Amare un personaggio richiede numerosi elementi che devono necessariamente trovare una congiunzione; l’interpretazione dell’attore, la scrittura degli sceneggiatori, la sensibilità del pubblico. Sayid Jarrah è uno di quei protagonisti di Lost per cui non è scontato o automatico provare grande stima; tutti in Lost vivono delle parabole, che gradualmente permettono allo spettatore di conoscere le luci e le oscurità dei personaggi. Con Sayid si prova empatia venendo a conoscenza del suo passato, delle scelte che ha compiuto e delle mostruosità che ha commesso; eppure, il suo è uno spirito positivo, avvolto dalle difficolta che la convivenza con se stesso gli procura. Vediamo perchè abbiamo amato questo personaggio.
1) Passato da torturatore
Sayid ha compiuto durante la Guerra del Golfo azioni terribili; infatti, torturava i prigionieri per la Guardia Repubblicana irachena al fine di ottenere informazioni strategiche per la guerra. In realtà, la sua principale occupazione era di addetto alle telecomunicazioni, ma alcune circostanze lo portano a occuparsi anche di uno degli aspetti peggiori dell’animo umano: l’infliggere dolore. Sayid, sull’Isola, avverte tremendamente questo peso, e gradualmente anche noi spettatori capiamo quanto sia difficile per lui convivere con esso e quanto duro deve essere per lui sopportarsi, dopo aver compiuto quelle torture su Sawyer. Infatti, dopo tali azioni, lascerà il gruppo.