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Il disastroso caso del doppiaggio di 1899

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Che siate o meno fruitori delle serie doppiate, è inevitabile essersi imbattuti nelle “stranezze” dell’adattamento di 1899, dovute a limiti di sceneggiatura.

Uscita da una settimana e poco più su Netflix, 1899 ha confermato la bravura di Baran Bo Odar, che dopo il capolavoro registico e di sceneggiatura che è stato Dark, è riuscito senza problemi a tirar su una nuova storia se possibile ancora più intricata (ti suggeriamo anche qualche serie simile). Questa volta, tuttavia, al contrario di Dark, il cast è stato notevolmente ampliato verso nuovi orizzonti, seppur mantenendo la presenza di Andreas Pietschmann (comunemente chiamato Jonas Adulto), le porte si sono aperte ad altre star internazionali di etnie differenti.

1899 – I passeggeri

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1899 (640×360)

Come anticipato, tra i passeggeri della nave partita dall’Inghilterra e diretta in America, sono presenti tanti volti noti. Si parte dagli spagnoli Miguel Bernardeau (Guzmán di Élite – Netflix) e José Pimentão, seguono poi i danesi Lucas Lynggaard Tønnesen (The Rain – Netflix) e Clara Rosager (The Rain – Diavoli), troviamo poi i francesi Mathilde Ollivier e Jonas Bloquet (The Nun), per poi passare ai tedeschi Andreas Pietschmann e Tino Mewes. Tra i passeggeri troviamo anche le cinesi Gabby Wong e Isabella Wei, il polacco Maciej Musiał e infine gli attori brittanici Aneurin Barnard, Anton Lesser, Alexandre Willaume e l’americana protagonista Emily Beecham.

Insomma, un bel potpourri di culture e lingue diverse, che secondo la mia opinione (e spero non solo la mia) Baran Bo Odar ha scelto per un motivo ben preciso.

Ciò che ho trovato davvero importante ai fini della trama è proprio il fatto che i passeggeri non si capiscano. Eppure, tramite gesti e sguardi, riescono ugualmente a instaurare forti legami. Purtroppo, però, in Italia questo concetto non è arrivato a pieno.

Il caso di “intraducibilità” nell’adattamento di 1899

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Durante la visione del nuovo gioiello di Baran bo Odar, viene automatico riflettere sul fatto che gli attori siano stati davvero bravi nel riuscire a recitare in una serie in cui tutti parlano lingue diverse. Inevitabilmente, la prima curiosità che consegue dall’eterogeneità del cast è capire in che modo si sia potuti arrivare a tradurre i dialoghi.

Nel doppiaggio italiano, tutti i personaggi comunicano in italiano (in un’unica lingua), con un italiano perfetto senza neanche una sbavatura di accento straniero. Il risultato? Gente che si parla nella stessa lingua e gesticola senza ragione apparente.

Mi spiego meglio con qualche esempio: a un certo punto, il comandante spiega in inglese ai restanti passeggeri che si sarebbero dovuti dividere e perlustrare la nave. Il povero Angel, giustamente, capendo solo spagnolo chiede all’orecchio dell’amante Ramiro “Qué están diciendo?” (“Cosa stanno dicendo?”). In italiano, troviamo il capitano che parla in italiano a un Angel che parla italiano e che fa delle facce assurde perché non capisce quello viene detto (chi la guarda in italiano pensa tipo “Ma in che senso? Parlate la stessa lingua”) e poi fa la stessa domanda a Ramiro, che però viene messa al minimo volume, ma l’orecchio più attento la coglie.

Un altro esempio è la conversazione tra Clémence (francese) e Tove (danese), in cui la prima chiede – in francese – alla seconda quanti mesi manchino al parto. Tove, ovviamente, non capisce e la guarda confusa, e allora Clémence si tocca la pancia per farle capire, e Tove risponde “2” in danese indicando con le dita il segno 2. La stessa scena si svolge in italiano così: le due parlano la stessa lingua ma gesticolano come due strambe.

Esiste un limite all’adattamento di 1899?

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La mia risposta è sì. Molti film di successo, pur giustamente adattando quanto possibile, hanno deciso di mantenere alcune parti in lingua originale per non alterare il significato della trama.

Pensiamo anche solo a serie tv come Gli anelli del potere o House of The Dragon. Sarebbe stato lo stesso se avessero evitato di far parlare i personaggi nelle lingue elfiche oppure l’alto Valyriano?

Nel caso di 1899, vista la quantità di lingue, sarebbe stato opportuno doppiare solo i protagonisti e quindi la lingua inglese, lasciando invariati gli altri personaggi? Non sta a noi dirlo, ma è sicuramente lecito chiederselo.

Altre parti alterate dall’adattamento

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Una delle parti che secondo me è stata “danneggiata” maggiormente dall’adattamento è quella che vede la relazione tra Ling Yi e Olek.

I due si innamorano grazie agli sguardi e ai loro gesti: un abbraccio, una lacrima, una confessione fatta proprio perché consapevoli che l’altro non è in grado di comprenderlo. Ling Yi e Olek si scambiano sguardi intensi, hanno dialoghi profondi, si comprendono pur non capendosi, e l’adattamento ha sminuito questa profondità.

Conoscersi e innamorarsi potendo parlare la stessa lingua non può in nessun modo eguagliare una relazione nata basandosi solo ed esclusivamente sulle emozioni, le espressioni e le reazioni di questi due bravissimi protagonisti.

Cosa ci insegna l’adattamento di 1899?

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1899 (640×360)

Guardare le serie tv in lingua originale è impegnativo (pensiamo a Dark che è addirittura in tedesco). La sera, quando si è stanchi, ci si vuole solo rilassare davanti a una serie tv senza dover mettersi a leggere i sottotitoli, e il nostro cluster di doppiatori e adattatori italiani d’eccellenza rendono questo “compromesso” tutt’altro che un compromesso.

Una serie come 1899, però, perde una delle sue peculiarità principali, per di più molto importante ai fini della trama e della storia, se non gestita in un certo modo con l’adattamento. Altre ancora, come Euphoria ad esempio, contengono modi di dire e slang linguistici che vanno valorizzati con un sapiente lavoro di adattamento. Pensiamo solo a come si esprime Fezco.

Insomma, è lecito mettere sotto esame un adattamento come quello di 1899?