Justin Foley è uno di quei personaggi verso cui riusciamo a provare innumerevoli sentimenti. Disprezzo, pietà, affetto e comprensione coesistono nella maggior parte degli spettatori di 13 Reasons Why. La verità è che lui, così incredibilmente debole e al contempo realistico, non può che entrarci nel cuore in un modo o nell’altro.
Quando vediamo per la prima volta Justin Foley ci viene descritto come la classica star del basket piena di sé e con innumerevoli ragazzine che gli girano attorno. Hannah Baker si prende una cotta per lui praticamente subito, prima di incolparlo di essere una delle tredici ragioni per cui si è tolta la vita.
Dopo essere uscito con Hannah, infatti, Justin non smentisce le voci che iniziano a circolare sulla ragazza alimentando dunque in questo modo la sua reputazione di “poco di buono”. Se nella prima stagione siamo portati a disprezzarlo quasi immediatamente, la maggior parte di noi si è ricreduta dopo una manciata di episodi.
Justin non è il classico ragazzino arrogante e pieno di sé. È debole, fin troppo debole per affrontare tutte le difficoltà che la vita gli propone nonostante la sua giovane età. Viene infatti molto spesso picchiato e deriso dal compagno di sua madre, il quale ovviamente si mostra violento anche nei confronti della donna. Quest’ultima, d’altra parte, è fin troppo sottomessa dall’uomo per tentare di ribellarsi e finisce per andare contro al suo stesso figlio.
Justin Foley è quindi un ragazzo solo. L’unica persona che lo ha aiutato è, paradossalmente, colui che ha praticamente distrutto la vita di Jessica: Bryce Walker.
Il fatto che Justin non abbia reagito nel vedere il suo migliore amico violentare la sua ragazza non è in alcun modo giustificabile, ma dobbiamo ammettere che la seconda stagione di 13 Reasons Why ci ha fatto – almeno in parte – modificare il nostro giudizio sul ragazzo in questione. Bryce è stato l’unico che ha aiutato Justin nelle difficoltà, nei momenti in cui non voleva e non poteva tornare a casa e quando addirittura non riusciva a permettersi un paio di scarpe nuove.
Il senso di gratitudine, se così possiamo definirlo, ha bloccato Justin dal denunciare immediatamente l’accaduto e si è autonomamente condannato a sprofondare in un abisso da cui è fin troppo difficile riuscire a risalire.
Justin Foley inizia a iniettarsi eroina per tentare di non pensare a ciò che ha fatto. Ha protetto Bryce Walker, lo stupratore della sua ragazza, procurando in lei dei danni probabilmente irreversibili.
Nella seconda stagione di 13 Reasons Why, Clay diventa praticamente il sostegno di Justin. Lo fa nascondere nella propria stanza, lo aiuta a disintossicarsi e, alla fine, la famiglia Jensen finisce addirittura per adottarlo. Nonostante ciò, come ben sappiamo, non è tutto oro ciò che luccica. Nel finale lo vedremo nascondersi da tutti per iniettarsi l’ennesima dose di eroina.
E allora, Justin Foley è un ragazzo senza speranze? Non riuscirà mai a riprendersi del tutto?
Non possiamo saperlo con certezza. Ciò che ci sentiamo di dire è che, senza dubbio, è un personaggio realistico. Quale adolescente riuscirebbe a sopportare le innumerevoli difficoltà che abbiamo elencato?
Justin è un ragazzo tormentato. Il senso di colpa, la paura, il rimorso e al contempo l’amore per Jessica, la gratitudine che – seppur in modo completamente differente – prova per i Jensen e nonostante tutto anche per Bryce, lo distruggono letteralmente.
Non sappiamo con certezza come andranno le cose nella prossima stagione di 13 Reasons Why, ma ciò che possiamo sperare è che il personaggio di Justin Foley abbia l’evoluzione positiva che meriterebbe. Nonostante gli errori e i silenzi, infatti, ha comunque cercato di rimettersi in sesto e per poco non ce l’ha fatta definitivamente.