Per parlare di 13 Reasons Why, è giusto dare uno sguardo al nostro panorama seriale.
Nell’ultimo decennio abbiamo potuto osservare, con nostra grande soddisfazione, la crescita e lo sviluppo del mondo delle Serie Tv. Senza che ce ne rendessimo conto, sono entrate prepotentemente nelle nostre vite. C’è chi ne è letteralmente dipendente, entrando di diritto a far parte della categoria addicted, chi invece, tra una pausa e l’altra, si dedica alla visione di qualche puntata, per ammazzare il tempo.
Posta questa premessa, vorrei sottolineare che spesso non si attribuisce il giusto valore e il giusto riconoscimento a tali prodotti. Spesso si cade nel banale errore di pensare alle Serie Tv come una “falsa copia” di un film, un lavoro di basso rilievo rispetto a un’opera cinematografica. Ebbene, dietro alla riuscita di una Serie, troviamo un grande lavoro di coordinazione e sintonia, in particolar modo tra gli attori ed i loro personaggi.
Non è una mera lettura di un copione e la sua messa in scena. No, è molto di più. Gli interpreti si immedesimano a pieno nel loro personaggio, ne catturano l’essenza, entrandoci quasi in simbiosi, con l’obiettivo di trasmetterci un messaggio, di insegnarci qualcosa: un qualcosa che possa migliorarci.
Ed una delle Serie Tv più riuscite, in questo senso, è certamente 13 Reasons Why.
Esordio datato 31 Marzo 2017, 13 Reasons Why è una delle punte di diamante offerte dalla ormai nota piattaforma on demand Netflix.
13 ci racconta la turbolenta storia di Hannah Baker (Katherine Langford) o meglio, di come la sua esistenza sia giunta al termine. Hannah, giovane studentessa, ha scelto la via più difficile e più struggente per porre rimedio ai disagi passati: il suicidio.
Posto in essere il fatto che il mondo narrativo di questa storia è il liceo, luogo in grado di manipolare facilmente ragazzi/e emotivi e sensibili, questa Serie Tv si contraddistingue per via del suo aspetto morale ed educativo:
13 Reasons Why si prefigge un obiettivo preciso: presentare l’essere umano nella sua globalità; le sue fragilità, le sue debolezze e soprattutto, le sue paure.
Tramite questa Serie, entriamo in contatto con diverse personalità: la fragile e vulnerabile Hannah, l’apparentemente forte e sicuro di sè Justin, il timido e introverso Clay, l’arrogante e presuntuoso Bryce.
I personaggi visti nel mondo di 13 Reasons Why sembrano vivere delle vite felici, con una famiglia solida alle spalle, un gruppo di amici su cui contare; insomma vivono in una perfetta campana di vetro, in apparenza indistruttibile.
Ma cosa accomuna questi ragazzi, cosi diversi tra loro? Cosa rende cosi simile un giovane, ricco e popolare ragazzo come Bryce Walker a un timido, emarginato come Clay Jensen?
La paura.
Tutti i giovani protagonisti hanno una terribile paura,provano un tremendo sentimento di frustrazione e insoddisfazione tale da non permettere loro di essere sè stessi, di chiedere aiuto quando hanno bisogno, di togliersi la maschera che indossano, per paura di essere giudicati o non accettati.
Questo è, in sostanza, il grande insegnamento che questa Serie Tv vuole trasmetterci:
Dobbiamo avere il coraggio di essere noi stessi, di ammettere talvolta le nostre fragilità, di chiedere aiuto quando ne abbiamo bisogno e non aver vergogna nel farlo, perchè siamo essere umani, è lecito provare dei sentimenti e talvolta, l’unica soluzione, è avere la forza di cercare qualcuno, qualcuno a cui si possa concedere le chiavi del proprio cuore.
Hannah Baker ha scelto il suicidio per due motivi: non è riuscita a compiere quel passo in avanti, non ha abbattuto le sue barriere interiori e ha tenuto tutto dentro di sè.
Ma non è stata solo colpa sua. Coloro che la circondavano non le hanno mai rivolto attenzioni; bastava un semplice sguardo, un sorriso, perché tutti, quotidianamente, siamo preoccupati a soddisfare il nostro smisurato ego ed a nutrire il nostro egoismo.
Tutti nella vita abbiamo bisogno dell’aiuto dell’altro, resta solo da capire quando arriva quel momento.