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Il peggio del peggio di 13 Reasons Why

13 Reasons Why
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Non mi è mai piaciuto particolarmente giudicare, specie quando si parla di cose che ho apprezzato. Ma sentir parlare di 13 Reasons Why, oggi, mi fa salire il crimine. 

È una cosa più forte di me e devo ammettere che, quando ho deciso in una mattina di maggio di cominciare la seconda stagione della Serie Tv (di cui trovate una recensione della prima puntata qui), avevo l’animo ben predisposto e tutte le migliori intenzioni.

Non c’è molto da dire: 13 Reasons Why mi ha profondamente deluso, con questa stagione in particolar modo.

Forse molti penseranno che ho intenzione di parlare di qualcosa di banale, trito e ritrito, un po’ come sparare sulla croce rossa, per intenderci. Il fatto è che mi risulta difficile considerare certi argomenti come qualcosa di “banale”, specie considerando che vengono offerti a un pubblico adolescente.

13 Reasons Why

L’idea di partenza con cui 13 Reasons Why ci era stata presentata, l’anno scorso, era ottima! Portare sullo schermo la storia – tratta da un libro – di una diciassettenne che sceglie di togliersi la vita a causa del bullismo, e che sceglie una maniera non convenzionale per spiegare la sua scelta, era qualcosa di innovativo.

Insomma, era un modo diverso (se vogliamo intrigante) di affrontare una tematica spesso lasciata a se stessa e non compresa. Ero persino riuscita a trovare poche pecche nella trama, e sono stata sinceramente incuriosita dalla scelta di fare una seconda stagione. Poteva essere un bel modo di analizzare la vita di chi resta, o il modo in cui viene fatta giustizia per Hannah.

Che poi si sia scelto di sperperare qualsiasi tipo di insegnamento fornito con i primi minuti della prima puntata della seconda stagione, quella è tutta un’altra storia. Ed è proprio questo che voglio analizzare con voi: quali aspetti sono stati davvero il peggio del peggio di 13 Reasons Why.

1) La seconda stagione

13 Reasons Why

Non sapete quanto difficile sia per me trovare dei termini adeguati, che non siano scurrili, per dare una definizione alla seconda stagione di 13 Reasons Why. È facile insultare qualcosa che non ci è piaciuto, ma io vi sfido a parlarne in maniera diplomatica. Così, tanto per provare. Perché la verità è una sola: la seconda stagione di questo show doveva essere trattata diversamente.

Dal momento che la prima era effettivamente basata su un libro autoconclusivo, gli sceneggiatori si sono trovati in difficoltà avendo delle idee su come continuare la storia ma non sapendo davvero come fare. Ora, io non dico che dovevano pensare alla trama della seconda stagione già durante la prima, ma almeno potevano fare lo sforzo di mantenere una continuità narrativa di personaggi e storie, no?

No, per niente. Si è scelto di raccontare lo svolgimento del processo intentato dai genitori di Hannah Baker contro la scuola, e questo va benissimo! Peccato che dalle varie testimonianze emergano tantissime dissonanze con le cassette della prima stagione. Tante, forse troppe perché siano effettivamente tutte credibili.

Ci sono diversi esempi a riguardo, ma dato che li approfondiremo pian piano nei prossimi punti vi presento il più lampante: può Hannah Baker essere stata amica di Bryce Walker, un ragazzo che ha sempre considerato disgustoso fin dal primo momento? E, soprattutto, può aver omesso questa parte del loro rapporto quando ha parlato di lui nelle cassette? Giudicate un po’ voi.

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