ôkwərd)- scomodo, inopportuno o meglio: Twin Peaks

Ci sono alcune scene lasciate in sospeso. La prima di esse, se ci si limita alla visione del pilot, non ha senso: due uomini si incontrano e uno porta all’altro degli scatoloni con delle vanghe, il tutto in una baracchina dispersa nel bosco. Non ha senso perché non viene più ripresa, almeno nel corso del pilot.

Altre situazioni sono piuttosto curiose, ma tutte dentro lo stile un po’ awkward di Twin Peaks. Dialoghi e persone assurde, situazioni al limite del disagio estremo, ma divertenti.

L’attacco del frullatore di pongo!

La scena del “frullatore di pongo” invece mi ha abbastanza imbarazzato. Un po’ per l’effettaccio utilizzato che arriva direttamente dai B-movie degli anni ’80, un po’ per la lunghezza della sequenza, che con quell’effetto era meglio accorciare: scena di sesso tra un lui e una lei, all’improvviso, non vi dico né come né perché, viene fuori una specie di alieno di pongo che comincia a dimenarsi come un frullatore e a tagliuzzare i due. Severo, ma giusto.

Infine alcuni dettagli che riportano agli anni ’90, ma seguendo sempre lo stile awkward di Twin Peaks. Smartphone moderni ma di dimensioni simili a quelle dei primi cellulari, dialoghi e situazioni tipiche e quasi al limite del parodistico e cadaveri palesemente fatti di cera, come non se ne vedevano da anni.

Il peso della corona è grave, ma il mondo va avanti

Quello che mi è rimasto dopo aver quanto meno sfiorato questo mostro della serialità è la comprensione. Per tutti coloro che da Twin Peaks sono affascinati e che hanno aspettato questo ritorno per anni. Rispetto loro, rispetto l’opera e rispetto David Lynch. Twin Peaks restituisce quelle che erano le sensazioni che su di esso avevo costruito.

Si può dire che la prima parte della mia ipotesi preventiva fosse corretta, ma, almeno per quanto mi riguarda, la seconda parte no.

Se avessi guardato il pilot di Twin Peaks senza sentire il peso del suo passato, non ne avrei neanche scritto. Per quanto alcuni spunti possano essere interessanti, non sento l’impulso di continuare la visione. Ho mantenuto lo stesso approccio utilizzato per le altre Serie Tv: guardo il pilot, se mi piace continuo, sennò ciao. Certo, mi rendo conto che abbia un peso immenso che non abbia visto le due stagioni precedenti: mi mancano sicuramente dei pezzi fondamentali, ma questo articolo resta una raccolta di sensazioni che prescindono da tutto ciò che non  è la visione di questo singolo episodio.

Forse un giorno tornerò a Twin Peaks, ma non è questo il giorno

Quello della terza stagione è un pilot troppo aperto a mio modo di vedere e per me purtroppo poco accattivante. So bene che è presto per giudicare, dovrei vedere gli altri 17 episodi e recuperare le due stagioni precedenti, ma proprio no. Non sono riuscito a farmi completamente rapire dal fascino misterioso del mondo dei matti curiosi di Twin Peaks. Magari un giorno…

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