9. “Sing me a song of a lass that is gone…”
Sono le parole della sigla di apertura di Outlander. Chiunque abbia visto almeno un episodio di questa serie non può non essere rimasto affascinato dall’incantevole sigla di apertura composta da Bear McCreary e cantata dalla meravigliosa voce di Raya Yarbrough. La canzone è struggente sia per le parole che per la presenza delle cornamuse, i tipici strumenti alla base della musica celtica. La canzone utilizzata è un personale riarrangiamento di McCreary della sua canzone preferita del folk Scozzese, “The Skye Boat Song”, una ballata scozzese che racconta di una giovane donna perse nelle Highlands. Una canzone perfetta e che unita alle sequenze visive dell’opening mi farà venire voglia di continuare la visione.
Oltre all’elemento musicale molto evocativo che è presente non solo nella sigla in tutti gli episodi della serie, ci sono altri dettagli sui quali è inevitabile non soffermarsi. Scenografie bellissime, ambientazioni mozzafiato, cura nei dettagli maniacale, ricostruzione storica accurata nonché i costumi, vere e proprie opere d’arte. La costumista, Terry Dresbach, ha dovuto occuparsi di centinaia di abiti femminili e maschili, ciascuno con una propria connotazione, che dovesse corrispondere alle caratteristiche di ciascun personaggio. Dagli abiti di Claire a quelli di Dougal, da quelli di Jamie a quelli di Randall, ogni dettaglio è stato curato e perfezionato per un risultato strabiliante. Lo stesso si può tranquillamente dire della scenografia: i castelli sono vissuti, per nulla immacolati, proprio come le case in legno dei villaggi o i semplici carri da trasporto. Nulla potrebbe guastare una serie in costume più del trascurare questi dettagli fondamentali: per fortuna non è il caso di Outlander.