La serie tv 12 Monkeys (2015) ideata da Terry Matalas e Travis Fickett è una rivisitazione della pellicola di successo del 1995 con Bruce Willis e Brad Pitt. La serie dark thriller segue, attraverso 4 stagioni, due linee temporali: il 2015 e il 2043.
La razza umana si è quasi completamente estinta a causa di un virus che ha decimato il 93% della popolazione. Un gruppo di scienziati, con a capo la dottoressa Kathryna Jones (Barbara Sukowa) riesce a creare una macchina del tempo e assolda un prigioniero di nome James Cole (Aaron Stanford) per tornare al 2015. Il suo scopo sarà quello di cercare di fermare la pandemia, uccidendo il paziente zero prima che possa infettare il resto dell’umanità. Ad aiutarlo la dottoressa Cassandra Railly (Amanda Schull) che, a differenza del film, avrà un ruolo molto più attivo nella serie tv. Altro ruolo di rilievo quello di Jennifer Goines (Emily Hampshire) che prende il posto di Brad Pitt in una versione femminile del personaggio e, in poco tempo, riesce a conquistarci e a farci dimenticare la sua controparte maschile.
Via via che le puntate e le stagioni di 12 Monkeys si susseguono, scopriamo che la pandemia è solo uno dei mezzi che un gruppo misterioso ha messo in atto per distruggere l’umanità e il tempo stesso. Un gruppo chiamato appunto Esercito delle dodici scimmie, con a capo una figura ancora più misteriosa: il Testimone.
Accanto al tema dei viaggi nel tempo, quindi, la serie si concentra sulla lotta tra le forze del bene e del male, il tutto ambientato in un futuro post-apocalittico.
Ma uno degli aspetti più interessanti della serie è la sua assenza del presente
Nella maggior parte delle serie tv, il presente è la linea temporale principale alla quale ogni altra linea temporale fa riferimento. In 12 Monkeys, invece, il presente sembra essere solo un’illusione fugace, che non esiste. Il protagonista Cole viaggia avanti e indietro nel tempo, incontrando personaggi in differenti periodi e influenzando gli eventi in modi che non sempre sono chiari.
In 12 Monkeys, quindi il tempo non è solo un elemento di sfondo, ma diventa un personaggio centrale della trama. Un personaggio che fa da compagno e da antieroe a Cole, perché questo continuo flusso temporale in 12 Monkeys è un fattore destabilizzante, che mette in discussione la percezione stessa della realtà.
Uno dei motivi per cui 12 Monkeys ha scelto di rimuovere il presente dalla trama è il suo impatto sulla percezione del tempo. Senza un presente stabile, la serie riesce a suggerire l’idea che il tempo sia fluido e che possa essere influenzato dalle nostre azioni. Questa concezione del tempo è particolarmente evidente nelle scene in cui più versioni di Cole si incontrano nello stesso momento, o in cui personaggi che si incontrano in un momento storico influenzano l’outcome di un altro momento storico.
L’assenza del presente consente alla serie di esaminare come le nostre azioni possano influenzare il modo in cui la storia si sviluppa.
Mentre ciò che è stato fatto non può essere cancellato, Cole tiene come sua guida la speranza che il futuro possa essere cambiato. Questo tema centrale della serie è supportato dalla sua struttura non lineare, che dimostra come alterare il passato influisca sulla creazione del futuro. I protagonisti di 12 Monkeys si ritrovano più volte a dover decidere tra ciò che sanno di dover fare, ciò che ritengono sia giusto fare e ciò che il cuore dice loro di fare.
Tre strade che non sempre vanno nella stessa direzione ma che li portano comunque a diventare ciò che sono, tra crescita personale e cadute a terra. In 12 Monkeys le azioni dei personaggi possono avere conseguenze imprevedibili.
Puntata dopo puntata, stagione dopo stagione, seguiamo i protagonisti in un loop temporale che sembra divorare ogni più piccola parte della loro essenza, portando alla luce caratteri e comportamenti che forse nemmeno loro sapevano di possedere.