2 Broke Girls è una serie tv comedy andata in onda dal 2011 al 2017 targata CBS. È stata inoltre mandata in onda in chiaro anche da noi, su Italia1, e ha allietato molti dei nostri pomeriggi di noia a partire dal 2013.
Nel bene o nel male le vicende narrate nella serie tv ci hanno coinvolto moltissimo. Seguire le tragicomiche vicissitudini di Max e Caroline era diventato, almeno per me, un appuntamento quotidiano di cui non riuscivo a fare a meno. Non a caso la cancellazione improvvisa della serie ha generato diversi scontenti.
Il fatto è che, a ormai tre anni dalla fine della serie tv, possiamo dire quasi con certezza che forse non abbiamo poi così tanta nostalgia di 2 Broke Girls.
In realtà non sentiamo nemmeno così tanto il bisogno di una continuazione o di una ripresa. E teniamo a mente che tutta la storia dimostra di avere un finale piuttosto aperto a nuovi sviluppi, dal momento che tutti erano certi del rinnovo.
Il film di Caroline che raccontava la sua storia aveva avuto un grande successo, lei era felicemente fidanzata e la stessa cosa valeva per Max. Infatti Randy, dopo un lungo periodo di lontananza, ritorna da Los Angeles per trasferirsi a New York e chiedere a Max di sposarlo, proposta che lei accetta in circa due secondi e mezzo.
A chiudere il cerchio ci pensa l’attrito che si crea da subito tra i fidanzati delle due per trascorsi pregressi, e a livello lavorativo Caroline e Max dovranno tornare a lavorare al diner per ripagare dei vestiti rovinati. Si aspettava quindi lo sviluppo delle nuove storie, pur ritornando all’origine.
Poteva finire in maniera diversa? Assolutamente sì. È il caso di dare un finale diverso? Assolutamente no. La verità è che, giunti alla sesta stagione, 2 Broke Girls aveva cominciato a stancare il suo pubblico, proponendo cose perlopiù sempre uguali tra loro.
Partiamo con il vedere i lati positivi.
Dopo la fine di 2 Broke Girls abbiamo un ricordo piuttosto buono dei personaggi, tutti con le loro caratteristiche particolari e le loro vicissitudini. Caroline era la bionda ricca caduta in disgrazia, mentre Max la donna che si è cresciuta da sola e che crede molto poco nelle sue capacità.
Si aggiungono poi i personaggi di contorno: Han, proprietario del diner di bassa statura e di origine asiatica; Earl, il cassiere afroamericano e quasi sempre fatto; Oleg, il cuoco pervertito di origine russa; Sophie, bionda anch’essa di origine russa e sessualmente disinibita.
Il quadro d’insieme quindi si prestava sì a diverse trame, ma anche a ripetizioni di dinamiche. Fortuna vuole che si riescano ad approfondire la maggior parte dei personaggi, analizzando molto nello specifico soprattutto le protagoniste, Caroline e Max (qui potete leggere tutte le loro differenze).
Sono proprio loro infatti, nel corso delle stagioni, a mandare i messaggi più importanti, che si potrebbero riassumere in un unico grande punto: non smettere mai di lottare per raggiungere i tuoi obiettivi. Con la sua positività Caroline influenzerà Max, che insieme a lei avrà il coraggio di avviare il suo negozio di cupcake.
La società creata dalle due donne subisce diverse battute di arresto, e moltissime volte sentiamo Max dire di voler mollare e non fare più nulla nel settore. Tuttavia Caroline riesce sempre a convincerla che lei vale abbastanza, sia che si tratti di lavoro sia che si tratti di completare la sua istruzione.
Questo è forse uno dei lati positivi più forti di questa serie tv. Certo, è un messaggio decisamente sdoganato, e che bene o male in molte narrazioni è stato trattato. Ma 2 Broke Girls aveva quel qualcosa di speciale che ti portava a credere che qualcosa di meglio è sempre possibile. Per tutti.
D’altra parte, se anche Max riesce a vincere la sua scarsa autostima e raggiungere i suoi obiettivi, perché noi non potremmo fare lo stesso? Tuttavia, con il procedere delle stagioni, sono venuti alla luce tutti i lati negativi che in un primo momento forse erano passati in secondo piano.
