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Westworld e Animal Kingdom, le migliori perle del 2016

Westworld, l’umanesimo della robotica

La positività del potenziale sconfinato è racchiusa nella labirintica mente umana, incanalare ciò che funge da strumento di sfogo e piacere per l’uomo stressato e consumato dalla vita ultramoderna. L’uomo ha irrimediabilmente perso qualcosa, l’intelligenza e la tecnologia hanno cambiato i processi evolutivi e i valori affettivi sono anestetizzati.

Soltanto Westworld può appagare l’uomo d’oggi.westworld

L’ucronia può essere intesa come la teorica distopia del ‘se’ , modellata quindi in parte anche sulquando‘. E quel ‘se‘ è il motore trainante della curiosità.

Cosa potrebbe accadere se un uomo si trovasse in un contesto abolito dalla natura stessa ?! Cosa accadrebbe se un uomo fosse libero di dar sfogo alle sue violente e libidinose passioni ?!

Violenza come valvola di sfogo, voglie sessuali da appagare in ogni modo, l’adrenalina della scoperta, l’istinto ferino assopito e represso dalle convenzioni sociali, può finalmente ruggire nell’immensità di Westworld.

Westworld, dove tutto è concesso” diventa una sorta di ossimoro, un affascinante monito dal sapor dantesco.

Lasciate ogni ‘morale‘, voi ch’entrate

westworld

Il polo positivo è rappresentato dalla sopraffina tecnologia raggiunta dall’uomo ed il polo negativo continua a raccontare la classica miseria umana, intrisa da sempre da tradimento, sangue ed interesse. Il dottor Ford, sublime scienziato, congiunge ambizione, intuito e finalità, rappresentando allo stesso modo il ruolo antipodico del misero traditore. Il buon e malcapitato Arnold, ne sa qualcosa (ne abbiamo scritto meglio qui).

Ford è quella lucida e magnetica follia che confonde e talvolta riformula quei curvi binari della morale e dell’etica. Ford è il polo positivo e negativo al contempo. Uno scienziato con un’aura che sfocia nella divinità. Ford è l’archetipo dal quale prendono vita i suoi testimoni androidi, ma il ‘fordianesimo’ non ammette politeismo. Ford è lo scienziato della creazione che diventa il Dio di Westworld.

Il socio Arnold è un intralcio e le sue empatie con gli androidi creano in alcuni di essi ‘sintomo’ della coscienza, un riflesso preoccupante più che un valore aggiunto, che va oltre le ricordanze.

Westworld è un contraddittorio ‘umanesimo della robotica, l’uomo è il regista che perde di vista la coscienza e la soggettività del robot-attore.

Plasmare, riformulare, rendere sempre più simile un androide ad un umano, è quasi una sorta di operazione mistica. Si crea la vita dalla non materia di un pensiero, si crea vita secondo leggi proprie che trascendono da quelle naturali, si installa la fallacità e l’insoddisfazione che attanaglia l’uomo dalla sua origine.

Empatizzare con un altro afflitto e malcapitato essere dai tratti antropomorfi, che, come l’uomo, non ha avuto la facoltà di scegliere se nascere o meno. L’androide diventa emblema della perfezione tecnologica e dell’imperfezione dell’uomo, l’androide diviene più umano di quanto si creda.

Almeno tre sono le figure cardine, del sublime dramma Hbo: la bionda e malinconica Dolores , la turbata e seducente prostituta Maeve e il buono ed impavido William, o quantomeno la sua origine prima degli sbalzi temporali e comportamentali (con la vecchia volpe Ed Harris ad interpretarlo sontuosamente).

Colpi di scena sapienti e magistrali (non spiattellati a caso), una filosofia contraddittoria che ci appartiene, l’ambizione che piega ogni cosa, la creazione come atto puro ed impuro, una sigla che si fa portavoce dell’intuizione creativa, gli sbalzi ucronici e temporali nelle selvagge terre del West. Il bianco della purezza e dell’origine che si fonde al peccaminoso e scarlatto sangue, sublime riferimento ad Arancia Meccanica del maestro Kubrick.

La suggellazione della massima estetica in campo seriale.

Westworld dopo solo una stagione, è già un maledetto ed autentico capolavoro. Ringraziamo l’annus domini 2016 per questo superbo regalo seriale (ne abbiamo parlato meglio qui).

(Un ringraziamento a Vincenzo Bellopede e Antonio Casu di Hall of Series, che tanto hanno ben trattato questa prelibatezza seriale)

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