Ci siamo. Netflix sta per lanciare 13 Reasons Why 3 e la situazione comincia a farsi scottante. Le domande sono tante e le risposte ancora molto poche. Nei due trailer che sono stanti lanciati durante il mese di agosto abbiamo intuito quale possa essere la direzione presa dal colosso americano per la produzione di questo terzo capitolo.
Sembra ormai chiaro che Hannah Baker è solo un lontano ricordo nei corridoi della Liberty High School. Le vicende legate al suo suicidio si sono concluse definitivamente con i processi ai protagonisti per fare luce sulla vicenda e ora tutti sembrano aver ricominciato la loro vita.
Sembrano, appunto. Perché l’apparenza spesso inganna e ogni segreto venuto a galla ha ormai cambiato le vite di tutti i ragazzi.
Chi ha ucciso Bryce Walker?
Un inatteso omicidio, un nuovo dolore e un ennesimo mistero. Se per molti l’associazione spontanea dopo aver visto questo trailer corre ad abbracciare il modus operandi di Pretty Little Liars, con una visione più attenta potrebbe non essere così. La domanda prende forma davanti ai nostri occhi come un avvertimento. Cosa ci ricorda? La frase più famosa e iconica nel mondo delle serie tv: Chi ha ucciso Laura Palmer?
Come in Twin Peaks anche in 13 Reasons Why le vite dei giovani protagonisti sono intrecciate da scabrosi segreti. Segreti per cui i ragazzi, così come gli adulti, sarebbero disposti a tutto per difendere. Anche a uccidere. Laura Palmer, come Hannah Baker, vive una doppia vita. In Twin Peaks la propensione di Laura al baratro è accentuata dagli abusi subiti, il tutto presentato come una discesa all’inferno corredata da numerosi elementi sovrannaturali. Ma l’inferno di Laura e quello di Hannah sono uguali: una solitudine senza scampo da cui provare a sfuggire diventando qualcun altro. Ma che alla fine le risucchia entrambe, trasformandole in fantasmi che perseguitano coloro che devono occuparsi della ricerca della verità.
Tuttavia l’associazione di Twin Peaks con 13 Reasons Why 3 non è solo narrativa ma soprattutto strutturale. Tale impostazione, con l’avvento del nuovo millennio, sembrerebbe essere lo scheletro di tanti teen drama in cui si analizza e affronta un dramma adolescenziale.
L’ultimo iconico esempio lo abbiamo con Stranger Things
Una serie tv che racconta, seppur con leggerezza, le avventure, i dubbi, le preoccupazioni insite nella mente degli adolescenti. Anche nel caso di Stranger Things il crime è un elemento portante. Ad esempio la morte di Barbara nella prima stagione: un omicidio avvolto nel mistero.
Sono proprio il mistero e la scomparsa di Will, i pretesti con cui si costruisce l’intera trama. Con questi elementi, lo spettatore viene preso per mano attraverso un processo di evoluzione narrativa che porterà a diramazioni sempre più inaspettate, fino allo scontro con i russi. Anche in questo caso non manca il sovrannaturale. Se però in Twin Peaks è un elemento di corredo, qui è il nucleo principale dell’intera storia.
I ragazzi combattono due battaglie parallele: lo scontro con il Sottosopra e i cambiamenti tipici dell’età che stanno vivendo. I primi dubbi, risentimenti e drammi affettivi. Non è sempre giusto capire come comportarsi e se dire sempre la verità, anche nel caso di una tragedia.
Un fenomeno che abbraccia un mercato sempre più ampio
Se questa modalità di scrittura è facilmente riscontrabile nei grandi nomi del piccolo schermo, con un occhio attento è possibile notare delle similitudini anche in tanti altri titoli. Ad esempio in Élite il crime è di nuovo il protagonista indiscusso tra i banchi di scuola. Un altro esempio è visibile in Riverdale, in cui la voce narrante ci racconta dell’omicidio di Jason nella prima stagione. Inoltre il mistero è il filo conduttore che lega l’intera saga.
Misteri, drammi, omicidi. È sempre lo stesso itinerario che si ripete, cambia la forma ma mai la sostanza. Persino nella stessa Skins, serie tv di tutt’altro stampo, il dramma adolescenziale, nel suo punto più in alto di non ritorno, si consuma con la morte di due tra i protagonisti principali, Chris ed Eddy.
In tal senso non si parla solo di serie tv ma di mercati variegati. Se osserviamo il mondo dei videogiochi ne abbiamo un esempio lampante nel bellissimo insegnamento di vita in Life is Strange. Un’avventura grafica in cui il crime si consuma nuovamente nei corridoi della scuola. Anzi, in questo caso specifico nei bagni.
13 Reasons Why 3 userà questa strategia?
La sponsorizzazione di 13 Reasons Why 3 è la definitiva presa di coscienza di questa modalità narrativa, già ampiamente utilizzata nelle due stagioni precedenti. Tutto ciò che vediamo nei due trailer (qui l’ultimo se non l’avete ancora visto) rilasciati ci induce a ipotizzare che questa rotta andrà consolidandosi e che le similitudini con tanti altri titoli saranno più concrete e meno latenti.
Non ci resta che aspettare il 23 agosto e attendere il lancio di 13 Reasons Why 3 per avere una risposta definitiva a questi dubbi.