Matto come un cavallo, fuori di testa, violento, alcolizzato, pieno di altri vizi ma ha anche dei difetti. La svolta da bravo chierichetto, per esempio. Arthur Shelby non è un uomo facile, parliamoci chiaro. Lo abbiamo visto fin dalla prima stagione di Peaky Blinders, in cui cambiava donna di continuo e sfasciava il pub della banda a suon di risse. Anche lui vittima del trauma patito dai fratelli Shelby alle trincee, durante la Prima Guerra Mondiale. E il suo modo di sfogarsi era appunto fare casino, sempre e comunque.
Un cane sciolto, un anarchico per natura, uno che tende a perdere il controllo per ogni sciocchezza… era subito chiaro che non avrebbe mai potuto essere a capo della banda. Infatti quello scaltro e abile era Tommy, Arthur lo capisce e Tommy diventa il capo. E qui emerge forse la più grande qualità di Arthur: il saper ammettere il proprio limite. Uno dei pochi uomini del panorama delle Serie Tv che, accortosi di essere un disastro totale, accetta di lasciare il comando a chi ne è francamente più capace. Poi emergeranno sempre più qualità (ben) nascoste, ma a quel punto avremo imparato ad amare quel nevrotico fratello baffuto sempre pronto alla rissa. Perché in fondo, tra i tre fratelli Shelby, lui è quello buono.
1) L’ignoranza
Non nel senso che non ha studiato, ma nel senso che è tosto, invadente, se ne frega e spacca tutto. Uno dei personaggi più ignoranti delle Serie Tv, che in certe scene mi ha ricordato il Begbie di Trainspotting. Se dovessi scegliere qualcuno da portare a fare una bella rissa porterei Arthur, pure se sono in dieci lui carica.