“Al mondo non importa se muori. Non ascolterà le tue urla. Se sanguini per terra, il terreno lo berrà.” -Elsa Dutton in 1883
Non c’è un modo per ribaltare il destino se non quello, più difficile, di combatterlo. Lo sa bene James Dutton, protagonista di 1883. La sua vecchia vita cominciava a stargli stretta e così ha deciso di voltare pagina, lasciando per sempre il Tennessee per dirigersi verso il Texas. Il Montana è la sua metà e meta ideale, quel sogno a cui ti aggrappi con ferocia non solo la notte ma anche di giorno, alla luce accecante del sole. Quel sogno, allora, non si presenta solo tra le coperte del letto ma diventa ora dopo ora una pura ossessione. James Dutton capisce di essere stato messo alle strette da un mondo meschino e povero, appena uscito dal tremendo oblio della Guerra di Successione: o corri da un’altra parte o sprofondi nella buca di casa tua e il terreno berrà il tuo sangue. Ma di sprofondare James Dutton non ha voglia e così si mette in marcia verso un posto in cui stringere la mano alla libertà.
Il viaggio meschino in 1883
Ma l’altre parte è lontana. Per arrivare a destinazione i protagonisti di 1883 devono attraversare luoghi destinanti a perire insieme alle persone che hanno contratto le malattie più subdole. Sì, perché in 1883, nell’America devastata da problemi sociali, le malattie sono più numerosi degli abbracci. Questa condizione infernale è solo una faccia della medaglia. L’altra, drammatica allo stesso tempo, non conosce il benessere economico a cui saranno abituati gli americani della Gilded Age, l’epoca che coincide grosso modo con la seconda metà dell’età vittoriana in Gran Bretagna e la prima metà della Belle Époque in Francia. I protagonisti non hanno materie prime e spesso finiscono per digiunare fino a quando un nuovo animale sarà sulle loro stesse tracce. Accampati vicino all’acqua inquinata, preda di banditi in cerca di soldi e cibo, James Dutton e famiglia non hanno il privilegio di dormire sonni tranquilli. Non hanno il privilegio di guardare una stella senza distogliere lo sguardo dalla sua luce.
La scarsità del cibo rispecchia i pochi che resistono ai disastri naturali, come la forza con cui le correnti d’acqua e i tornado sbaragliano le carovane dei protagonisti. A quattro passi dall’inferno, se perdi qualcosa, anche un semplice cappello, perdi tutto. Persino te stesso. In 1883 la natura resta impassibile, sembra un amico a cui non puoi chiedere una mano nei momenti di maggior bisogno. Allora la speranza di sopravvivenza passa solo attraverso la forza d’animo dei protagonisti. In un mare in tempesta l’unica forma di resistenza guida chi non ha paura di annegare. Lo sceriffo Shea Brennan è un esempio lampante in questo senso, ovvero una persona a cui sono state portate via la moglie e la figlia dinnanzi ai suoi occhi. Queste ultime hanno dato vita all’ultimo respiro mentre il colera bruciava le ultime cellule rimaste in vita. E allora voltarsi all’indietro non serve. Shea Brennan ora deve guidare un popolo di immigrati affamati al di là del fiume e il suo viaggio diventa il pretesto per dimostrare, a Dio e a sua moglie, che il mondo, seppur acerbo, non può cancellare la forza della speranza.
La fenomenologia della conquista del Montana non risparmia la vita dei protagonisti, nemmeno di quelli più giovani. Nell’America inondata di banditi e morti di fame, Elsa viene uccisa mentre stava per accarezzare quell’idea di libertà a cui ha sempre aspirato. Aveva in pugno quella libertà. Aveva promesso di diventare sorella di quella libertà. Ma se la libertà presuppone sempre una conseguenza, per vincere la ripugnanza della povertà, non basta accettare il ruolo che ti è stato assegnato ai nastri di partenza. Devi fare di più. James Dutton lo sapeva fin dall’inizio: da quando ha messo piede in una taverna in cui hanno provato a rubare i suoi soldi, passando per il momento in cui ha barattato i suoi sentimenti per la protezione della sua famiglia, fino al momento in cui ha dovuto chiudere gli occhi di sua figlia morente in mezzo a frecce e fuoco. James Dutton ha continuato a cavalcare il suo cavallo come se il mondo non si fosse mai fermato e arenato. James Dutton ha sempre saputo che dentro i gironi dell’inferno non esistono scorciatoie se non quella dettata dalla tua determinazione.
Eroi con una forza d’animo fuori dall’ordinario
Ecco allora che alla fine della corsa ha vinto. Il protagonista di 1883 è riuscito a compiere il suo viaggio, arrivando nel Montana, nel posto in cui nascerà il ricco ranch di Yellowstone. Nella sua odissea dello spirito ha perso i suoi cari, ha sfiorato la morte più di una volta ma, alla fine, con tenacia e abnegazione, ha abbracciato quel sogno che lo tormentava dal suo addio al Tennessee. Accanto a lui un altro dalla forza d’animo in mezzo alla povera America: quel vecchio sceriffo che aveva promesso alla moglie di arrivare a vedere l’oceano. Ora le onde sono meno agiate del solito. Nel momento in cui il Montana appare con le sue distese solitarie, i protagonisti di 1883 sono diventati eroi senza saperlo.
“Libertà. Per la maggior parte, è un’idea, un pensiero astratto che riguarda il controllo. Quella non è libertà. Questa è l’indipendenza. La libertà sta cavalcando selvaggiamente su una terra selvaggia senza la minima idea che esista un momento al di là di quello che stai vivendo.” Elsa Dutton in 1883.