1883 è il prequel di Yellowstone, la serie che segue le vicende della famiglia Dutton, proprietaria di un ranch nel Montana. È ambientata molti anni prima, dopo la guerra di Secessione americana e segue le vicende di alcuni componenti della famiglia Dutton che lasciano il Tennessee per dirigersi verso il Montana. La famiglia si unisce ad un gruppo di immigrati europei e a due sceriffi per intraprendere un viaggio arduo e a tratti paranormale prima di costruire lo Yellowstone Ranch. 1883 si regge sulle proprie gambe, non sente il peso del paragone con la serie madre e raggiunge picchi così elevati da non sembrare un prequel, ma una storia a sé, unica e straordinaria. Ma andiamo con ordine.
In un contesto da western i protagonisti costruiscono la loro storia attraverso un percorso intenso dove riconoscono il senso della libertà. È questo il movente per cui James Dutton, padre di Elsa e John, decide di partire verso l’Oregon. Lasciare casa con l’obiettivo di trovare uno spazio libero e fertile dove costruire una nuova vita. Lasciarsi alle spalle i giorni grigi per rivedere il sole. Ma la libertà presuppone anche le sue conseguenze e per vincerle bisogna accettarle e avvolgerle come una coperta attorno ai fianchi.
La libertà ha le zanne. In 1883 i luoghi di accampamento sono invasi da serpenti che si nutrono di gioia e speranza, da lupi a cui non interessano i sogni, ma solo carne, prede. L’acqua, trasmettitore di colera, è un nemico invisibile e i banditi sono sempre dietro l’angolo per rubare anima e cibo. James, i suoi figli e sua moglie, devono accettare le conseguenze per trasformare una storia di sopravvivenza in una storia di speranza. Ma dov’è la speranza?
1883 è un’odissea dello spirito
Elsa, la figlia di James e voce narrante di 1883, prova a rispondere a questa domanda. La speranza è nel profumo dei fiori appena colti o nella criniera dei cavalli sollevata dal peso del vento. Nell’amore. Nell’amore che la lega ad un cowboy conosciuto lungo il percorso in cui tutto sembra sciogliersi, anche i sentimenti. Ma l’amaro contrasto tra i luoghi incontaminati e la spietatezza della natura non fa sconti a nessuno, nemmeno a Elsa. Che, ad ogni modo, è un altro memorabile personaggio femminile delineato da Sheridan, dopo la Beth di Yellowstone.
La natura di 1883 sembra essere la natura di stampo leopardiano: incurante. Non si cura delle stelle e nemmeno dei sogni. Perché i sogni , in 1883 sembrano ali di carta, allucinazioni frenetiche e distratte. Con un parallelismo crudo e tagliente 1883 congiunge vita e morte, morte e vita. Elsa conosce per la prima volta il sesso e spera con i suoi occhi color nocciola di avere un bambino, ma il suo amato cowboy muore in un agguato lungo il fiume come i desideri lungo il circolo della vita.
In 1883 chi ha sangue freddo attraversa gli abissi, chi non lo ha annega nel mare dell’esistenza. Lo sa bene lo sceriffo Shea Brennan. Quest’ultimo ha visto morire la moglie e la figlia dinnanzi ai suoi occhi. Ha visto bruciare l’anelito della forza nelle piaghe della sua bambina e nelle ultime parole scandite da sua moglie prima di lasciarlo per sempre. Il suo viaggio allora diviene il pretesto per dimostrare a Dio che esistono seconde possibilità, seconde conquiste.
Vuole traghettare la famiglia Dutton e gli immigrati al di là del fiume per riscoprire il senso della salvezza. I suoi modi bruschi e discutibili non sono altro che una maschera con cui nascondere la fragilità. Ma anche la fragilità lungo il viaggio della speranza ha vita breve. Il capitano ha visto troppa morte e troppa violenza per cavalcare l’onda dell’entusiasmo.
James Dutton è l’unico che guarda al futuro con la determinazione dei grandi eroi.
Ogni territorio conquistato sembra un tassello di un piano voluto dalla provvidenza, come se il destino fosse scritto sotto ai piedi degli alberi. James impara ad essere padre tra colpi di pistola e fughe in sella al cavallo. La sua responsabilità pesa come un macigno perché ha messo a repentaglio la vita della sua famiglia. In 1883 i personaggi giocano in un contrasto tra luci ed ombre, coraggio e codardia. Sono tutti accumunati da qualcosa di più grande: la paura. La paura di perdere i propri cari, di contrarre malattie e perfino di rimanere senza cibo. L’introspezione messa in risalto dalla serie registra l’esperienza dei protagonisti come se fossimo dinanzi ad una cassetta di mille anni fa. 1883 sembra un gioiello quasi fuori dal tempo. La meraviglia dei dialoghi e la sorprendente fotografia donano alla serie lo statuto di monumento, la forza dei colossal. 1883 è di un’eleganza unica. Si muove tra i fili del rasoio con una grazia pazzesca.
1883 riesce a prendersi tutto il tempo necessario per presentarci i suoi scopi senza essere ridondante. Lo fa attraverso un cast d’eccellenza e momenti epici. Uno di questi è sicuramente la morte di Elsa. La ragazza dalle tasche pieni di sogni sognava una fuga dal sapore delle fragole . Il suo viaggio doveva inchiodare l’ottimismo e farlo motto di vita per tutti gli spettatori. 1883, invece, gioca a rovistare tutto. Entra nei corpi e trascina via tutta la spensieratezza dei protagonisti. Calerà su Elsa un’ombra fitta e scura quando una freccia le trapasserà il busto. Ma la speranza dov’è allora? La serie ci lascia questa domanda come si lasciano le filastrocche ai bambini.1883 ricerca lo sfrenato piacere dell’oblio: bisogna dimenticare il passato per camminare a testa alta nel presente.
Il prequel di Yellowstone ha superato ogni rosea aspettativa con una storia capace di emozionare e far riflettere. L’azione non manca. 1883 ha tutte le caratteristiche e i pregi di una serie matura e studiata nei minimi dettagli. È un western fatto e finito che aggiunge all’immaginario comune un’epica straordinaria. 1883 naviga tra il cielo e la terra. Sta a noi scegliere dove guardare. Finalmente 1883, una serie che ci prende e ci lascia respirare con fiato corto.