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L’insopportabile giornata tipo di Max Black

Max Black
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Max Black sarà per i fan di 2 Broke Girls una consolidata compagna di mainagioia per sempre. Sappiamo vita, morte e miracoli di questa screanzata che vive in uno sgangherato appartamento di New York. È probabilmente la cameriera più povera, cinica e lavativa che le Serie Tv ci potessero regalare.

Il suo cognome, Black, è un indizio lampante del tipo di persona che abbiamo di fronte: figlia di non si sa chi e cameriera squattrinata di un locale dalla discutibile offerta culinaria, il cui capo è un mini asiatico, bersaglio preferito di Max e dell’intero diner.

Vi siete mai chiesti come possa essere la giornata di Max Black? I 20 minuti che ci offriva 2 Broke Girls ci hanno dato qualche suggerimento, ma la giornata tipo di Max può nascondere sorprese oltre quanto visto nella Serie Tv? Dubito. La giornata tipo di Max Black è indubbiamente un perenne e costante lunedì. Uno di quei lunedì dopo il ponte, un ponte molto lungo… un ponte festivo che però lei non ha mai vissuto. È sempre lunedì. In loop.

2 broke girls

Appena sveglia, grazie alla frizzante vicina di casa, Sophie Kaczynski, e le sue urla mattutine (puntualmente va a dormire struccata e la mattina non si riconosce allo specchio), Max si dirige verso la dispensa. Anche lei, incredibilmente, sa che la colazione è il pasto più importante della giornata. Decide di nutrirsi di ciò che le darà la carica. Prende una tazza, inizia a versarci un po’ di latte, cerca del caffè… ma chi vogliamo prendere in giro, in questa tana di reietti sociali non sappiamo fare il caffè. Al massimo c’è uno scadentissimo liquore che ha lo stesso colore del caffè.

Lo sguardo perplesso di Caroline le ricorda che ha una coinquilina, un’ex ereditiera che ha deciso di ospitare una lontana mattina, dopo aver fatto colazione. Lo sapevo, la storia della colazione è una grandissima cavolata.

La parte più emozionante della giornata di Max Black rimane comunque la doccia: uscirà dell’acqua oggi? Sarà fredda o calda? Sarà limpida? O sarà semplicemente uno spruzzo ad intermittenza di qualcosa che ha le sembianze dell’acqua? Meno male che c’è la vodka ad avere il colore dell’acqua, meno male. Superato l’ostacolo doccia, Max deve cercare i vestiti. Ecco, ci risiamo: un altro paio di calzini bucati. Erano quelli buoni. Lo erano da circa 4 anni. Nulla dura per sempre, neanche il calzino spaiato con i gattini randagi. Così, Max si rassegna a dover usare il suo ultimo paio di calzini buoni.

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Forse oggi sarà il giorno in cui i calzini smetteranno di valere quanto le mance che le lasciano in una settimana (cosa stranissima perché una cameriera come lei, una così onesta sugli ingredienti e sull’abbigliamento del pincopallino di turno, non la si trova mica in giro).

Al momento di uscire di casa, la bionda ex ereditiera parla ancora, parla come se Max dovesse ascoltarla davvero. Come se dovesse comunicare con lei. È questa la sua vita ora? Era meglio quando a parlarle erano i Muppets che sognava quando si faceva di roba buona. Si dirige verso la metro dove la meravigliosa popolazione di New York si riunisce. Ed ecco che la gente corre, salta su un vagone, parla a telefono, si impegna ad arrivare a destinazione come se davvero il loro luogo di arrivo fosse meno penoso di quel buco di diner dove si ritrova a lavorare lei.

Scossa dall’arrembante elettricità yankee, la gioiosa Max Black viene magicamente catapultata nel discusso diner di Williamsburg dove una gioia sta per arrivare: è Han, con un maglioncino marroncino che le ricorda una psichedelica esperienza culminata sul water di uno sconosciuto che chiameremo Boh. Ovviamente, non perde l’attimo per far presente ad Han i ricordi che il suo maglioncino ha suscitato. Ah, che divertente il volto disgustato di Han.

Il magico momento viene però interrotto dalla visione di Oleg con una delle sue oscenissime canotte a rete viola. Potrebbe davvero decidere un giorno di spendere tutti i suoi risparmi (11 dollari e 80, includendo le tre scatolette di tonno in dispensa) per comprare delle maglie che nascondano tutte le oscenità di quella visione.

Mentre indossa la sua divisa, ricorda che odia il giallo. Così come odia il rosso, il verde, l’azzurro e qualsiasi colore diverso dal nero e dal blu notte rapimento del suo riluttante fidanzato. Con quest’umore, inizia a prendere le ordinazioni dei coraggiosissimi clienti del diner di Han.

Con una calligrafia vicina a quella di un bambino delle elementari, consegna l’ordinazione a Oleg che finirà quindi per cucinare quello che capita.

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La giornata di lavoro, tra le innumerevoli avanche di Oleg, le stridenti urla di Caroline per i topi avvistati nel bagno, i deprimenti pianti di Han per i suoi insulti e le miriadi di canzoni cantate da un Earl al tredicesimo shot di whisky, arriva alla conclusione.

Tornare a casa, significa ritornare nella sua perfetta bettola. Tornarci con Caroline che, come al solito, è depressa perché una volta era ricca e questa era l’ora di fare bagordi.

Tesoro, la mia vita è un bagordo continuo, non ti sembra?

Afflitta da quell’espressione carica di disperazione che si fa largo sul volto di Caroline, Max Black si fa impietosire e decide che gli 8 dollari di risparmi delle due, inizialmente destinati alle caramelle gommose, stasera verranno investiti in un bar per due delle più economiche e pietose birre disponibili.

Arrivate lì, le due vivono momenti addirittura di spensieratezza, si sentono quasi convinte di aver fatto la scelta giusta. Dopo un paio di minuti, Max si rende conto che c’è un ragazzo che la sta puntando.

Dopo una serie di discreti tentativi di svoltare la serata, Max chiede al ragazzo perché stia bevendo una Coca Cola. Quando lui le rivela di essere minorenne, lei si rende conto che arrivare al dunque con questo ragazzo dalle sembianze di uomo adulto, potrebbe portarla a esser denunciata per pedofilia – una delle poche accuse a suo carico assente.

Scampato il rischio, ritorna nella sua tanto agognata bettola, dove Caroline la ringrazia per aver sacrificato le loro mance dello scorso mese per farla divertire. Incapace di risponderle in un modo velatamente affettuoso, le dice che in realtà l’ha fatto per vedere quanti ubriachi l’avrebbero scambiata per Ke$ha – praticamente tutti.

La giornata tipo di Max Black si conclude e un nuovo lunedì si affaccia alla lesionata finestra della sua stanza. Perché per Max Black, la vita è un lunedì in loop.

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