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Lettera di Ragnar ad Athelstan

Caro amico, caro fratello. Riesco a vederti, stiamo per riabbracciarci.

Una serpe mi si avvinghia, una bestia mi lacera e mi stringe. Una morte si copre quest’oggi di eternità. La mia storia è tutta nella mia fine.

Il leone canuto e stanco è ora curvo e spento in un’ angusta gabbia.

È colpa del male, della passione e dell’ambizione, tutto ciò mi ha condotto sin qui.

Athelstan

Un uomo mi sussurra che la mia fine sarà epocale, nefasta e leggendaria. Le porte del Valhalla, caro amico, spero che esistano veramente. Così non fosse, passa pure a salutarmi dal tuo Inferno cristiano.

Un altro uomo assetato di conoscenza e vendetta, di gloria e di sangue, è già nel tuo Inferno. Anch’io come quel caro Ulisse vago con i mie fratelli. Uno mi tradisce, uno mi odia, uno mi ama.

L’ambizione mi ha sedotto come la più bella delle donne, la conoscenza non smette di essere una sete inappagabile. Prima dei morsi delle serpi, ho conosciuto questi due veleni, due veleni che rendono comunque migliore e più gloriosa un’esistenza.

Ecco la materia metafisica che racchiude un’anima maledetta. Volere tutto… la conoscenza, il potere e la gloria.

Il potere è in fondo la cosa che mi ha sempre affascinato di meno. Il fuoco della passione è per me la conoscenza e la gloria.

Ho amato e tradito la mia Lagherta, possa quella donna tanto bella quanto forte, ricordarsi solo dei bei momenti passati insieme. Ho tradito i miei figli, senza tradirli, ma abbandonati e cresciuti senza un padre vale in granparte quasi lo stesso.

Ho fallito con il mio fratello Rollo. Dovevamo salire sul tetto del mondo, Athelstan, dovevamo farlo insieme e sempre insieme dovevamo trionfare abbracciandoci e urlando con i nostri fratelli festanti.

Dovevamo ancora godere dell’estasi febbrile che anticipa una battaglia e del calore che riscalda più a lungo il cuore di un guerriero. Rollo mi ha tradito, ma continuo a vedere anche ciò come ad un mio fallimento.

Floki ha smarrito il lume ed il sentimento morboso per gli dei l’ha turbato e consumato da sempre. Floki ti ha ucciso in realtà solo a causa mia, sentendosi scalzato dal mio cuore. Amerò per sempre Floki e nel suo profondo è pentito per averti ucciso. Lo so…

Un vero leader sobbarca sulle proprie spalle ogni tipo di responsabilità e fallimento.

Athelstan

Vedo  Re Ecbert, abilmente camuffato da frate, scalzo e ramingo sul sentiero del mio epilogo. Vedo parte di me.

Vedo un Re avversario che mi ama, eppure dovrebbe essere il mio esatto opposto. L’antagonista sull’altra riva del fiume. Caro Athelstan, il tuo spirito e il tuo amore ha unito un Re pagano e un Re cristiano. Sei l’anello di congiunzione tra me ed il gran padrone del Wessex.

Sei l’umanità che ha illuminato le mie azioni maledette, sanguinarie e cieche, sei il superstite di una delle nostre proverbiali razzie e devastazioni. L’ira senza freno è diventata ragione luminosa.

Grazie a te, caro Athelstan, per aver dato un senso diverso alla mia esistenza.

Ora sto veramente per morire. Il leone vecchio e grigio, ha ormai la criniera spenta, il leone dominante è in gabbia, ferito. Il vecchio leone assapora il ferro della gabbia e la tristezza della reclusione.

Intravedo un altro Re, un uomo tronfio, soddisfatto che mi ha ucciso in questo modo inglorioso. Questo Re non sa ancora che i canti nordici parleranno di me, molte delle future imprese del mio popolo saranno tributate alla mia memoria. Re Aelle, capirà.

Eppure oggi, nel mio ultimo giorno, l’eternità che sto per abbracciare mi fa sentire l’uomo più solo del mondo.

L’auspicio è che il ruggito di un vecchio Ragnar morente, serva ad unire i miei figli. Che lo strazio del dolore arda come il fuoco della battaglia nei loro occhi. Che le loro divisioni possano essere unione attorno al mio nome e la mia memoria.

È giunta l’ora. Amato e generoso fratello, mio caro Athelstan

Athelstan

L’ultimo fatale morso della serpe, l’ultimo pensiero, l’ultimo rimpianto ed il mio ultimo respiro.

L’ultimo dolce e mortifero sogno di gloria da riporre in qualche effimera idea, in qualche Dio o in qualche spirito errabondo.

L’ultimo dolce e seducente sogno da condivere con un fratello come te

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