Ci piace sempre moltissimo vedere una crescita nei nostri personaggi preferiti delle serie tv, e purtroppo questa cosa siamo riusciti a vederla solo in parte in 2 Broke Girls. La maggior parte dei personaggi resta infatti sempre uguale a livello caratteriale.
È innegabile che in Max e Caroline ci siano delle modifiche e una crescita, però nemmeno loro sono immuni agli errori. Ci sono alcune situazioni in cui sembra che nessuna delle due abbia imparato nulla dalle disgrazie precedenti.
Questa sorta di ripetitività di dinamiche è data poi anche da altri due problemi fondamentali: i cliché e le battute utilizzate. Nel bene o nel male tutti i personaggi della serie si mostrano come personaggi stereotipati. Per fare un esempio fra tutti c’è Earl, cassiere di colore dedito all’uso di droga.
La scelta di dare a un personaggio afroamericano questa connotazione non solo non è casuale, ma sposta la nostra attenzione sul lato razzista che, purtroppo, si nasconde nell’angolino. Il personaggio è chiaramente pensato per essere comico e far ridere, quindi gli elementi pensati per la risata sono di facile intuizione e di livello piuttosto basso.
Per far ridere, quindi, Earl utilizza spesso riferimenti alla sua veneranda età e a come l’uso di stupefacenti, che ancora pratica, sia stato un punto fondamentale della sua vita. Di fianco a lui Oleg e Max fanno lo stesso. Lui insiste sistematicamente sul suo desiderio sessuale costantemente attivo, mentre lei, nota per essersi cresciuta da sola, riesce a rispondere a tono perché ha dalla sua moltissima esperienza di sopravvivenza.
A contornare il tutto ci pensa il seno prosperosissimo di Max, che va in opposizione a quello di Caroline. Battute facili si sprecano verso entrambe le donne: Max viene sempre evidenziata come la donna con cui tutti vorrebbero andare a letto, e Caroline come la bionda stupida e viziata.
Insomma, in generale in 2 Broke Girls si è giocato perlopiù sulla battuta facile e spinta, su personaggi cliché e stereotipati la cui profondità si ferma a metà percorso. Nonostante questo ha avuto il pregio di veicolare messaggi molto importanti, di cui però ci siamo stufati piuttosto in fretta, data la loro ripetitività.
Il grande problema della serie, in generale, risiede tutto qui. Nella sua volontà di far ridere a tutti i costi ha inserito elementi faciloni e alla lunga molto squallidi, lasciando i maggiori approfondimenti in secondo piano. Ciò che dispiace è che, nello stesso periodo, si sono sviluppate altre sitcom con maggior potenziale.
Per fare un esempio fra tutti, prendiamo How I Met Your Mother. La serie, anch’essa comedy e quindi incentrata sull’uso della risata per mandare messaggi, precede 2 Broke Girls di alcuni anni a livello di produzione, e si è anche conclusa prima. Tuttavia i fan la ricordano con maggiore affetto. Perché?
Se teniamo da parte l’idea di fondo di una narrazione che si snoda per ben nove anni, notiamo che c’è una grande diversità nel modo di portare avanti dei messaggi. How I Met Your Mother non solo è più completa, ma porta lo spettatore a riflettere su moltissimi aspetti, facendolo sorridere un minuto e piangere quello dopo.
Come dicevo prima i messaggi importanti sono veicolati anche da 2 Broke Girls, con l’aggravante che però non arriva mai un vero momento riflessivo. Lo spettatore si sente legato al personaggio e alle sue problematiche, ma non riesce a conservare un ricordo a livello emotivo di ciò che è accaduto.
Ci ricordiamo bene delle sensazioni al funerale del padre di Marshall, ma dobbiamo andare a rivedere le puntate per ricordare i motivi della fine della storia d’amore di Max. E anche in quel caso, non ci rimane nulla del suo background emotivo.
La verità è che 2 Broke Girls ha fatto il suo tempo molto, molto in fretta. E probabilmente è un bene che la storia sia stata fermata prima di crollare sempre più nell’abisso degli stereotipi.