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13 Reasons Why 3×13 – Il futuro è in bianco e nero

13 reasons why 3x13
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Con grande orrore il detective Poirot ha determinato che ad uccidere il signor Ratchett sono state 12 persone presenti sull’Orient Express. Il genio di Agatha Christie ha stabilito che per portare a compimento una vendetta non basta per forza un solo assassino. Dopotutto omettere informazioni o mentire alla polizia è un reato. Coprire un assassino è un reato. Tutto ciò che ha narrato Ani fino ad ora acquista un senso in 13 Reasons Why 3×13. Il risultato di tanta fatica, tutto il racconto passo per passo ha portato alla conclusione finale. Conclusione affrettata quanto ponderata. Figlia di un piano escogitato all’ultimo momento ma che si è dimostrato molto efficace.

Ani, la ragazza con un lato oscuro (ve ne abbiamo parlato anche qui), ha raccontato menzogne a tutto spiano, certi particolari sono stati completamente cambiati nella sua versione dei fatti. Finalmente ne abbiamo scoperto il motivo. Temevamo addirittura che lei volesse dare la colpa a Clay, il principale sospettato per il caso di omicidio di Bryce Walker. Così non è stato, anzi. La sua testimonianza non ha fatto altro che oscurare dettagli che avrebbero potuto incriminare uno dei suoi amici. Le informazioni utili però hanno permesso alla polizia di arrivare alla sola e unica conclusione possibile. Quella che faceva sì che tutti i “buoni” fossero salvi.

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Vedere Alex uccidere Bryce ha avuto senso. Nessuno pensava che lui potesse farlo per via della gamba e per via della forza fisica necessaria per colpire così violentemente un corpo per poi lasciarlo annegare. Eppure dopo la confessione di Zach nella puntata precedente, tutto è combaciato.

Come rivelato in 13 Reasons Why 3×13, solo due persone, la sera in cui è avvenuto l’omicidio di Bryce, zoppicavano (dettaglio rivelato per via delle impronte trovate sulla scena del crimine): Zach e Alex.

Il perché lui si trovasse al molo dopo la partita lo sappiamo: Jessica aveva ancora un conto in sospeso con Bryce. Lui voleva darle la cassetta che ha registrato apposta per lei, contenente delle scuse. Ironico visto cosa le cassette rappresentano in 13 Reasons Why.

Il branco ha protetto il branco. Questa è l’unica spiegazione plausibile per quanto abbiamo visto. Ani ha fornito una spiegazione più che dettagliata su quanto accaduto, depistando la polizia e conducendola con maestria verso l’unica persona che secondo loro poteva prendersi la colpa per l’omicidio: Monty. Quanto aveva fatto a Tyler era decisamente da punire, ma incolparlo di omicidio sarebbe stato troppo.

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Monty è sempre stato l’antagonista, ma in questo finale di stagione abbiamo potuto conoscerlo meglio e vedere da dove derivassero i suoi problemi. Entrare nella sua testa non è stato affatto facile, ma andava fatto. La sua morte, in carcere, è capitata nel momento giusto per il gruppo, perché ha permesso che gli altri gli addossassero la colpa di tutto. L’immoralità della situazione, così come le conseguenze di ciò che hanno detto e aiutato a provare, non li ha smossi di un centimetro.

L’omicidio, o la copertura di questo, non rimane impunito. Se nella vita non sempre la giustizia fa il suo corso, nelle serie tv sì. Ogni passo falso ha delle conseguenze. In Assassinio sull’Orient Express, l’omicidio di un mostro ha riportato un certo equilibrio, nessuno è stato sentenziato colpevole: una vita per una vita. La vita di Bryce per le vite rovinate di tutte le ragazze che ha stuprato. La vita di Monty per tutta la sofferenza di Tyler.

Falsa testimonianza, diffamazione, omicidio, tentativo di omicidio multiplo, possesso e uso di stupefacenti, possesso di armi, ostruzione alla giustizia. Questi sono solo alcuni dei capi d’accusa che potrebbero ritorcersi contro i membri del gruppo. Alcuni segreti rimarranno tali, altri verranno rivelati. Le vite di chi ha commesso un omicidio ed è riuscito a farla franca saranno nuovamente in pericolo, resta solo da capire come.

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Nel corso della stagione abbiamo assistito ai continui cambi di saturazione da un presente più cupo (in bianco e nero per la testimonianza di Ani) a un passato a colori. L’importanza data a questa transizione deve voler dire qualcosa. I colori non sono necessariamente sinonimo di felicità, anzi. Questi acquisteranno un significato tutto diverso al termine di 13 Reasons Why 3×13. L’esposizione delle foto in bianco e nero di Tyler, con i ritratti di tutti i suoi amici e le persone che lo hanno aiutato, ci fa capire che non tutto è finito. I protagonisti della serie saranno pur legati da questo segreto, ma non ci vorrà molto prima che questo equilibrio venga interrotto e distrutto. A quel punto le espressioni felici delle foto saranno solo un ricordo.

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