2) È RECITATA CON I PIEDI
Non so come abbiano fatto il casting per 13 Reasons Why, ma deve essere stata una cosa del genere: “si sieda qui, faccia una faccia triste, mantenga questa faccia per 40 minuti. Ok, è la persona giusta per noi”, almeno per quanto riguarda alcuni interpreti. Sul serio, una piattezza interpretativa imbarazzante per attori che hanno passato i 20 anni. Millie Bobby Brown, che puzza ancora di latte, li asfalta già tutti.
3) È SCRITTA CON GLI ALLUCI
Se c’è qualcosa di peggio della recitazione in 13 Reasons Why, è la scrittura. Situazioni inverosimili, anche per un liceo americano (sul serio, la foto compromettente di Hannah che fa in tredici secondi il giro della scuola non è credibile: ma che sono, tutti iscritti al gruppo Bulli del liceo Liberty High?), dialoghi assurdi (sto poro cristo di Clay chiamato Casco tutto il tempo: anche questo è bullismo), situazioni standardizzate (la festa, le cotte adolescenziali, i genitori profondamente irritanti, la bella, il brutto, la pupa e l’atleta, la friendzone nel destino di Clay fin dal primo fotogramma).