Volevo esordire con una frase a effetto come: ‘non può esserci Merlino senza Artù’, ma sia la letteratura che la televisione mostrano altro: nella saga di Camelot di Jack Whyte ben due romanzi sui quattro scritti da Merlino non trattano del suo rapporto con Artù, bensì di quello con Uther, in questa versione suo cugino; invece in Merlin, miniserie del 1998, la vicenda di Artù è ridotta in poche scene.
Quindi Merlino può esistere senza Artù, ma possiamo dire lo stesso di Artù? Può Artù esistere senza Merlino?
La serie della BBC, Merlin, andata in onda dal 2008 al 2012 è profondamente incentrata sul rapporto tra questi due personaggi, coetanei e coprotagonisti della storia. Merlin è un giovane mago in un regno in cui la magia è proibita e Arthur è il suo principe e col passare del tempo suo amico. Ed è proprio sul personaggio di Arthur che vorrei concentrarmi oggi. Personaggio all’apparenza bidimensionale (forse solo nei primi due episodi o, meglio, fin quado non lo si inizia a conoscere seriamente) è in realtà molto complesso, costantemente in crisi con se stesso, sempre diviso tra sentimenti e dovere.
È quindi un personaggio facile da amare, quantomeno dopo la prima istintiva antipatia dovuta al suo comportamento da bullo del quartiere… Perché? Eccovi qui dieci motivi.
CORAGGIO
Arthur non si è mai tirato indietro, non si è mai nascosto dietro una scusa, ma ha sempre combattuto in prima linea le sue battaglie, circondato dai suoi soldati, dai suoi cavalieri, dai suoi amici, certo, ma non come principe o re, ma come loro pari. Perché in battaglia gli uomini sono tutti uguali e Arthur dimostra di conoscere bene questo assioma: spada in mano, combatte e muore assieme ai suoi uomini. Non rimane mai indietro, non si nasconde, non si rifugia nel suo castello facendo andare avanti i suoi soldati. Lui è un soldato e tra i più valorosi e lo dimostra continuamente: se non fosse per Merlin, che lo segue e lo protegge costantemente, probabilmente sarebbe morto molto prima proprio per dimostrare il suo valore.